1) Dati sui procedimenti di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi
In applicazione dell’art.1 comma 32 della legge 6 novembre 2012, n.190, le stazioni appaltanti – scuole comprese – sono tenute a pubblicizzare i dati annualmente, sui propri siti internet, e a trasmetterli all’Autorità Nazionale AntiCorruzione.
2) Una quota del “curriculum dello studente” potrebbe essere affidata alla scelta dei maturandi
Senza intaccare il monte ore della quota nazionale obbligatoria, gli studenti delle ultime classi dei corsi di istruzione secondaria di II grado potranno (forse) scegliere alcune materie e attività.
°Dati sui procedimenti di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi
In applicazione dell’art.1 comma 32, della legge 6 novembre 2012, n.190, le stazioni appaltanti – scuole comprese – sono tenute a pubblicizzarli annualmente sui propri siti internet e a trasmetterli all’Autorità Nazionale AntiCorruzione. Lo chiarisce la Nota n.2351 - 22-01-2015 della Direzione Generale per il Personale scolastico. Riportiamo. “Sono pervenute a questa Direzione Generale richieste di chiarimento in merito all’applicabilità, anche alle istituzioni scolastiche, delle disposizioni di cui all’art.1, comma 32, della legge 6 novembre 2012, n.190 che obbliga le stazioni appaltanti a pubblicare sui propri siti internet, entro il 31 gennaio di ogni anno, i dati relativi ai procedimenti di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi e a trasmettere gli stessi all’ANAC secondo le modalità operative fornite dalla stessa Autorità con nota del 12 gennaio 2015. In mancanza di un’espressa deroga per le istituzioni scolastiche, le stesse devono considerarsi destinatarie dei citati obblighi di pubblicità e comunicazione. Si prega di dare la massima diffusione alla presente nota in considerazione dell’approssimarsi della scadenza del termine finale e delle sanzioni previste in caso di mancato adempimento”.
°Una quota del “curriculum dello studente” potrebbe essere affidata alla scelta dei maturandi
Pur senza intaccare il monte ore della quota nazionale obbligatoria, gli studenti delle ultime classi dei corsi di istruzione secondaria di II grado potranno scegliere alcune materie e attività: lo propone la VII Commissione Permanente del Senato integrando la vigente normativa (largamente disattesa). Nessuna pregiudiziale, da parte nostra, su questa ragionevole proposta, della quale, l’Organico funzionale dell’Autonomia aiuterà ad ammortizzare i riflessi sulla composizione degli organici dei docenti; comunque, ancora nulla di sicuro. Ci permettiamo di dire che una proposta di importanza tale merita approfondimento e non i superficiali accenni – una sorta di snorkeling – che se ne fanno. I decisori della politica scolastica preparano, con i tecnici, la proposta sulla Scuola che Renzi ha preannunciato per il 22 febbraio. Fervet opus e un contributo viene anche dalla Commissione Permanente “Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport”: lo scorso 14 gennaio, la VII Commissione ha approvato la Risoluzione Atto 386 (d’iniziativa di Francesca Puglisi, PD), integrata con proposte del sottosegretario D'Onghia, su: - riordino della Secondaria di II grado; - impatto del precariato sulla qualità dell’insegnamento; - iniziative del Governo in tema di potenziamento di alcune materie e la situazione del personale. In esito all’esame, protratto per oltre un trimestre anche con audizioni di esperti, la VII Commissione ha, tra altro, proposto al governo che agli studenti delle classi terminali dei corsi di istruzione secondaria superiore sia data facoltà di contribuire a configurare i curricoli scolastici nella parte facoltativa e in quella opzionale. Riconoscendo questa opportunità agli studenti, si mira a personalizzare il percorso di studi adeguandolo alle attitudini e agli interessi degli allievi, e a potenziare l’effetto “orientamento”. Risoluzione 386/2015. “Una parte della disoccupazione in Italia è collegata al disallineamento tra domanda di competenze che il mondo esterno chiede di sviluppare e ciò che effettivamente la scuola offre.… La quota di autonomia a disposizione di ciascuna istituzione scolastica (20%) per consentire la modifica dei percorsi di studi, collegandoli maggiormente all’offerta formativa locale e al know how acquisito nel tempo dalle singole scuole, e` stata utilizzata pochissimo per i limiti posti dalla stessa normativa riguardo agli organici di istituto. Infatti, la quota di autonomia e flessibilità può essere utilizzata solo nei limiti delle dotazioni organiche assegnate e senza determinare esuberi di personale….Si ritiene auspicabile assicurare una reale autonomia delle scuole nella definizione di un curriculum di istituto, eventualmente anche collegato con le esigenze del territorio e con l’eventuale rete di ambito territoriale, avvalendosi del personale docente in organico cattedra e in organico funzionale… Si propone di introdurre la possibilita`, soprattutto nelle classi terminali del secondo ciclo di istruzione, di un curriculum dello studente, formato da una parte obbligatoria per tutti e una parte opzionale, a scelta dello studente, oltre che da discipline facoltative di arricchimento. Curriculum articolato in discipline obbligatorie, discipline opzionali (diventano obbligatorie una volte scelte) e discipline facoltative di arricchimento, consentirebbe una personalizzazione del percorso di studi, adeguandolo alle attitudini e agli interessi degli allievi, così da potenziare l’elemento orientativo dell’istruzione… Il curriculum personalizzato dello studente, sopra citato, dovrebbe essere anche coerente con le scelte successive dopo il diploma di scuola secondaria di II grado. Un percorso di studi che vede una progressiva personalizzazione nelle scelte delle discipline consente di evidenziare in anticipo interessi ed attitudini, rendendoli poi coerenti con gli sbocchi successivi. Ne consegue che anche l’esame di Stato dovrebbe essere modificato, rappresentando un momento di sintesi di un percorso formativo personalizzato, con al centro le scelte e le motivazioni di ciascun studente, e non solamente una verifica delle conoscenze acquisite… Le migliori politiche per l’orientamento non possono fare a meno di relazionarsi con il mondo del lavoro… Nella scuola, invece, i vincoli e la rigidità dell’organizzazione degli studi e degli orari settimanali odierni, come già sopra riportato, rendono impraticabile la necessaria flessibilità per procedere nella direzione indicata. Il disallineamento tra domanda (delle imprese) e offerta (della scuola) è dovuto, al di là della capacità della scuola di stare al passo col mondo, alla richiesta profondamente diversificata che proviene dalle aziende…”. Alcune nostre considerazioni. La locuzione “personalizzazione del curricolo dello studente”, presente nella Risoluzione 386, richiama alla memoria il dibattito sulla Scuola sviluppatosi tra il 1997 e il 2004, negli anni in cui autorità della cultura pedagogica italiana furono consiglieri di Luigi Berlinguer (Pietro Bertolini, Giancarlo Cerini, Franco Frabboni, Cesare Scurati, Ernesto Galli della Loggia, Gaspare Barbiellini Amidei, Clotilde Pontecorvo, Umberto Margiotta, Giuseppe Bertagna, Angelo Panebianco, don Michele Pellerey, Nicola Tranfaglia, e altri), e poi di Letizia Moratti (Giuseppe Bertagna, Norberto Bottani, Giorgio Chiosso, Michele Colasanto, Ferdinando Montuschi, Silvano Tagliagambe, e altri). Pertanto, ci sembra utile capire se, adesso, il termine personalizzazione sia solo un richiamo nominalistico, o se qualcosa questo PD e questo Governo intendano recuperare dalle ceneri dei due successivi incendi (dolosi) che hanno vanificato la produzione di quel fervido periodo di riflessione sulla Scuola. Segnaliamo che, nel 275/1999, l’art. 8 ha stabilito tre “quote” del curricolo scolastico: - la quota “obbligatoria” per tutte le scuole di un determinato ordine e grado, definita a livello nazionale in riferimento agli obiettivi delle discipline e attività, al monte-ore annuale, alle competenze “in uscita”, e agli standard valutativi; - la quota “integrativa”, affidata alla competenza delle scuole che, con limiti, possono operare modifiche dei piani dì studio, secondo la domanda territoriale; - la quota opzionale, costituita dal “curricolo aggiuntivo” delle singole scuole. Analogamente, la Riforma Moratti (azzerata all’avvento del II governo Prodi) previde curricoli di tre tipi: quelli obbligatori per tutti, quelli facoltativi ispirati alle scelte delle famiglie e studenti, e quelli basati “sul contributo educativo, culturale e professionale dell’extrascuola”; disponeva, accanto al “nucleo fondamentale omogeneo su tutto il territorio nazionale” costituito dai “piani di studio personalizzati”, una quota autonoma del curricolo, programmata dalle singole scuole.