° Gran lavoro per i deputati della VII commissione Cultura di Montecitorio
Sul testo governativo in discussione, il d.d.l. n.2994, i commissari hanno già presentato centinaia e centinaia di emendamenti (per lo più, recepiscono alcune proposte degli circa 80 soggetti che la Commissione ha ammesso alle audizioni nella fase dell’istruttoria preliminare) ma ci sono anche da considerare e votare 13 proposte di legge il cui esame, la presidenza della VII Commissione ha abbinato al d.d.l. n.2994, in quanto di materia affine. Nella sessione iniziata ieri, la Commissione esamina (e voterà a maggioranza) la proposta complessiva da presentare all’Aula e sulla quale non mancherà di acquisire il parere favorevole del ministro Giannini e dei sottosegretari all’Istruzione. Consideriamo con interesse, tra le proposte abbinate, la C. 2975 "Disposizioni concernenti la formazione delle classi nella scuola primaria e secondaria" (primo firmatario Cimbro) che intende porre rimedio al numero eccessivo di alunni per classe. L'attuale legislazione, in vigore dal 2009, prevede per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado in media trenta alunni per classe; i proponenti mirano a che sia ripristinato l’ordinamento preGelmini riportando le classi al numero di venticinque alunni. Nel 2009, ricordiamo che la propaganda governativa cercò – per bieche ragioni di cassa – di divulgare il messaggio secondo cui non vi sarebbe correlazione tra la qualità didattica e la spesa pubblica per la Scuola, messaggio che cozza con l’esperienza di chi, lavorando con troppi alunni, sa per esperienza di non riuscire a personalizzare l’offerta didattica come sarebbe nell’interesse degli alunni deboli, senza dire del mancato o parziale conseguimento degli obiettivi educativi e delle criticità in fatto di igiene e sicurezza negli ambienti scolastici. Riportiamo parte della Proposta di Legge n. 2975. “….salvo quanto stabilito per le classi iniziali delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado, comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità, nonché per le classi delle scuole e delle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche: a) le classi di scuola primaria sono costituite, di norma, con un numero di alunni non inferiore a 10 e non superiore a 25; b) le prime classi delle scuole secondarie di primo grado e delle relative sezioni staccate sono costituite, di norma, con un numero di alunni non inferiore a 15 e non superiore a 25; gli alunni eventualmente iscritti in eccedenza possono essere ripartiti nella misura di non più di una o, eccezionalmente, di due unità per ciascuna classe della stessa scuola o sezione staccata…; c) le classi del primo anno di corso degli istituti e scuole di istruzione secondaria di secondo grado sono costituite, di norma, con non meno di 25 allievi; gli alunni eventualmente iscritti in eccedenza, qualora non sia possibile trasferire le iscrizioni a scuole vicine dello stesso ordine
e tipo, possono essere ripartiti tra le classi dello stesso istituto, scuola, sede coordinata o sezione staccata o aggregata, comunque senza superare il numero di 28 studenti per classe…; il numero delle classi del primo anno di corso e di quelle iniziali dei periodi successivi al primo biennio è determinato secondo i criteri di cui alla presente lettera; d) allo scopo di garantire la continuità didattica nella fase finale del corso di studi, le classi intermedie negli istituti e scuole di istruzione secondaria di secondo grado sono costituite in numero pari a quello delle corrispondenti penultime classi funzionanti nell'a.s. in corso, purché nel numero minimo di 16 alunni per ciascuna classe”.
2) A quando le assunzioni dei docenti ? Compresi gli “squadristi” anti Giannini
La ciurma dei decisori politici sta complicando una questione che la CGUE ha deciso in modo assolutamente lineare, e sta impiccando la Scuola al cappio di una riforma meritocratica di impronta ottocentesca. Com’è noto, il Governo ottempererà alla sentenza della Corte di Strasburgo ma limitandone l’applicazione a una ristretta platea di aventi diritto e dequalificando il contratto a t.i.: il neoassunto dovrebbe accettare che ogni tre anni il d.s. possa destinarlo ad altra scuola. E’ un modo non di stabilizzare, come dispone la CGUE, bensì di precarizzare (a regime tutti i docenti), mortificando la funzione sociale e culturale degli insegnanti. Che non se la sopportano. Il Ministro ha avuto la sensazione di un assalto squadristico, e Renzi ci ha spiegato che è proprio dei professori dialogare (dei professori, non del premier e dei ministri); ha ragione, tanto è vero che ogni giorno dialoghiamo con i bambini, i ragazzi, gli adolescenti (in “età ingrata”) e i giovani. Resta da capire perché non riusciamo a dialogare con questa specie di muro di gomma costituito a protezione del d.d.l. 2994. La nostra impressione è che questi decisori politici non percepiscano l’evidenza di migliaia di assemblee e decine di migliaia di documenti che spiegano loro qual è la reale situazione. Adesso, come si fa a ricominciare a dialogare col ministro che a la Repubblica rilascia (26 aprile) dichiarazioni di questo genere ? • “Zunino:Se il prossimo anno scopriste che i presidi potenti assumono parenti e lecchini?” Giannini: «Un preside che sbaglia perderà l’indennità e poi il ruolo…». Nel frattempo, aggiungiamo noi, nell’attesa che il tribunale stabilisca se il preside ha sbagliato, i parenti e i lecchini terranno le cattedre di chi, avendo superiori titoli certificati a norma di legge, se ne va girovago dove lo mandano a insegnare. • “Zunino: Altro fantasma che si aggira: gli albi territoriali da cui il preside potrà attingere il docente che gli manca”. Giannini: «Gli albi territoriali sostituiscono il folle punteggio che fin qui ha guidato la carriera degli insegnanti: prendo 0,4 con il master del 2008, ci aggiungo la legge 104 sui familiari in difficoltà….». Commentiamo: Questo ministro giudica “folle” il criterio delle graduatorie che ha sottratto ai raccomandati e percettori di tangenti le assunzioni nella Scuola, sicché l’obiettività e trasparenza di questo criterio ha quasi azzerato il contenzioso giudiziario sulle nomine. • Altre chicche, nell’intervista rilasciata dalla Giannini: “Noi non diamo soldi alle scuole paritarie”; commentiamo: quattro giorni prima dell’intervista a Zunino, l’Ufficio Stampa del MIUR comunicava “Roma, 22 aprile 2015, Firmato decreto che definisce i criteri di ripartizione dei fondi per le scuole paritarie. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il decreto che definisce i criteri per l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie validi per il 2015… I contributi ammontano a 471,9 milioni…”. • “La consultazione sulla Buona scuola, noi, l’abbiamo fatta davvero”; commentiamo: - ma avete tenuto conto soltanto delle proposte compatibili con il vostro modello. •“Molti mi fermano per dire di non arretrare”; commentiamo: - Per il futuro, cerchi di circondarsi di gente che non tenti di strumentalizzarla. •“Ho certezza che tra i docenti ci sia un’inerzia diffusa e avverto il rischio che non vogliano partecipare al cambiamento”; commentiamo:Vedremo mai un ministro che abbia stima dei professori ? Preferibilmente, che giunga a dirigere il MIUR avendo lavorato nella Scuola ? Su questo ministro resta l’imprinting del suo (prima che la Giannini passasse al PD) mentore, quel prof. Monti che sospettava la categoria degli insegnanti di strumentalizzare gli alunni a fini “corporativi”. Secondo Tuttoscuola, la linea di politica scolastica del Governo sta producendo – a parte che un’evidente tensione (sabato scorso, alla Festa dell’Unità di Bologna, il ministro Giannini e Francesca Puglisi, responsabile Scuola del PD hanno subito una dura contestazione) – il ritardo delle nuove nomine. Da 35 anni, Tuttoscuola fornisce in modo professionale notizie sulla Scuola e commenti del direttore Giovanni Vinciguerra; riteniamo quindi attendibile, ancorché superi ciò che paventavamo, la previsione che il periodico – mai pregiudizialmente ostile al Governo – fa con le News n.689 del 27 aprile 2015. Riportiamo. “L’avvio del prossimo anno scolastico sarà quasi un calvario per le scuole italiane, a causa del ritardo di approvazione definitiva della legge sulla Buona Scuola. Ritardo inevitabile anche se si decidesse in extremis di spacchettare il piano di assunzioni… I 101 mila docenti che saranno assunti, con ogni probabilità arriveranno verso Natale e potrebbero avere la nomina con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2015 ed effettiva dal momento della presa di servizio. Sui posti vacanti e disponibili dovranno essere nominati supplenti fino all’arrivo dell’avente titolo (cioè i 101 mila), interrompendo in modo generalizzato la continuità didattica.… E potrebbe esserci di peggio. Nelle grandi città metropolitane… vi potrebbero essere in successione più nomine di supplenti fino all’arrivo dell’avente titolo: prima i supplenti nominati dal dirigente scolastico, poi quelli nominati dall’USP e poi i nuovi immessi in ruolo. In barba alla continuità didattica”. Se quanto Tuttoscuola prospetta si avvererà, producendo a molte decine di migliaia di nostri colleghi e a centinaia di migliaia di studenti i danni economici e morali che è facile immaginare, sarà l’erario pubblico (e, in sostanza, tutti noi) a dovere dare ristoro, in esito a decine di migliaia di sentenze, al danno provocato dall’esaltazione ideologica ottocentesca di questi decisori politici. Leonardo MAIORCA