Scuola: Aggiornamenti in progress – giovedì 22 gennaio 2015

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°Concorso Educativo sul tema: “Al fronte e nelle retrovie, l’Italia  durante la Prima guerra mondiale”. Invio degli elaborati, entro il 30 aprile.

Nell’ambito del progetto digitale Cento Anni Grande Guerra, le scuole per la storia (www.centoannigrandeguerra.it), la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Struttura di Missione per il Centenario della Prima Guerra Mondiale e il MIUR- Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione indicono il concorso per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che vorranno scrivere, in maniera creativa e originale, sull’Italia durante la Grande Guerra (dalle trincee alle città, dal fronte alle retrovie) sfruttando le potenzialità espressive offerte dai media e dall’uso competente e consapevole delle risorse della rete. Riportiamo, dal Regolamento. “Art.1. Il concorso educativo è rivolto agli studenti di tutte le scuole italiane, di ogni ordine e grado che invieranno entro il 30 Aprile 2015 un elaborato digitale attinente al tema e rispondente alle caratteristiche sotto esplicitate, usando l’apposito form online, disponibile al link: http://www.centoannigrandeguerra.it/area-riservata/al-fronte-e-nelle-retrovie-litalia-durante-la-primaguerra-mondiale/. Art. 2. 1. Registrazione da parte del docente, sul portale Cento Anni Grande Guerra: www.centoannigrandeguerra.it. 2. Elaborazione di una narrazione multimediale in forma di “digital-tale”, che integri diversi linguaggi, mettendo in gioco competenze trasversali alla didattica: capacità di scrittura, abilità tecnologiche e sensibilità artistica (per le specifiche tecniche vedi art. 3 e art 3.1); 3. Compilazione del modulo dedicato e upload online dei materiali e di tutte le informazioni richieste da parte del docente o di chi ne fa le veci entro il 30 Aprile 2015. 4. Selezione nell’apposito form di caricamento del premio cui si intende candidare l’elaborato, scegliendo tra i tre possibili: Premio Corriere della Sera – Scuola; Premio Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane (ICCU); Premio Museo Nazionale del Cinema. 5. L’elaborato può essere realizzato da un gruppo di studenti e dalla classe. In ogni caso sarà premiata la classe. Art. 3 Caratteristiche tecniche per la realizzazione degli elaborati. Ogni classe è libera di realizzare il proprio lavoro elaborando testi, immagini e/o fotografie digitali, contributi video, audio e/o animazioni, immagini e/o fotografie analogiche opportunamente digitalizzate, fumetti, utilizzando i software che ritiene più idonei. … Art. 3.1. Per quanto riguarda i video, gli studenti insieme al docente possono scegliere di realizzare interviste, reportage, video in stop-motion, un cartone animato o un cortometraggio. La durata minima è 1 minuto, quella massima 3 minuti. Il video va caricato preliminarmente su YouTube e successivamente il link andrà inserito compilando l’apposito modulo al momento del caricamento dell’elaborato. Art. 4. I premi Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane (ICCU) e Corriere della Sera – Scuola, accettano contributi di qualsiasi tipo, purché pertinenti al tema del concorso e alle specifiche dei premi stessi (cfr. art 5).Il premio Museo Nazionale del Cinema accetta solamente contributi video. Ogni elaborato, a prescindere dal premio cui si intende candidarlo, deve comunque contenere: un titolo; un breve abstract che lo descrive (massimo 500 caratteri);eventuali didascalie per le immagini; eventuali bibliografia e webgrafia delle fonti utilizzate (fotografie, video, testi,...); l’indicazione dei luoghi citati nel proprio contributo; la foto e la mini bio (200 parole) della classe partecipante… Sul portale web “100 Anni Grande Guerra - le scuole per la storia” (www.centoannigrandeguerra.it) sono a disposizione delle scuole documenti raccolti e raccontati da esperti, storici, docenti e studenti utili ad approfondire e sviluppare autonomamente in aula una riflessione sulla Prima Guerra Mondiale e a trovare stimoli per la partecipazione al concorso. Per informazioni, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

°TFA secondo ciclo. La collaborazione interistituzionale tra CRUI e MIUR è tutt’altro che agevole

La cronaca di questi giorni segnala una levata di scudi dei rettori universitari (Nota CRUI del 12 gennaio u.s.), e per arrivare a livello di rettori, il malessere deve aver ampiamente pervaso gli uffici. La CRUI, con una nota del 12 gennaio 2015, contesta in diversi punti la Nota Miur del 29 dicembre scorso in materia di TFA II ciclo:  “Si stigmatizza quanto avvenuto con la pubblicazione della nota 20175 del 29 dicembre u.s., inviata ai soli Uffici Scolastici Regionali e non anche al sistema universitario, con effetti negativi per quanto riguarda l’indispensabile coordinamento fra Università e USR. Si osserva, inoltre, che la precitata nota non recepisce le richieste elaborate dalla CRUI e inviate al MIUR il 3 dicembre u.s”. Punti di dissonanza tra la Nota Miur n.20175 e la Nota CRUI del 3 dicembre 2014 riguardano, tra altro: - i candidati ricorrenti avverso le procedure preselettive, ammessi dal TAR, con riserva, al percorso abilitante e che hanno completato con successo il percorso formativo; - la ridistribuzione regionale degli “idonei non vincitori”; - la ridistribuzione degli “idonei” in classi non attivate nelle Regioni di provenienza; - l’indicazione delle sedi, per le classi di concorso con numero di posti o di idonei basso; - la preclusione dell’accesso ai percorsi TFA, per coloro che possiedono, per la medesima classe di concorso, un’abilitazione PAS o di altra matrice; - la necessità di incrementare il numero dei “tutor coordinatori” da distaccare presso gli atenei. Notiamo che la posizione della CRUI ha una coerenza interna (evitare che il TFA diventi la scorciatoia con cui gli aspiranti docenti incrementino il punteggio nelle Graduatorie di Istituto; occorre capire se questa è anche l’esigenza del MIUR. Aggiungiamo una considerazione che va oltre la specifica dissonanza tra i due vertici, e che guarda in generale alla collaborazione tra Scuola e Università nei percorsi abilitanti e nella formazione. Al tempo delle SSIS, la collaborazione era agevolata dall’interfaccia costituita dai “supervisori” che, in condizione di semiesonero dall’insegnamento nelle scuole, guidavano i colleghi universitari nei meandri della burocrazia scolastica illustrandone le reali esigenze. D’improvviso (all’epoca del tandem Tremonti-Gelmini) qualcuno propose di risparmiare su questi semiesoneri illudendosi che gli atenei potessero orientarsi autonomamente; il deficit reputazionale dei percorsi TFA e PAS dice che così non è; se sarà possibile individuare il “genio” che ha messo a morte le SSIS, se ne potrà verificare il grado di esperienza in materia di curricoli scolastici, percorsi abilitativi e concorsi. Intanto la nota CRUI della quale s’è detto segnala l’esigenza di un congruo contingente di distacchi.