1) La Commissione Cultura del Senato avanza, al Governo, proposte sulla istruzione secondaria di II grado
La Commissione Cultura del Senato lavora a uno Schema di Risoluzione in materia di istruzione secondaria di secondo grado. Riportiamo, dal Resoconto sommario n. 152 -18/12/2014 (lavori della 7ª Commissione permanente), una parte dello Schema proposto dall’on. Puglisi
2) “Fuoco amico”, dai professori
Vatti a fidare di quelli di “Scelta Civica per l’Italia” che non perdono occasione per farsi sentire
° La Commissione Cultura del Senato avanza proposte sulla istruzione secondaria di II grado
La Commissione Cultura del Senato lavora a uno Schema di Risoluzione in materia di istruzione secondaria di secondo grado. Riportiamo, dal Resoconto sommario n. 152 -18/12/2014 (lavori della 7ª Commissione permanente), la conclusione dello Schema proposto dall’on.Puglisi, nella quale sono elencate le raccomandazioni che, concluse le audizioni, la Commissione avanza al Governo. “… La Commissione impegna quindi il Governo: 1.a rilanciare l’autonomia scolastica, garantendo la necessaria stabilità delle risorse umane e finanziarie e realizzando anche una potente semplificazione normativa; 2. a garantire la reale autonomia delle scuole nella definizione di un curriculum di istituto, in stretta connessione con le esigenze del territorio e con l’eventuale rete territoriale, avvalendosi dell’organico funzionale; 3. a prevedere la possibilità, soprattutto nelle classi terminali del secondo ciclo di istruzione, di un curriculum dello studente, formato da una parte obbligatoria per tutti e una parte opzionale, a scelta dello studente, oltre che da discipline facoltative di arricchimento, tale da garantire una personalizzazione del percorso di studi adeguandolo alle attitudini e agli interessi degli allievi, così da potenziare l’elemento orientativo dell’istruzione; 4. a investire in risorse umane e materiali per creare momenti di contatto tra i due cicli in fase di orientamento, moltiplicando le occasioni di incontro tra i docenti, tra gli studenti, identificando figure funzionali formate per supportare studenti e famiglie e valorizzando le reti di scuole; 5. a prevedere che i docenti in organico possano essere utilizzati con una parte di ore su cattedra e una parte di ore su funzioni, permettendo così a tutti gli insegnanti di mantenere una professionalità didattica lavorando sulla classe e allo stesso tempo impegnandosi per rispondere ai bisogni formativi della scuola; 6. a prestare attenzione e risorse alla formazione in servizio dei docenti, che deve essere obbligatoria, non più strumento per accumulare punteggio, ma vero momento di confronto e riflessione offerto ai docenti, favorendo le esperienze di scambio con scuole europee ed estere e anche tra diverse realtà italiane; 7. a dedicare maggiore attenzione al life long learning, e dunque alla prima infanzia e allo zero-sei anni fino all’istruzione per gli adulti; 8. a valorizzare l’alternanza scuola-lavoro anche come politica di orientamento nei licei e non solo negli istituti tecnici e professionali; 9. ad approvare uno statuto degli studenti in stage che ne riconosca i diritti ad acquisire dall’esperienza di lavoro reale valore formativo; 10. a valorizzare l’educazione civica, sia attraverso l’insegnamento delle conoscenze formali di base riguardo la vita democratica del Paese e del sistema europeo, sia attraverso lo sviluppo di attività integrative sul territorio, in cui proporre alle ragazze e ai ragazzi esperienze di cittadinanza attiva; 11. nel sistema di valutazione delle scuole, a preservare l’equità del sistema, che premi sì i migliori, ma sostenga anche le scuole in difficoltà verso il miglioramento; 12. con particolare riferimento a quanto contenuto nel documento "La buona scuola", a definire chiaramente il sistema dei crediti per la progressione di carriera, a stabilire concrete procedure operative per riconoscere i crediti stessi, esplicitando quanti crediti saranno assegnati a ciascuna attività e prevedendo un passaggio di validazione presso l’Ufficio scolastico regionale o provinciale per evitare una eccessiva "soggettività"; 13. a far sì che la valorizzazione dei singoli non metta a repentaglio la dimensione cooperativa del lavoro degli insegnanti; 14. a valutare l’opportunità di inserire nel nucleo di valutazione interna il rappresentante degli studenti nella scuola secondaria di secondo grado e dei genitori nella scuola del primo ciclo; 15. a valutare l’opportunità di mantenere un sistema misto di avanzamento stipendiale fatto di anzianità e merito; 16. a tenere nella giusta considerazione il Piano nazionale triennale "Musica nella scuola e nella formazione del cittadino", che tiene conto del quadro complessivo delle risorse disponibili, ma chiama tutte le istituzioni a uno sforzo comune ed eccezionale che deve essere a sua volta sostenuto da nuove iniziative legislative…”.
° Fuoco amico, dai professori
Vatti a fidare di quelli di “Scelta Civica per l’Italia”, che non perdono occasione per farsi sentire. Immaginiamo che la sentenza della Corte di Giustizia Europea (26 novembre 2014) sulla stabilizzazione dei precari della Scuola italiana deve avere provocato travasi di bile da quelle parti; lo ipotizziamo sulla base delle politiche attuate e delle dichiarazioni rese (dal capostipite, prof. Mario Monti e dall’ex ministro prof. Francesco Profumo), nonché dal modello di riforma della Scuola ipotizzato dal prof. Pietro Ichino (già dirigente Fiom-CGIL, docente di Diritto del Lavoro, e parlamentare perpetuo del PCI, del PD e della lista Con Monti per l’Italia). Adesso, sul proscenio di Scelta Civica ci sono il ministro Giannini e l’on. Irene Tinagli. Con un Master e un dottorato di ricerca all’Università di Pittsburgh, e l’attività di ricerca in una Università madrilena, la Tinagli ha iniziato sul percorso stesso di non pochi giovani “cervelli in fuga” ma poi è stata richiamata nel Bel Paese: apprezzata niente meno che da Luca Cordero di Montezemolo (l’ha designata nel comitato direttivo del Think tank Italia Futura), niente meno che da Walter Veltorni (l’ha chiamata tra le “venti personalità del mondo della cultura, dell'associazionismo, del lavoro e dell'impresa" che affiancavano la Direzione nazionale del P.D.), e niente meno che dall’ex ministro Francesco Profumo, quello che fece appello alla generosità dei docenti affinché si gravassero gratuitamente di un surplus settimanale di ore di insegnamento (l’ha voluta come consigliere sulle Smart cities). Insomma, per una volta, la vicenda di un giovane di valore è stata a lieto fine. Inopinatamente, però, l’on. Tinagli ha ritenuto di esporsi sul tema della scuola: ritiene che, ove alle 150 mila assunzioni previste nella scuola per il 2015 si procedesse con le regole contrattuali vigenti, si produrrebbe una discriminatoria rispetto alle assunzioni da farsi (speriamo !) nello stesso periodo, nel settore privato. L’on. Irene Tinagli, in pratica, vorrebbe che anche i neo-assunti della scuola venissero sottoposti alle norme sulla licenziabilità che, però, il Job Act fissa soltanto per i contratti nel settore privato. Nel merito, osserviamo l’incoerenza (inattesa in un ex membro di Think tank) della proposta dell’on. Tinagli, perché ci sembra non tenere conto della collocazione temporale di tre dati di fatto: • le assunzioni dei 150 mila sono da farsi nel prossimo settembre (ma forse, un ganglio subliminale inibisce alla Tinagli il think delle assunzioni nella Scuola); • le regole contrattuali previste nel Job Act non si applicano alla Pubblica Amministrazione (quanto a licenziabilità dei dipendenti, per motivi disciplinari, vigono regole previste dal D.lgs 150/09, dell’arcigno ex ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, on. Renato Brunetta, che evidentemente alla Tinagli non bastano); • è vero che il Premier ha preannunciato una riformulazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici, da inserire all’art.13 del Ddl c.d. “Madia” sulla Pubblica Amministrazione, ma questo sarà legge (in vigore tra un anno circa) successivamente alle assunzioni nella scuola volute dalla CGUE; i precari della Scuola hanno subìto effetti retroattivi da leggi assortite ma non è mai accaduto che subissero gli effetti di leggi che non esistono ancora. La sentenza della CGUE stabilisce che il Governo italiano, escludendo i precari della Scuola dal recepimento della direttiva europea 1999/70, ha omesso di assumere leve successive di precari che dovrebbero essere stati già contrattualizzati. Sullo sfondo, osserviamo che i dirigenti di Scelta civica – Monti era quello che accusava la categoria degli insegnanti di strumentalizzare gli alunni a fini “corporativi” ! – hanno sempre ambìto ad apparire come i fustigatori DOC della Scuola (di quella pubblica soltanto, ovviamente), e cerberi dei precari; è da capire che cosa ne sanno di lavoro nella Scuola, i dirigenti di Scelta civica ? Tutti a discettare di Scuola tenendosi a debita distanza, e a giudicare negativamente la formazione iniziale dei docenti delle GE, senza sapere quale lavoro hanno fatto nelle scuole di specializzazione. Riflettendo alla parabola politica di Ichino e alle dichiarazioni sulla Scuola, dei su citati, il fatto di avere un esponente di Scelta civica a dirigere il MIUR non ci entusiasma. Leonardo MAIORCA