° Workshop nazionale sulla Scuola in ospedale e a domicilio, a Roma da domani al 20 marzo
L’Ufficio Stampa del MIUR segnala la Tre giorni di studio organizzata dalla D.G. per lo Studente, la Partecipazione e l’Integrazione, in collaborazione col Politecnico di Milano e con il CNR. Parteciperanno esperti del settore e oltre 250 tra dirigenti scolastici e docenti.Nel corso dei lavori sarà presentata anche la nuova area del portale web della scuola in ospedale (http://pso.istruzione.it) dedicata allaFormazione per la Scuola in Ospedale (Afso); dall’a.s. 2013-2014 è in corso, per iniziativa di alcuni UU.SS.RR., la sperimentazione del registro elettronico di cui al D.P.R. n.122/2009.La scuola in ospedale è un servizio tradizionale, nel nostro Paese, agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado; nell’a.s. 2013/2014, il progetto Scuola in ospedale ha interessato 72.765 studenti e oltre mille docenti, e per i 1235 bambini e i ragazzi colpiti da gravi patologie, oltre mille scuole (23.448 docenti) hanno assicurato il servizio di istruzione domiciliare, impartita, da insegnanti della scuola di provenienza, che abbiano dato disponibilità a questo e servizio e siano provvisti delle competenze ed esperienze necessarie a prestare attenzione e ascolto alla relazione educativa che si instaura con gli alunni malati cogliendone emozioni, bisogni, tensioni e aspirazioni, e a risolvere le difficoltà connesse alla gestione di queste situazioni. A richiesta (documentata) delle famiglie di alunni impossibilitati alla frequenza scolastica, le scuole predispongono un progetto di formazione indicando anche la durata e i docenti assegnati; il progetto è formalizzato dal Collegio dei docenti, dal Consiglio d'Istituto e, (per l’eventuale spesa aggiuntiva) dall’USR di competenza. La istituzione dei due servizi risale agli Anni ‘50, avviata in alcuni ospedali per bambini; poi, la normativa si è sviluppata attraverso, tra altro, la C.M. del 2 dicembre 1986, n. 345, la C.M. n. 353 del 1998, la C.M. 7 agosto 1998 n.353; il Vademecum per l’istruzione domiciliare predisposto da esperti convenuti per il Seminario Nazionale MIUR del 1-3 dicembre 2003); le Indicazioni operative: Progettazione dei percorsi di scuola in ospedale e a domicilio, elaborate a conclusione del Seminario Nazionale MIUR tenutosi dal 29 al 31 maggio 2012; la C.M. n. 71 del 2 agosto 2012.
° C’era una volta la legge delega 477/1973. Il D.D.L Renzi infligge l’ultima picconata
Non è questo il luogo per una disamina completa, e dunque ci limitiamo al Titolo I del DPR 31 maggio 1974 n.416 (riguarda gli organi collegiali di partecipazione democratica nella scuola), per raffrontarlo con ciò che è scritto, in tema di valutazione del servizio dei docenti, nel d.d.l. che domani o dopodomani approderà alla Camera o al Senato. Il Sessantotto aveva espresso le istanze di democrazia e partecipazione alla vita della scuola, e all’inizio degli Anni ‘70, Aldo Visalberghi (Convegno di Frascati) e Riccardo Misasi avviarono la riflessione che ha condotto all’assetto del sistema scolastico configurato con la Legge delega 30 luglio 1973, n. 477 e con i decreti attuativi. Non che abbiano suscitato entusiasmo, né abbiano spento le contestazioni studentesche. Tocca a noi – che, in quegli anni, pubblicavamo “Prospettiva” (il periodico palermitano del movimento studentesco “G.S.”, antenato della molto dissimile Comunione e Liberazione) – dire, paragonando i contenuti di quella legge con i contenuti del d.d.l. Renzi, che quelle contestazioni erano quanto meno imprevidenti. Non è questo il luogo per una disamina completa, e dunque ci limitiamo al Titolo I DPR 31 maggio 1974 n.416 che riguarda gli organi collegiali di partecipazione democratica nella scuola, finalizzati alla "…partecipazione nella gestione della scuola dando ad essa il carattere di una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica" (art.1). A livello di circolo e di istituto, il citato Titolo I ha istituito gli organi collegiali: il Consiglio di classe o interclasse, il Collegio dei docenti, il Consiglio d'istituto, la Giunta esecutiva ed il Comitato di valutazione del servizio degli insegnanti. Col l'art. 42, il citato decreto ha riconosciuto, agli alunni e ai loro genitori, il diritto di assemblea scolastica. La legge delega 477/73 aveva, anche, istituito la figura del Vicario come figura elettiva in seno al Collegio dei docenti; è una funzione di designazione fiduciaria del d.s., dall’entrata in vigore l’art.21 della legge c.d. “Bassanini”. Proprio la legge n.59/97 ha dato, sotto la gestione Berlinguer, la prima potente picconata ai decreti Misasi, e a seguire altre ne sono arrivate, tutte motivate sostanzialmente con esigenze di bilancio erariale: la riforma degli organi collegiali esterni (1999) ha abolito il Consiglio scolastico distrettuale, e ha trasferito i Consigli Scolastici provinciali in seno agli Uffici scolastici regionali. Le vicende del declino del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione sono ben note: ha navigato a vista - con proroghe successive, da tre anni sotto reggenza commissariale e sostanzialmente esautorato della già pur modesta funzione consultiva, e risorgerà - grazie all’intervento del Tar Lazio (Ottobre 2013) e del Consiglio di Stato (febbraio 2015) - con la denominazione Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, e squadra dimezzata. Paradossalmente, si devono a governi della Sinistra politica (e, paradossalmente, al ministro che molto si è speso per l’autonomia scolastica) i primi provvedimenti che hanno tolto alla Scuola il carattere di learning community nella quale si insegna e si apprende nel segno della collegialità, e hanno conferito al sistema scolastico carattere aziendale. La libertà di insegnamento (art.33 Cost.) ne esce con le ossa rotte, e con essa l’efficacia della funzione docente: Parafrasando una celebre frase di C.Péguy, possiamo affermare che l’educatore o è autorevole o non è: al buon esito del rapporto educativo, è essenziale che sia figura di riferimento per gli alunni perché la motivazione ad apprendere è correlata all’autorevolezza degli insegnanti. A norma dei decreti Missi, abbiamo già detto, gli insegnanti esercitavano l’elettorato attivo e passivo per eleggere il vicepreside, e anche per eleggere i membri dell’Ufficio di presidenza che affiancano il preside, e i membri del Comitato di valutazione del servizio dei docenti (la principale mansione era di valutare il servizio di straordinariato dei neoassunti). La matrice elettiva dei collaboratori del preside è stata negata dalla legge 59/1997, e per ciò che attiene al Comitato di valutazione dei servizi sembra voglia provvedere Renzi; ecco la bella sorpresa che il d.d.l. Renzi prospetta: “Articolo 9. Periodo di formazione e prova del personale docente ed educativo. 1. Il personale docente ed educativo assunto ai sensi dell’art.8 ,è sottoposto al periodo di formazione e di prova, il cui positivo superamento determina l’effettiva immissione in ruolo. 3. Il personale docente ed educativo in periodo di formazione e di prova è sottoposto a valutazione da parte del dirigente scolastico, sulla base di un’istruttoria del docente con funzioni di tutor, sentiti il Collegio dei docenti e il Consiglio di istituto. …5. In caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il dirigente scolastico provvede alla dispensa dal servizio con effetto immediato, senza obbligo di preavviso… Articolo 11 Valorizzazione del merito del personale docente… 2. Il dirigente scolastico sentito il Consiglio di Istituto assegna annualmente la somma di cui al comma 1 sulla base della valutazione dell’attività didattica in ragione dei risultati ottenuti in termini di qualità dell’insegnamento, di rendimento scolastico degli alunni e degli studenti, di progettualità nella metodologia didattica utilizzata, di innovatività e di contributo al miglioramento complessivo della scuola”. In sostanza, Renzi intende esautorare il Comitato di valutazione, il solo consesso elettivo sopravvissuto, tra quelli istituiti coi decreti Misasi, e al quale si diceva dovesse subentrare l’istituendo Nucleo di valutazione interno. Nella logica evolutiva della normativa sulla governance, lo il Fiorentino-speedy fa segnare un arretramento. L’ANIEF intende rivolgersi ai parlamentari.
Leonardo MAIORCA