° Concorso "Certamen Letteratura scientifica e tecnica greca e latina"
Si terrà a Mascalucia (CT) il 10 febbraio 2015. Le domande vanno inviate entro il 17 gennaio. Bandito dal Liceo classico "C. Marchesi" di Mascalucia, in collaborazione con l'Università degli studi di Catania, è riservato agli alunni iscritti al triennio dei licei d'Italia che abbiano corsi quinquennali di Latino (sono ammessi gli alunni che nell’ultimo scrutinio dell’anno precedente o alla fine del primo quadrimestre/trimestre dell’anno in corso hanno conseguito in Latino una votazione di almeno 8/10), ed agli studenti delle università italiane iscritti ai Corsi dei Dipartimenti ad indirizzo classico. Per l’anno 2014/2015, la prova sarà di traduzione dalla lingua latina, sul tema: La ‘scienza’ pedagogica nella cultura latina. Si svolgerà presso il Liceo “Concetto Marchesi” (Via Case Nuove, Mascalucia) il giorno 10 febbraio 2015, e avrà una durata di 6 ore. Il bando, nel sito del MIUR, reca in allegato il modello per le domande di ammissione; dovranno essere inoltrate, tramite posta certificata (all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), o tramite raccomandata (Via Case Nuove, 95030, Mascalucia -CT) o Fax (al numero 095/6136564), a cura dell’istituto di appartenenza dei partecipanti, entro e non oltre il 17 gennaio 2015, e indirizzate al Dirigente scolastico dell’I.I.S. Liceo “Concetto Marchesi”. Più ampie informazioni possono attingersi su www.liceomascalucia.it e/o sul sito https://basnico.wordpress.com.
L’assunzione dei precari delle GAE
Per azzerare il precariato storico, il governo procederà con un decreto-legge. Quali le questioni da sciogliere tra il 22 febbraio, giorno in cui Renzi incontrerà “i mille che amano la Scuola” e fine marzo, quando dovrebbe mettere nero su bianco. Ci riuscirà ? o arriverà il Decimo cavalleggeri ? Com’è noto, il primo capitolo del documento La Buona Scuola affronta l’annosa questione del prosciugamento delle G.E., la palude nella quale i giovani docenti sono stati per anni invischiati, nell’incertezza del futuro.E l’affronta in modo ragionevole, partendo dalla constatazione che “Il numero di docenti di ruolo della scuola italiana è attualmente insufficiente… Le scuole hanno bisogno di docenti non solamente per le lezioni in classe, ma anche per costruire…un team di docenti che aiuti la scuola a gestire da sola o in rete le attività complementari all’ordinaria attività didattica: dal recupero all’integrazione, dalle supplenze all’aumento del tempo scuola, e così via. È necessario mantenere la promessa di assunzione per tutti gli iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (GAE): dunque nell’a.s. 2015-16 si realizzerà un Piano straordinario di assunzioni per 148mila docenti. Ad essere assunti a settembre 2015 saranno tutti i precari storici e i vincitori e idonei dell’ultimo concorso”. Proposito che condividiamo in pieno, per la svolta esistenziale che imprime a favore dei colleghi precari, ma anche per il fatto che questo ampliamento dell’organico è la restitutio di quegli oltre 8 miliardi che sono stati sottratti, alla Scuola, con l’art.64 del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito dalla legge 6 agosto 2008 n.133. Adesso occorrono 3 miliardi all’anno, e non certo da reperire nel bilancio del MIUR, come vorrebbero gli estensori di La buona scuola che hanno escogitato l’inqualificabile trappolone degli scatti stipendiali “per merito”, e come il governo ha già cominciato a fare attraverso la Legge di Stabilità (tagli al personaleassistente amministrativo per 2.020 unità; tagli ai distacchi e comandi del personale; eliminazione degli esoneri e semiesoneri ai docenti vicari; nuove regole per le sostituzioni, in supplenza, di docenti, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici; blocco dell’indennità di vacanza contrattuale, fino al 2018; blocco del contratto, a tutto il 2015). Nonostante questi risparmi disposti dal Governo, le oligarchie e le caste avvertono bruciaticcio dalla parte del portafoglio: Il Governo deve, con una misura di altissimo valore democratico, reperire i fondi aggiuntivi per l’istruzione pubblica lì dove i soldi sono (dove lo spirito democratico è vigoroso, la Scuola è posta al centro delle politiche) nella disponibilità delle oligarchie e delle caste. Queste, è comprensibile, temono adesso che, per finanziare l’ampliamento degli organici della Scuola, il Governo finisca per intaccare i loro interessi e privilegi, e cercano scampo al pericolo mobilitando il Decimo Cavalleria (“esperti” esterni alla Scuola, giornalisti “amici”, centri studio vicini a Confindustria, accademici rigorosamente privi di esperienza di insegnamento nelle scuole). In questo assortito ambiente, la prima reazione al progetto renziano è stata: “Ma, servono davvero 148 mila docenti ?” Si spera in uno sconto, si finge di non capire che la UE punta il governo italiano, pronta a vergare la cifra della multa, e proprio non si è in grado di capire che quel numero di insegnanti serve a ripristinare la situazione didattica qual era prima dello scempio fatto dal tandem Tremonti-Gelmini (qualche “esperto” arriva a lodare quei tagli del governo Berlusconi (“il rapporto docente-alunni è adesso quello medio nei paesi UE”). Leggiamo, altresì che qualche non addetto ai lavori avanza dubbi sulla qualità professionale del personale inserito in virtù della specializzazione SISS nelle G.E., e arriva a chiedere che le competenze degli abilitati da immettere in ruolo siano valutate nuovamente, “perché non vanno assunti per il solo fatto di esistere ed essere in fila in una graduatoria”. Probabilmente, chi propone una nuova valutazione (da affidare a chi ?) non conosce quale rigoroso lavoro di selezione sia stato fatto all’ingresso dei candidati abilitandi SSIS, e quale approfondito lavoro culturale e di orientamento didattico sia stato fatto nelle scuole di specializzazione, e allora torniamo pazientemente a spiegare: Luigi Berlinguer istituì, dunque, scuole di specializzazione biennali alle quali si accedeva previa preselezione in 3 prove (da sola, vale quanto un tradizionale concorso, anche per la percentuale di candidati esclusi). Il percorso di specializzazione, qual è stato nei nove cicli Ssis, constava di circa 1200 ore (trecento delle quali dedicate al tirocinio), con il superamento di non meno di 20 esami conclusivi di lezioni frontali ed esercitazioni laboratori, e infine con l’esame di abilitazione (articolato in tre prove). Quale altro lavoratore ha, nel pubblico impiego, una simile formazione, se non quelli chiamati ai dirigenti? La formula del corso-concorso era stata caldeggiata da qualificati pedagogisti e docimologi come migliore, rispetto al tradizionale concorso, in quanto: - annullava l’alea e il nepotismo che condizionano l’esito dei concorsi; - rafforzava le competenze disciplinari e trasversali dei futuri docenti; - postulava l’esperienza di tirocinio nelle scuole, per accertare l’attitudine didattica. Nessuno può dubitare della qualità professionale di questi abilitati, selezionati da commissioni ad hoc (docenti dell’università, e docenti della Scuola individuati a loro volta con procedure concorsuali). chi dovrebbe tornare a giudicare gli abilitati ? Commissari con quali competenze ? Attraverso quali prove selettive altrettanto probanti quanto 1200 ore di lavoro in aula ? Con i quiz? Si vuole rimettere su la macchina delle SISS ? Con quali soldi ? Insomma, la proposta di vagliare una seconda volta gli specializzati non è comprensibile. Chi la avanza non conosce la questione ! Né ci sembrano addentro all’ambiente scolastico coloro che invocano maggiore severità, da parte dei comitati di valutazione del servizio dei docenti, nel vagliare l’anno di prova di straordinariato dei neo immessi in ruolo; sono a conoscenza che il MIUR stesso organizza l’anno di prova, e che il neo immesso in ruolo è affiancato, per un anno, da un collega incaricato dal d.s. della tutorship ? Che cosa va rimestando nella pignatta, il Decimo cavalleria ? Che l’anno di prova possa avere esito negativo? Può già averlo, stiano tranquilli! Integrati da un “esterno” (perché gli “esterni” alla scuola, in quanto non sono insegnanti, non hanno contratto la lebbra dell’abilitazione), i comitati di valutazione non faranno prigionieri, bocceranno. E ben vengano gli “esterni”, nei Comitati . Leggiamo anche questa obiezione: - I neoimmessi in ruolo che sono abilitati per insegnamenti non più attivati, a che servono ? Escludiamo almeno quelli ! Servono per l’organico dell’autonomia” ! Nell’aria inquinata dal Decimo cavalleria, qualche nuvola resta, lo riconosciamo, a minacciare pioggia sulle programmata assunzione dei 148mila insegnanti; ad esempio: - Quando costerà, in termini di nuovi sacrifici e di spesa per le famiglie, la necessaria ridistribuzione territoriale per cui, ancora una volta, gli abilitati delle graduatorie meridionali dovranno trasferirsi al Nord ? - Tra i 148mila neo immessi in ruolo, c’è ne sono a sufficienza per gli insegnamenti le cui G.E. sono, in alcune provincie, esaurite ? Segnaliamo (ma siamo fiduciosi) che ancora il MIUR non è in grado di esitare la riforma delle classi di concorso, senza la quale si procederebbe (e sarebbe un delitto) a nominare con i cervellotici criteri con i quali i Collegi hanno proceduto per le discipline “atipiche”.