° Qualche settimana ancora e la crisalide-Anief potrebbe sfarfallare
Da cinque anni un manipolo di giovani difendono la propria dignità di educatori, professionisti della Scuola che, con il percorso abilitante, le specializzazioni e i master, hanno stratificato uno spessore culturale quale mai nessuna leva di insegnanti, in precedenza ha posseduto. E guardandosi intorno – osservando le politiche disastrose condotte, dai sindacali, nei decenni recenti – hanno ritenuto di dovere fare da sé. E hanno avuto ragione nove volte su dieci. E’ quasi incredibile che un manipolo di giovani abbia potuto spiegare (piegando gli “addetti ai lavori”) come vada fatto un bando concorsuale, come vadano fatti i test, come vadano intese e applicate le norme. Il MIUR ha navigato sugli scogli: - Nel 2009, sulle questioni del divieto di trasferimento da una provincia all’altra e delle graduatorie di coda delle Gae (e l’ANIEF è prevalso dinanzi al Tar Lazio, dinanzi al Consiglio di Stato, ottenendo la nomina di commissari ad acta, e ha vinto in Corte Costituzionale ottenendo, nella tabella di valutazione dei titoli, il riconoscimento dello spostamento dei 24 punti, del punteggio di servizio, anche militare, dei sei punti aggiuntivi per gli abilitati SSIS); - Nel 2011, il ministero si è incagliato sulla questione dei criteri di accesso al concorso a dirigente scolastico (e l’ANIEF è riuscito a far ammettere anche i neo-immessi in ruolo con 5 anni di pre-ruolo e i precari; oggi quasi una ventina di essi sono dd.ss. Sempre con riferimento al concorso dirigenziale, l’ANIEF ha individuato e contestato centinaia di quiz errati o docimologicamente inappropriati, nel novero dei 6000 pubblicati nell’esercitatore ministeriale, e perfino nei 100 quesiti sorteggiati per la prova effettiva ha individuato quiz improponibili); - Nel 2012, il ministero si è incagliato su molte norme irragionevoli del bando del concorso a cattedra firmato dal sorridente ministro Profumo (e l’ANIEF ha contestato, dinanzi alla magistratura amministrativa: l’esclusione dei candidati che avevano conseguito la laurea dopo il 2002; la soglia 35 punti alla preselezione; l’esclusione, dalle assunzioni, degli idonei inseriti nelle graduatorie di merito; ancora nel 2012, il ministero si è anche incagliato nella gestione dei quiz preselettivi per l’accesso al TFA (e l’Anief contestando in sede giudiziaria i quiz errati ha fatto ammettere centinaia di ricorrenti, alle prove scritte); - Nel 2014, l’Anief: ha contestato la violazione del principio dell’anonimato nella nuova batteria di quiz somministrati per il II ciclo del TFA; ha ottenuto l’ammissione alla frequenza dei corsi PAS, del personale di ruolo e precario con 360 giorni di servizio; ha ottenuto l’inserimento nelle Gae dei docenti abilitati con diploma magistrale e il reinserimento di quelli cancellati; ancora nel 2014 (26 novembre) al MIUR è arrivata una tranvata di provenienza Lussemburgo (sentenza della Corte di Giustizia Europea contro la reiterazione illegale dei contratti a t.d. nella Scuola, e contro ogni discriminazione di diritti e prerogative a danno di coloro che esercitano la funzione docente con contratti a t.d.). Il mittente è, ancora, il presidente Anief, Marcello Pacifico che, per primo, aveva sollevato la questione dinanzi alla Corte U.E., fin dal 2010. Il MIUR è costretto a immettere nei ruoli circa 150 mila docenti precari che spremeva e licenziava di anno in anno. Non dico che la crisalide (lo stile Anief di fare sindacato inchiodando il MIUR al banco della magistratura del lavoro e dai giudici amministrativi) sia aggraziata; non potrebbe esserlo, perché nel travaglio quotidiano di fronteggiare il muro di gomma eretto dai decisori delle politiche scolastiche, l’urto è, di necessità, scomposto. Ora, però, Pacifico dichiara: “Centinaia sono ancora i giudizi in corso… Più di 400 avvocati hanno firmato una convenzione con il sindacato che si può pregiare di aver avuto anche la collaborazione di insigni giuristi… Ma se il sindacato vince (n.d.r. ottiene alle elezioni di marzo un numero di preferenze sufficiente ad ottenere il riconoscimento formale), contestualmente s’impegna a ricorrere di meno se sarà ascoltato dall’Amministrazione in sede di consultazione quando diventerà rappresentativo. Già, perché forte delle sue 16.000 deleghe, Anief rincorre la sua naturale vocazione a rappresentare i lavoratori ai tavoli istituzionali”. In queste parole del Presidente intravediamo un desiderio: se, alla tornata elettorale RSU dei giorni 3,4,5 marzo pp.vv., saremo in grado di presentare 4.000 liste, nelle scuole, la crisalide potrà sfarfallare ben più aggraziata e lieve. Fuori metafora: se avremo conseguito il riconoscimento formale di “rappresentatività” sindacale nazionale, l’intelligenza, l’inventiva, la saggezza che ci ha fatto vincere nei tribunali potrà essere messa a servizio del confronto con il MIUR, nelle sedi appropriate, con vantaggio della Scuola, e la tensione dello scontro lascerà il posto al confronto costruttivo e ragionevole, nell’interesse della Scuola. Ci aiutino i colleghi elettori ad essere più aggraziati senza perdere in efficacia. All’Anief serve presentare almeno 4 mila liste. Chi vuol candidarsi scriva a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Aiutateci a cambiare la scuola. #iocambiolascuola e tu? Entro primavera si dovranno discutere i provvedimenti del Governo sulla scuola; c’è bisogno di un sindacato forte, giusto e vincente. Collaborate candidandovi o sottoscrivendo la candidatura di un collega che si presenti con lista ANIEF, nella vostra scuola; c’è tempo fino al 6 febbraio prossimo. Possono candidarsi i supplenti che abbiano sottoscritto un contratto fino a Giugno 2015 (Circolare Aran n.1/2015) e questa novità è uno degli effetti conseguenti alla su citata sentenza della Corte di Giustizia europea; in caso risultassero eletti, questi docenti precari resterebbero in carica nella funzione di RSU fino alla scadenza del contratto. La candidatura è incompatibile con la condizione di d.s., di presentatore di lista, e di componente la commissione elettorale. Le elezioni si terranno nei giorni del 3, 4, e 5 marzo 2015 e saranno valide, ai fini della individuazioni della rappresentanza sindacale unitaria, solo se vi parteciperà la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto (in caso contrario, dovranno essere ripetute). Leonardo MAIORCA
° Disamorati
Sembra essere questa la condizione psicologica di molti colleghi che, molto più numerosi rispetto allo scorso anno, chiedono il pensionamento. Molte le ragioni del disamore: innanzitutto l’effetto della Riforma Fornero sull’età pensionabile e la, connessa, maggiore difficoltà a fronte di un lavoro che richiedendo il costante impegno relazionale con classi numerose, poco si attaglia agli ultrasessantenni. L’organico funzionale potrà costituire un rimedio a questa difficoltà ? Magari affidando ai professori più esperti tutte le funzioni di staff ? In atto, per chiede di andare in pensione occorre aver compiuto 66anni e 3 mesi tra il primo settembre e il 31 dicembre 2015, o avere maturato 42 anni e 6 mesi di contribuzione, per gli uomini, e 41 anni e sei mesi, per le donne, entro il 31 dicembre 2015. Tra le cause del disamore non va scartata, anche, la delusione prodotta dal documento “La buona scuola” e dalla Legge di Stabilità 2015, visto che il Governo vuole fare cassa sugli emolumenti agli insegnanti e sulla spesa per personale ATA. Brutto segnale al quale consegue, adesso, che i richiedenti la quiescenza sarebbero 17mila - dato ufficioso, da un primo calcolo degli insegnanti di scuola materna, elementare, media e superiore che hanno presentata istanza di pensionamento nel gennaio scorso -, il 70% in più (anche a costo di accettare le penalizzazioni per prepensionamento) rispetto a quanti sono andati in pensione dal primo settembre 2014. E, intanto, ai “Quota 96” del 2012 continua ad essere interdetto il pensionamento. Salvate i soldati “Quota 96” !