1) Programma Operativo Nazionale 2014-2020: “Per la Scuola, Competenze e ambienti per l’apprendimento”
Si tratta di un Programma che sommando stanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo, somma il 40% di risorse in più rispetto alla programmazione precedente. Riportiamo dalla Nota (15 aprile 2015) dell’Ufficio Stampa MIUR.
2) In Commissione Cultura della Camera
Cadenza lenta dei lavori della VII Commissione, questa settimana a Montecitorio.
3) Esami di Stato 2015. Candidati esterni su corsi serali
Un chiarimento che la D.G. per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione impartisce (Nota 3358 del 17 aprile 2015) alle DD.SS.RR.
4) La mobilità intercompartimentale per il personale della Scuola
Antimo Di Geronimo spiega quali sono le prospettive per i docenti che preferiscono non insegnare in aula. Riportiamo, in parte.
° Programma Operativo Nazionale 2014-2020: “Per la Scuola, Competenze e ambienti per l’apprendimento”
Si tratta di un Programma che sommando stanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo, somma il 40% di risorse in più rispetto alla programmazione precedente.
Riportiamo dalla Nota (15 aprile 2015) dell’Ufficio Stampa MIUR. “Oltre tre miliardi di euro per il potenziamento dell’offerta formativa, il rafforzamento delle competenze degli studenti, l’innovazione degli ambienti di apprendimento (anche in termini di edilizia scolastica) e della didattica. Li prevede il PON 2014-2020…. Le risorse saranno destinate per il 70% alle Regioni meno sviluppate (Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata)… Per la prima volta il Pon Istruzione riguarda tutto il Paese e non solo le Regioni in via di sviluppo. Quattro sono gli assi sui quali dovranno svilupparsi gli interventi finanziati con i fondi Pon: Istruzione (Asse I), Infrastrutture per l’istruzione (Asse II), Capacità istituzionale e amministrativa (Asse III), Assistenza tecnica (Asse IV). … Ogni Ufficio scolastico regionale avrà una struttura idonea e personale dedicato per garantire supporto alle scuole e l’efficacia delle attività programmate dalle istituzioni che decidono di sfruttare le opportunità offerte dai Fondi Ue”.
° In Commissione Cultura della Camera
Questa settimana a Montecitorio, cadenza lenta dei lavori della VII Commissione che, la scorsa settimana, ha terminato la discussione generale. Le altre commissioni parlamentari tenute al parere su questo d.d.l. “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, con delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” hanno l’impegno prioritario del Documento di Economia e Finanza, e a Montecitorio il d.d.l. resta all’o.d.g. delle Commissioni Cultura (2 sedute) e Lavoro (il primo approccio).Se si considera che l’iter parlamentare del d.d.l. sulla (buona !?) Scuola prevede il parere delle Commissioni Bilancio e degli Affari Costituzionali e la discussione in Aula, è già difficile che il Senato riceva il testo a fine maggio. Sappiamo che i precari stanno sulle spine (ad es., per l’art.12) e constatiamo un rallentamento della cadenza dei lavori. Il fatto, poi, che le proposte di emendamento presentate dai soggetti audìti siano state per lo più divergenti fa assegnare il primo round al Governo che (salvo qualche perplessità manifestata dalla Relatrice Maria Coscia) vede non scalfito il suo d.d.l. Vedremo quali emendamenti saranno giusicati ammissibili dalla Presidenza della VII commissione e posti all’esame (dal giorno 22 p.v., presumibilmente). In questo quadro, cresce l’importanza dello sciopero che abbiamo indetto per l’intera giornata del 24 aprile, venerdì prossimo, quando migliaia di docenti e Ata convergeranno a Roma (anche sui pullman che l’ANIEF mette a disposizione) e parteciperanno al corteo e al sit-in guidati da Marcello Pacifico. Il personale interessato a raggiungere Roma in pullman e partecipare al corteo e al sit-in di venerdì 24aprile può scrivere aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
° Esami di Stato 2015. Candidati esterni su corsi serali
Un chiarimento che la D.G. per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione impartisce (Nota 3358 del 17 aprile 2015) alle DD.SS.RR. La nota ricorda ai direttori regionali che, a norma dell’articolo 2, del decreto ministeriale 14 aprile 2015, n.214: “1. I candidati esterni non possono chiedere di sostenere gli esami di Stato presso istituti statali o paritari ove funzionano indirizzi sperimentali serali del previgente ordinamento. In tal caso i candidati medesimi devono sostenere gli esami, compresi quelli preliminari, esclusivamente nei corsi diurni sui programmi relativi ai nuovi ordinamenti con riferimento alle discipline del quinto anno. 2. Nei corsi quadriennali sperimentali di nuovo ordinamento autorizzati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n.275 del 1999, attesa la peculiarità di tali corsi i candidati esterni non possono sostenere gli esami di Stato; non è ammessa l’ammissione agli esami di Stato con abbreviazione di un anno per merito. 3. I candidati esterni non possono sostenere gli esami di Stato nei corsi sperimentali ove è attivato il c.d. “Progetto Sirio” dell’istruzione tecnica”. In 245 casi, rilevati dal Ministero, gli UU.SS.RR. dovranno correggere la impostazione degli abbinamenti disposti per i candidati esterni nelle commissioni d’esame.
° La mobilità intercompartimentale per il personale della Scuola
Con riferimento allo schema di decreto predisposto dalla Funzione pubblica in vista dell'imminente discussione in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni, Antimo Di Geronimo spiega che cosa si prospetta per i docenti che preferiscono non insegnare in aula. Riportiamo, in parte. “Potranno chiedere di passare in altre amministrazioni dello stato. A patto che siano disposti a rinunciare a tutti gli scatti di carriera fin qui maturati e che si accontentino di uno stipendio più basso. … Negli ultimi decenni, il costante peggioramento della qualità della vita nelle classi ha determinato un aggravamento dell'onerosità della prestazione…. Il risultato è che, secondo recenti statistiche derivanti dall'esame di dati Inpdap sulle richieste di pensione per inabilità, la categoria dei docenti sarebbe due volte più soggetta a patologie da burn out rispetto alla categoria degli impiegati. Il dato non deve sorprendere. Allo stress dovuto alle dinamiche relazionali tipiche della professione va aggiunto anche il peso di un alto tasso di pendolarismo… Di qui la legittima aspirazione di andare a lavorare in altre amministrazione dello stato…. La prospettiva di un lavoro ad orari fissi (flessibili al bisogno) senza l'assillo della correzione dei compiti e dello studio casalingo per preparare le lezioni, le ferie anche in periodi diversi dall'estate e, soprattutto, la stabilità della sede di lavoro, rendono la mobilità intercompartimentale particolarmente appetibile. Ma chi opterà per questa soluzione dovrà prepararsi ad accettare uno stipendio più basso: i docenti delle secondarie saranno inquadrati nel ruolo dei funzionari (area C) e gli insegnanti di scuola dell'infanzia e della primaria nel ruolo degli impiegati di concetto (area B). .. Riceveranno uno stipendio pari a quello di un vincitore di concorso neoassunto. La perdita salariale, dunque, potrà arrivare fino a 500 euro in meno, netti mensili. Per la mobilità volontaria, infatti, la bozza di decreto non prevede la possibilità del cosiddetto assegno ad personam. E cioè il mantenimento dello stesso stipendio che si percepiva nell'amministrazione di provenienza (con il blocco degli scatti di anzianità). Quest'ultima ipotesi, però, non è applicabile alla scuola. Perché la legge consente il mantenimento del diritto a continuare a percepire lo stesso importo retributivo maturato solo nel caso in cui la mobilità intercompartimentale avvenga in sede di ricollocazione di personale in esubero. Ciò avviene solo se non v’è possibilità di ricollocazione nella stessa amministrazione dove il lavoratore presta servizio…. Va detto che la mobilità intercompartimentale a domanda è un diritto che può essere soddisfatto solo in presenza del previo nulla osta dell'amministrazione di appartenenza e dell'accettazione da parte dell'amministrazione ricevente. Che può essere negata. Anche se la legge vieta alle amministrazione la possibilità di mettere posti a concorso in assenza del previo tentativo di coprire i posti accettando le domande di dipendenti provenienti da altre amministrazioni”.