1) Firma digitale: il MIUR procede ad adeguamenti dell’hardware e del software
Si rendono necessari entro il 1 settembre 2015, quando non avranno più validità le firme digitali apposte tramite dispositivi che non risultino conformi ai requisiti di sicurezza certificati dall’Organismo per la certificazione della sicurezza informatica.
2) Un politologo che vogliamo ringraziare
Registriamo con piacere, e riportiamo da un intervento di Ilvo Diamanti.
3) Stato di agitazione permanente che giunga al blocco degli scrutini
E’ ciò che chiede buona parte della gran massa di lavoratori che lo scorso 5 maggio hanno manifestato, e che adesso sono insoddisfatti degli emendamenti al testo del Ddl ‘Buona Scuola’.
° Firma digitale: il MIUR procede ad adeguamenti dell’hardware e del software
Si rendono necessari entro il 1 settembre 2015, quando non avranno più validità le firme digitali apposte tramite dispositivi che non risultino conformi ai requisiti di sicurezza certificati dall’Organismo per la certificazione della sicurezza informatica. Indicativamente, il MIUR fa sapere che dal prossimo mese di giugno tutti i titolari saranno tenuti a richiedere un nuovo certificato avente le caratteristiche tecniche previste dall’OCSI, in sostituzione di quello attuale, e che dal mese di luglio p.v. potrebbe essere disponibile il servizio innovativo di firma che utilizzerà il nuovo certificato digitale. La tempistica sarà notificata in via ufficiale, a breve. Nel frattempo, per gestire la transizione al nuovo sistema di firma, poiché tali certificati non saranno più validi con l’entrata in vigore del nuovo servizio di firma, il MIUR dispone la sospensione, a partire dal 18 maggio p.v., del servizio di richiesta tramite Polis – IstanzeOnLine degli attuali certificati digitali. Il servizio di firma digitale MIUR (utilizzato dalle funzioni SIDI Firma Digitale e Bilancio scuole - Area Gestionale Movimenti – Distinta trasmissione OIL) rimarrà regolarmente operativo.
° Un politologo che vogliamo ringraziare
Registriamo con piacere, e riportiamo da un intervento di Ilvo Diamanti. “L’Italia: è un Paese sempre più vecchio, dal quale i giovani più preparati, appena possono, fuggono. E non ritornano. Per questo, una “buona scuola” è importante. Ma perché costruirla “contro” i suoi protagonisti? Contro gli studenti? E contro gli insegnanti? …… L’Italia impiega il 4,2% del proprio Pil nell’istruzione pubblica. In Europa è 23esima. … La considerazione nei confronti degli insegnanti — e della scuola — si è allargata, più che in passato, perché oggi si percepisce un diffuso disorientamento sociale. Un senso di “vuoto” che, più ancora di prima, spinge a cercare “chiodi” a cui attaccarsi…. Più di 6 persone su 10 manifestano fiducia nei confronti degli insegnanti pubblici”. (“La rivincita dei Buoni Maestri adesso insegnare dà prestigio” – larepubbica.it - 7 maggio 2015).
° Stato di agitazione permanente che giunga al blocco degli scrutini
E’ ciò che chiede buona parte della massa di lavoratori che lo scorso 5 maggio hanno manifestato, e che adesso sono insoddisfatti degli emendamenti al testo del Ddl ‘Buona Scuola’ che risultano essere stati avanzati, a conclusione dei lavori della VII Commissione di Monte Citorio, nella notte tra sabato e domenica scorsa. La Camera dei deputati inizierà la discussione di merito in seduta plenaria il 14 maggio; nel contempo saranno acquisiti i pareri sul disegno di legge, quelli: della Commissione Affari sociali; della Commissione Affari Esteri; della Commissione Bilancio; della Commissione Ambiente e Agricoltura; edella Commissione, Finanze. Il testo approvato a Monte Citorio (il 19 maggio, dicunt) passerà all’esame del Senato. Chi lavora nella Scuola è insoddisfatto del decreto e della corsa impressa da Renzi; invece, si dice soddisfatta – reciproco negativo - la ministro Giannini; l’Ufficio Stampa del MIUR titola: “Ddl La Buona Scuola, Giannini: "Bene lavori Commissione, testo arricchito”. Non si potrebbe avere immagine più nitida dell’incolmabile iato tra Paese reale e Paese legale. I sindacati si trovano a valutare le forme più incisive da promuovere per bloccare un provvedimento che molti, ANIEF compreso, ritengono avere profili di incostituzionalità. La linea dell’ANIEF è nota: contro il muro di gomma eretto dai diversi governi, il miglior rimedio resta (purtroppo) il ricorso alla magistratura amministrativa, al Consiglio di Stato e alla Consulta. Ma i dipendenti della Scuola sollecitano ai sindacati misure immediate ed eclatanti, e serpeggiano propositi di un’iniziativa dal basso che giunga ad infrangere le regole. Non saremo noi a smorzare l’impeto di chi vorrà bloccare, oltre che le attività aggiuntive e l’adozione dei libri di testo, anche gli scrutini conclusivi, a Giugno. Chi vorrà farlo deve, però, essere consapevole del fatto che (limitatamente al blocco degli scrutini) può essere sanzionato a norma di legge. E’ dunque inesatta la valutazione, che gira nel web in questi giorni, per cui chi lo vorrà potrà con piccola spesa ostacolare le operazioni di scrutinio bloccandole oltre i limiti consentiti. La Legge 12 Giugno1990, n. 146, e succ. modificazioni e integrazioni, individua i servizi pubblici ritenuti “essenziali” al fine di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti dei cittadini, tutelati costituzionalmente; per assicurare l’effettivo godimento di questi diritti, la Legge dispone le regole da rispettare e le procedure da seguire in caso di conflitto collettivo. Tra i doveri dei pubblici dipendenti, la citata legge elenca, nell’ambito della pubblica istruzione e formazione, quelli di assicurare la continuità del servizio negli asili nido, scuole materne e scuole elementari, nonché lo svolgimento degli scrutini finali e degli esami (con particolare riferimento agli esami conclusivi dei cicli di istruzione). Lo scrutinio intermedio e quello finale richiedono che il Consiglio di Classe sia costituito nella forma di Collegio Perfetto, con la presenza cioè di tutti i componenti, dato che ha funzione giudicante (D.Lgs 297/94); in caso di assenza di uno dei titolari, il Dirigente può sostituirlo, purché questi abbia provveduto a lasciare una documentazione scritta che renda possibile al sostituto l’espressione di una valutazione motivata degli alunni, a cominciare naturalmente dai voti numerici da attribuire ai singoli alunni. Non consegnare tale documentazione potrebbe configurare il mancato adempimento al dovere di “leale collaborazione”, ai sensi: del D.Lgs 165/2001 (come riformato dal D.Lgs 150/2009), del Codice di Comportamento allegato al vigente CCNL di comparto, e del già citato D.Lgs 297/94. Entro venti giorni dal verificarsi del fatto, il Dirigente dà inizio al procedimento mediante la contestazione formale al professore degli addebiti che gli vengono mossi e, attraverso una procedura minuziosamente regolamentata, il d.s., acquisita la memoria difensiva, conclude il procedimento, entro sessanta giorni dalla contestazione dell'addebito, archiviando o irrogando una sanzione; contro i provvedimenti che irrogano le sanzioni é sempre ammesso il ricorso al giudice civile con funzione di giudice del lavoro (con le procedure previste dal D.Lgs 165/2001). All’epoca del premier Giuliano Amato, prototipo degli uomini della Provvidenza salvatori dell’Italia (la salvò in un week end, nottetempo, e bloccò i contratti pubblici), i dd.ss. comminarono ai docenti che non osservammo le disposizioni di legge sanzioni disciplinari (per lo più, l’“avvertimento” scritto all’osservanza dei propri doveri, o la “censura”), e il Dipartimento della Funzione Pubblica comminò una sanzione pecuniaria commisurata al numero dei giorni di sciopero. Leonardo MAIORCA