1) Forte richiesta dei sindacati perché si vada al rinnovo del contratto di lavoro
Quella della riduzione della spesa pubblica per l’istruzione è, come è stata per il passato, una chiave interpretativa utile a spiegare le scelte dei decisori politici volte a ridimensionare, nel d.d.l. che l’Aula di Monte Citorio sta per discutere, la funzione docente.
2) L’attualità degli studi classici, a fronte delle alle esigenze della società e del mondo del lavoro.
Oggi, alle ore 15, presso la sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, il convegno "Il futuro del liceo classico".
° Forte richiesta dei sindacati perché si vada al rinnovo del contratto di lavoro
Quella della riduzione della spesa pubblica per l’istruzione è, come è stata per il passato, una chiave interpretativa utile a spiegare le scelte dei decisori politici volte a ridimensionare, nel d.d.l. che l’Aula di Montecitorio sta per discutere, la funzione docente: l’orientamento del governo sembra quello di demansionarla, da professione, a lavoro esecutivo, dipendente dal d.s. (unica professionalità riconosciuta nella Scuola), per continuare a pagarla come adesso. Un insegnamento soggetto alle scelte altrui e alla mobilità a vita effettuerebbe a un ruolo lavorativo subalterno, da retribuire come lavoro esecutivo, e quindi senza nessuna prospettiva di valorizzazione economica rispetto al livello attuale; sarebbe così realizzato un contenimento della spesa pubblica. Intanto la contrattazione è ferma da 57 mesi, e una pressante richiesta, affinché si vada al rinnovo contrattuale, è stata avanzata da tutti i sindacati durante i due incontri (lo scorso 7 maggio e ieri 12) che hanno avuto, al Nazzareno e a Palazzo Chigi, con i decisori politici che stanno gestendo (malissimo !) la politica sulla Scuola. All’incontro del giorno 12, Renzi non era presente (c’erano, per il governo, i ministri Giannini, Boschi, Madia, Delrio, e il sottosegretario alla presidenza De Vincenti). Uscendo dalla riunione, i rappresentanti sindacali hanno annunciato tempesta. La riforma della Scuola la vogliono fare senza chi di scuola ha esperienza e conoscenza. C’è inoltre che così basse, le retribuzioni del personale scolastico non sono mai state, comparativamente rispetto a quelle del settore privato, nel quale le retribuzioni sono cresciute in un anno dell'1,5%. “ A guidare la classifica dei lavoratori che vantano una busta paga in crescita, quelli delle telecomunicazioni (3,5%), seguiti dagli addetti del settore gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,3%), dai lavoratori di energia e petroli e estrazioni minerali (3,0%). La percentuale scende a zero nella scuola… e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Il dato sconta le restrizioni imposte dalla crisi, che nella scuola ha determinato non solo il blocco dei rinnovi contrattuali…. Il 2013 è tuttora inutile ai fini della progressione di carriera. Nella scuola, dunque, più che di retribuzioni ferme, è legittimo parlare di retribuzioni decurtate. Il contratto della scuola, infatti, anziché prevedere il medesimo importo retributivo dall'inizio alla fine della carriera, suddivide gli importi secondo una scala crescente che parte da un minimo (la cosiddetta classe 0) per i neoassunti fino a un massimo (classe 35) per i lavoratori più anziani. Il differimento di un anno del termine di maturazione dei gradoni, dunque, si traduce in una decurtazione delle retribuzioni nell'ordine di 1000 euro l'anno”. (Fonte ItaliaOggi, 5 maggio 2015).
2) L’attualità degli studi classici, a fronte delle alle esigenze della società e del mondo del lavoro.
Oggi, alle ore 15, presso la sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, il convegno "Il futuro del liceo classico", promosso dall’on. Elena Centemero, responsabile Scuola e Università di Forza Italia; Giovanni Vinciguerra, Direttore di Tuttoscuola, coordinerà gli interventi. Una nostra opinione, al riguardo della necessità di dare al diploma del liceo classico qualche riconoscimento, in analogia con quanto fanno nel caso di altri titoli rilasciati al termine di corsi di istruzione secondaria di secondo grado, previa individuazione del Profilo Educativo, Culturale e Professionale che gli alunni del Classico acquisiscono in uscita. Premettiamo alcuni dati sulle possibilità che i diplomati nei licei classici hanno di accedere a corsi di istruzione postsecondaria, e a pubblici concorsi tra quelli riportati in G.U. Serie speciale Concorsi. Negli ultimi 30 giorni sulla G.U. figurano 31 concorsi (tra quelli a t.i. ed a t.d., escludendo quelli per mobilità da altri enti e quelli riservati a categorie protette). Di questi 29 concorsi, 19 sono aperti a tutti i diplomati (compreso un concorso indetto per esigenze Servizio bibliotecario dell’Università di Trieste); 12 concorsi sono riservati a diplomati di vari ordini scolastici, ma nessuno dei 12 è riservato a diplomati del liceo classico (3 per geometra, 1 per perito industriale o perito edile, 1 per diplomati negli istituti magistrali, 2 per diplomati negli istituti socio-psico pedagogici o i licei delle scienze umane e sociali, 1 per diplomati in istituti tecnici, 3 aventi la per qualifica professionale). Nessun concorso, ribadisco, prevede una riserva, per il diplomato del Classico, un punteggio supplementare, come se fosse indifferente avere , ad esempio, in un museo, personale formato agli studi classici o a quelli tecnici. Consideriamo, adesso, le occasioni di inserimento dei diplomati al Classico, negli oltre 100 Poli formativi di settore e corsi di Istruzione Tecnica Superiore. E’ l’offerta formativa terziaria (legge 27 dicembre 2006, n.296), in 4 semestri, forma tecnici di 6 aree: Efficienza energetica; 2) Mobilità sostenibile; 3) Nuove tecnologie della vita; 4) Nuove tecnologie per il Made in Italy; 5) Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo; 6) Tecnologie della informazione e della comunicazione. Uno studio condotto nel 2014, su un campione di 518 diplomati, dall’Osservatorio sugli Istituti Tecnici Superiori, segnala che il 55% degli studenti diplomati ITS ha un lavoro. Teoricamente, l’area culturale turistica è consentanea agli studi classici ma, quanto al placement lavorativo, il Diploma di Tecnico Superiore consente l’inserimento diretto solo nelle aziende private, e gli imprenditori preferiscono assumere personale con un formazione negli istituti tecnici e professionali, anche perché a cogestire i corsi sono 127 di questi istituti, 258 imprese e Camere di commercio. Ai diplomati del Classico, la Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (art.69 della legge 17 maggio 1999 n.144) offre di più ? No. Anche la IFTS si rivolge prevalentemente al mondo della produzione. Ai diplomati del Classico non riserva particolari preferenze neanche per i corsi volti alla promozione culturale nel territorio; come ad es. per i progetti di “Auditor ambientale”, per i quali sono preferiti i diplomati a indirizzo tecnico industriale o tecnico per geometri. Fino a 8 anni addietro, il 12% delle famiglie italiane iscrivevano al ginnasio i figli mail numero degli iscritti è diminuito fino al minimo attuale: per l’a.s. in corso, le iscrizioni sono state circa 30mila, il 6% del totale degli iscritti al primo anno del II ciclo di istruzione. I genitori sono una massa di sprovveduti? O piuttosto la questione è da analizzare in riferimento agli sbocchi che questo titolo di studio consente nell’istruzione terziaria e nell’accesso ai concorsi ? Le famiglie degli alunni sconoscono i pregi degli studi del liceo classico ? Lo escludo. E’, per antonomasia, il corso di studi eminentemente formativo. Un’offerta formativa che accompagna gli alunni: - dentro i topoi (i loci, le guise, le figure hegeliane) del vero; - a coltivare la sensibilità per il bello, in natura e nell’arte; - a coltivare l’amore per il giusto e il servizio agli altri. Citerò tre palermitani integerrimi nel servizio alla società: Falcone che studiò nel mio stesso corso C, al Liceo classico Umberto (con il professore Franco Salvo, che tutti ci ha forgiato); Borsellino, che studiò al Classico Meli. Chi può negare che l’esercizio del tradurre latino e greco si efficace per lo sviluppo delle funzioni cognitive ? E tuttavia, gli stessi obiettivi formativi possono essere conseguiti in altri percorsi di istruzione secondaria di secondo grado, perché decisivo non è il tipo di studi ma una loro qualità che comporti la messa in opera dei più elevati livelli tassonomici delle funzioni cognitive, dell’area affettiva, e dell’area psicomotoria. Ad esempio, agli alunni di un istituto tecnico, impegnati nel progettare un chiosco di vendita, di caratteristiche date, quanta intelligenza occorre e quanto sapere in ordine alla padronanza (mastery) dei dati e delle regole, ma anche in ordine alle competenze analitica e sintetica, e alla competenza espressiva grafica figurale ? E in alcuni di questi alunni si potrà altresì apprezzare la costruzione concettuale euristica e percorsi efficacemente divergenti di problem solving. Se le cose stanno così, occorrerà prendere atto del fatto che ogni corso di studi può fornire – attraverso attività e materie differenti - le medesime competenze di natura generale trasversale, e che il diploma classico va valorizzato e riconosciuto per un suo valore legale riferito a competenze specifiche che conferisce. Per queste specificità, i decisori politici (a livello di ministeri del lavoro e dell’istruzione, di enti regionali e locali), gli imprenditori e le autorità universitarie che cogestiscono le fondazioni di istruzione postsecondaria non universitaria) diano ai diplomati del liceo classico un riconoscimento esclusivo, in analogia con quanto si fa nel caso di altri titoli rilasciati al termine di corsi di istruzione secondaria di secondo grado.