° Concorso: "You teach, da oggi il Prof. Sei tu"
Il concorso rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Le date di scadenza e le modalità di invio dei video sono in: http://www.telecomitalia.com/tit/it/youteach.html. Il progetto EducaTi è volto a favorire l’abilitazione al digitale del sistema scolastico italiano, sperimentando e promuovendo nuovi modelli di apprendimenti e insegnamento assieme a tutti i soggetti attivi nel mondo della scuola. Le classi interessate dovranno preparare una lezione su uno o più social network; la lezione dovrà essere filmata con uno smart-phone (o telecamera) e dovrà durare al massimo 5 minuti. Per partecipare occorre accedere dal sito istituzionale del MIUR oppure da:http://www.telecomitalia.com/tit/it/youteach/come-partecipare.html. La classe che realizzerà il miglior video vincerà un iPad Mini per ogni studente ed uno per il professore mentre la scuola di appartenenza verrà premiata con la versione premium della piattaforma Telecom Italia.
°Semplice-mente Anief
Qual è la ragione del successo dell’ANIEF; qual è la cifra della sua azione sindacale, quale ne è la consistenza. I lavoratori della Scuola sono chiamati, nei giorni del 3,4,5 marzo pp.vv., a rinnovare le Rappresentanze Sindacali Unitarie; troveranno liste dell’Anief in 2.324 scuole, con 3275 candidati tra i quali anche 1500 docenti precari (perché, ed è questa la vittoria più recente dell’ANIEF, è sancito ufficialmente il loro diritto a partecipare di ogni diritto sindacale; avevamo rivendicato questo diritto, in splendida solitudine, già tre anni fa, in occasione dell’ultima tornata elettorale). Qual è la consistenza dell’Anief ? Vanta 16.000 deleghe, la adesione di 50000 tesserati, 400 collaboratori (amministrativi, consulenti, formatori, legali) distribuiti su tutto il territorio nazionale. Qual è la ragione del successo dell’ANIEF ? La linearità del percorso: dal 2009 (quando i fondatori del giovane sindacato scesero in campo per difendere il proprio futuro dagli effetti che l’art. 64 della Legge 6 agosto 2008 n.133 stava producendo) e poi, di anno in anno, addrizzando le storture di una politica scolastica pensata da ministri privi di conoscenza della realtà scolastica. Addrizzare come ? Il giovane sindacato, pur privo della qualifica formale di rappresentatività e del titolo per sedere ai tavoli della contrattazione nazionale e locale, si è fatto valere (in tutti i gradi di giudizio e perfino con una sentenza della Consulta) subito, contestando la disposizione sui trasferimenti “in coda”, dei precari iscritti nelle G.E. Da allora, è stato un crescendo di successi, fino alla sentenza della Corte di Giustizia Europea che sancisce il principio della parità dei diritti dei lavoratori precari della Scuola, rispetto ai lavoratori stabilizzati. La cifra del nostro sindacato è la ragionevolezza delle posizioni che, alla lunga, non può non prevalere sulle posizioni strumentali e distorte del Ministero (per lo più mirate a minimizzare l’offerta del servizio scolastico pubblico), e su quelle tiepide e diafane, necessariamente, dei sindacati vocati a concertare. E’ questione di “vocazione” ha detto ieri Marcello Pacifico: alcuni sindacati l’hanno perduta. “Poca fame”, si dice di quei calciatori che, onusti di gloria e milioni, tirano indietro il piede; e, dei combattenti che difendono le proprie famiglie e case, si dice che sono più motivati al combattimento, rispetto ai soldati di professione. L’ANIEF si dispone a un forte impegno sulla questione dell’avanzamento nella carriera, per merito, contro la proposta farlocca contenuta in “La buona scuola”. La nostra valutazione di questo criterio di avanzamento di carriera è nettamente negativa perché: - la retribuzione degli insegnanti non viene allineata a quella degli altri pubblici dipendenti che espletano funzioni per le quali è richiesta laurea e abilitazione; - non si contiene il gap retributivo tra i docenti universitari e quelli delle scuole, inopinatamente cresciuto, dagli anni Settanta, in misura sproporzionata; - i nostri insegnanti guadagnano circa il 30% in meno rispetto alla media negli altri Paesi OCDE: un terzo in meno rispetto ai colleghi francesi, inglesi e olandesi, quasi la metà rispetto ai tedeschi. Secondo la proposta renziana, nelle scuole verrebbe stilata una graduatoria e al 66% dei docenti verrebbe riconosciuto, per tre anni, un aumento (con il denaro ricavato non riconoscendo gli scatti di anzianità): in sostanza una semplice redistribuzione delle retribuzioni, all’interno della categoria. Quanto ai tre criteri preventivati per valutare il “merito”, l’ANIEF esprime un critica: i tre tipi di credito sono disomogenei: i “crediti professionali” e quelli “formativi” sono legati al merito del docente (formazione e impegno lavorativo), e sono certificabili e valutabili obiettivamente; quanto al “credito didattico”, invece, non è valutabile in modo univoco e obiettivo perché l’apprendimento degli studenti solo in parte dipende dal lavoro dei docenti ed è condizionato da molteplici co-fattori. Occorre, altresì tenere presente che la responsabilità della didattica non è individuale ma collegiale. Operando in seno al Consiglio di classe, l’insegnante va valutato tenendo conto del fatto che i risultati del suo lavoro emergono dal concorso delle risorse umane di tutta la scuola. La dimensione “collegiale” dell’attività delle scuole è stata molto rafforzata con le norme sull’Autonomia scolastica. La valutazione della funzione docente non può riguardare risultati che non discendano dalla diretta responsabilità dei docenti e/o che solo parzialmente dipendano dall’efficacia della loro attività professionale. In materia di didattica, all’esito dell’apprendimento degli alunni concorrono più e, se i livelli di apprendimento degli studenti saranno considerarti tra i parametri per valutare la competenza didattica dei docenti, si rischierà di penalizzare ottimi professionisti che insegnano in scuole difficili, e di premiare pessimi docenti che lavorano con alunni avvantaggiati dall’ambiente familiaree dall’ambiente sociale. In opposizione alla strategia presentata nel Documento, l’ANIEF propone che gli insegnanti che prestano servizio in scuole “di frontiera” siano gratificati con scatti aggiuntivi, a prescindere dall’esito delle performance scolastiche dei loro alunni. Veniamo anche alla spinosissima prospettiva per cui si volessero utilizzare i punteggi che gli alunni conseguono nei test INVALSI per la valutazione sulla qualità della didattica. E’ evidente anche a un bambino che, a determinare il livello delle acquisizioni degli studenti, interviene una pluralità di condizionamenti di difficile estrapolazione, per lo più di natura ambientale connesse al livello culturale e allo status economico delle famiglie, e le varianti soggettive (capacità cognitive, motivazione, attenzione, conoscenze pregresse) negli alunni. E ci sono anche da considerare le variabili interne ai processi educativi e formativi: caratteristiche del corpo docenti, risorse della scuola, tassi di frequenza e di abbandono; efficienza organizzativa e qualità delle strutture della scuola, a cominciare dalla disponibilità del corredo didattico strumentale; di queste variabili, per ragioni di efficacia comparativa trasversale alle scuole, alle regioni e perfino alle nazioni, i test INVALSI non tengono conto: sono standard, disancorati dalla didattica e dagli obiettivi programmati dalle singole scuole. Quali saranno le nostre rivendicazioni, in prospettiva, potete ascoltarlo dalla voce del presidente Pacifico, in questo stesso portale, dalla registrazione di un discorso trasmesso, domenica scorsa, in collegamento streaming con 16 città. Se le sue argomentazioni vi sembreranno ragionevoli, potreste, a volta vostra, segnalare il video a vostri ai conoscenti che lavorano nelle scuole; nei giorni del 3,4,5 marzo pp.vv, potrebbero, votando Anief, aiutarci a conseguire il nostro obiettivo: raggiungere il 5% del totale dei voti che saranno espressi nella tornata elettorale: è la soglia minima oltre la quale anche l’ANIEF conseguirebbe il riconoscimento formale di sindacato rappresentativo.