° Formazione in servizio dei Dirigenti Scolastici.
Con la Nota 9 dicembre 2014 prot.n. 18522, la Direzione Generale personale della Scuola propone la realizzazione di un percorso formativo da realizzarsi nell’a.s. in corso, in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali. Le finalità enunciate sono quelle di aggiornare il personale dirigente, in rapporto all’evoluzione normativa, alle nuove tecnologie della comunicazione, alle recenti riforme scolastiche, alla promozione di processi innovativi. Gli UU.SS.RR. segnaleranno al MIUR le scuole-poli individuate, entro e non oltre il 18 dicembre 2014, all'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. A ciascuna delle 18 scuole polo segnalate verranno assegnati € 8.800,00 per la realizzazione, presso gli Uffici Scolastici Regionali di riferimento, della formazione relativa ad una delle “tematiche rilevanti” che il MIUR indica come di seguito: a) dalla progettazione dei servizi di orientamento agli interventi per la crescita personale degli alunni; b) la dirigenza scolastica e la governance dell'istituzione educativa; c) relazioni tra scuola e territorio e reti di scuole, il dimensionamento degli istituti, i sistemi di governance delle relazioni tra istituzioni scolastiche e rappresentanza istituzionale; d) la dispersione scolastica, il coinvolgimento delle istituzioni e la partnership dei genitori; e) il Sistema Nazionale di Valutazione: autovalutazione e miglioramento; f) la legislazione scolastica; g) le relazioni sindacali nel contesto scolastico; H) le amministrazioni scolastiche come interlocutori contrattuali: il rispetto dell'evidenza pubblica; I) il contenzioso delle Istituzioni scolastiche - la scuola in giudizio; L) l'accertamento di responsabilità nel giudizio civile e nel giudizio contabile; il diritto di accesso e la privacy; M) i procedimenti disciplinari nelle amministrazioni scolastiche.
° Stiamo lavorando a preparare le liste ANIEF per le elezioni dei giorni 3, 4 e 5 marzo 2015
La sentenza piovuta dalla Corte europea sul Governo italiano ci conforta anche in questo frangente, e qui si parrà la nobilitate dei nostri supporter.
Gli effetti della sentenza pronunciata il 26 novembre u.s. a Lussemburgo si evidenzieranno numerosi e a lungo. Uno, intanto, viene a premiare la lungimiranza e la coerenza con le quali abbiamo enunciato e – confortati dalla direttiva 1999/70/CE, in particolare, dalle clausole 4 e 5 dell’allegato accordo quadro sul lavoro a tempo determinato – abbiamo in ogni sede fatto valere il principio secondo cui i periodi di servizio svolti come insegnante a tempo determinato hanno la stessa valenza di quelli svolti dopo l’assunzione a titolo definitivo; difesa di un principio che, oltretutto, ha un alto valore ideale: la disapplicazione dei trattamenti discriminatori. Dunaue, la stessa valenza. Stessa valenza per l’accesso ai concorsi (e, per questa ragione, abbiamo contestato alcuni bandi di concorso); stessa valenza nel godimento delle ferie; la stessa valenza sotto i molti profili dell’attività lavorativa nelle scuole; stessa valenza dell’anzianità maturata durante il pre-ruolo, per il calcolo dell’anzianità di servizio e per la ricostruzione della carriera (e abbiamo ottenuto, negli ultimi tre anni, dai tribunali del lavoro di tutta Italia, molte decine di provvedimenti favorevoli che riconoscono ai precari il diritto agli scatti di anzianità, e indennizzi in solidum); ha fatto clamore la sentenza del magistrato di Trapani che ha condannato il MIUR a risarcire un insegnante, nostro assistito, precario di Educazione fisica, per la mancata stabilizzazione: 150.385 euro netti, più accessori e interessi (scatti e mensilità estive per gli anni pregressi 2005-2011, e per gli anni futuri fino all’età pensionabile, con un’addizionale del 10% in via equitativa per i possibili mancati contratti). Adesso, non dovremo mancare un altro obiettivo connesso alla recente sentenza della Corte di Giustizia europea: dobbiamo fruire del riconoscimento della titolarità piena (elettorato passivo e attivo) dei docenti precari, nelle elezioni degli organi della rappresentanza e gestione democratica interna nelle scuole. Dobbiamo tutelare questo diritto; siamo tra coloro che maggiormente ne hanno titolo e l’occasione a portata di mano è la prossima tornata elettorale per il rinnovo delle rappresentanze sindacali interne. Chiediamo, pertanto, ai nostri iscritti precari - titolari di un contratto a tempo determinato almeno fino al 30 giugno – di candidarsi con noi. Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie sono per noi dell’Anief, l’occasione per servire i colleghi nelle scuole e anche l’occasione per valutare le nostre possibilità nel confronto col Miur perché la rappresentatività sindacale si calcola facendo la media tra il numero degli iscritti (le “deleghe”) e il numero dei voti alle Rsu. Se i colleghi ci vogliono ai tavoli della contrattazione nazionale, devono aiutarci a conseguire la “rappresentatività” formale, e cioè almeno concederci il 5% almeno del tasso di rappresentatività complessivo nel comparto scuola.
Confermiamo ai nostri supporter la visione strategica complessiva che l’ANIEF adotta, quello che abbiamo definito lo “stile Anief”. E’ il comportamento ovvio, spontaneo, di giovani che, senza avere cognomi biaccademici o biconfindustrali (che garantiscono la chiamata a prestigiosi e ben remunerati posti fissi, e senza fruire di pubblici finanziamenti, sono in grado di riprogrammare il proprio futuro ogni giorno senza mollare, organizzati come presenza sindacale, culturale e politica nazionale (l’ANIEF ha sedi in tutte le provincie italiane, e fruisce della fiducia delle decine di migliaia di colleghi che ci hanno conferito la delega sindacale). Osservate nel sito dell’Anief la composizione del Direttivo, osservate i sindacalisti nelle sedi provinciali: l’età media è inferiore ai 35 anni. Che dire, poi, dell’età media degli iscritti, che in massima parte sono docenti o A.T.A. precari ? La quota associativa che versano, fiduciosi in noi, è denaro di gente che non ha soldi da buttare. E sono soldi bene spesi perché l’Anief sa attivarsi a 360 gradi, in modo propositivo (ad esempio, nelle audizioni in Parlamento) e, insieme, intransigente (di ciò che al MIUR non capiscono, discutiamo dinanzi alla magistratura amministrativa e alla magistratura del lavoro). Meraviglia il fatto che un così giovane sindacato sia in grado di formulare analisi e proposte tanto puntuali e pertinenti e sia in grado, in sede giudiziaria, di sostenere interpretazioni ripetutamente vincenti rispetto a quelle sostenute da macchina ciclopica dell’Avvocatura dello Stato. Davide contro Golia. Questo encomio, lo facciamo per amore di verità, e però con amarezza perché consegue all’ennesima costatazione di ciò che in Italia non funziona: è mai possibile che i soloni – i decisori politici e i grandi burocrati - debbano sempre far finta di non vedere, di non capire ?