1) XXIII anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio
A Palermo, il 23 maggio da tutta Italia e dall’estero, 40.000 studenti non soltanto ricorderanno ma saranno da forte monito, lo speriamo, ai delinquenti e ladri che compromettono il futuro dei giovani.
2) Il braccio di ferro, in seno alla generazione giovane: boys renziani e boys Anief
Ieri, mercoledì, l’Aula della Camera ha dato il via libera al disegno di legge n. 2994, sulla “Buona scuola”, con in seno la serpe dell’art.9 che ha il preciso scopo di demansionare la funzione docente. L’articolo 9 ha riportato 224 voti favorevoli, 100 contrari e 11 astenuti; molti gli assenti, per lo più tra i deputati della minoranza del P.d. ma a sostituirli nel voto favorevole è venuta in soccorso F.I.
° XXIII anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio
A Palermo, il 23 maggio da tutta Italia e dall’estero, 40.000 studenti non soltanto ricorderanno Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, del giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, e degli uomini delle loro scorte Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano, ma saranno da forte monito, lo speriamo, ai delinquenti e ladri che compromettono il futuro dei giovani. La manifestazione è organizzata dalla Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Studente del Ministero dell’Istruzione, e si svolgerà non solo a Palermoma anche in sei altre città (Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno, Corleone) che la RAI metterà in collegamento con il capoluogo isolano. Qui, l’evento principale si terrà presso l’Aula Bunker del carcere Ucciardone, una cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica e di altre autorità; altre iniziative sono programmate in Piazza Politeama e nell’omonimo Teatro, al Teatro Massimo, in via d’Amelio e sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo. Anche quest’anno si terranno i due cortei aperti a tutta la società civile. Il primo corteo partirà alle 15:30 da Via D’Amelio, il secondo si muoverà alle 16 dall’Aula Bunker. Entrambi raggiungeranno l’Albero Falcone in Via Notarbartolo. collegamenti diretti sono programmati su RAI Uno. Cittadine della provincia di Palermo (fra queste Partinico, Caccamo e Capaci) organizzeranno iniziative parallele. Il Miur aprirà all’evento il canale @MiurSocial, con gli hashtag #23maggio e #PalermoChiamaItalia. I giornalisti che vogliano accreditarsi per la commemorazione in Aula Bunker a Palermo devono segnalarsi; inf disponibili al link: http://www.prefettura.it/palermo/news/169910.htm#News_50463
°Il braccio di ferro, in seno alla generazione giovane: boys renziani e boys Anief
Ieri, mercoledì, l’Aula della Camera ha dato il via libera al disegno di legge n. 2994, che con il preciso scopo di demansionare la funzione docente reca in seno la serpe art.9; l’articolo ha riportato 224 voti favorevoli, 100 contrari e 11 astenuti (molti gli assenti tra i deputati della minoranza del P.d. ma a sostituirli nel voto favorevole è venuta in soccorso F.I.). Renzi e i suoi boys tirano dritto con tenacia, senza ascoltare gli oltre 600mila che gridano dalle scuole; il tempo evidenzierà quali sono gli interessi che supportano questa tenacia. Il conto lo pagheranno gli italiani che mandano i figli nelle scuole dello Stato, perché gli insegnanti non avranno l’autonomia (e la connessa responsabilità) nelle scelte didattiche ed educative. Com’è, del resto, nelle scuole gestite dai privati. Così, alla Camera. Al Senato, la partita sulla Scuola riprenderà nella prima settimana di giugno (nella Commissione di merito e in quelle consultive); Renzi vi ha una maggioranza risicata e, però, verosimilmente, F.I. verrà nuovamente in soccorso al Governo, a conferma del fatto che in Italia la dinamica democratica è drogata. Quanto il Parlamento conti, in questo modello di governo della cosa pubblica, lo raffigura plasticamente un’intervista del quotidiano la Repubblica (del 19 maggio scorso; pessimo servizio che Repubblica ha fatto all’on. Cesare Damiano) a un parlamentare ex ministro, ex sindacalista FIOM e, in atto presidente della Commissione Lavoro della Camera: D. La maggioranza e il governo tirano dritto sulla scuola, ma la riforma va cambiata? R. «La riforma ha già subito cambiamenti in commissione». D. Per la sinistra dem - che non ha partecipato al voto sul super preside - non sono sufficienti. R. «Sulla scuola sta accadendo quello che si è visto sull’Italicum. L’emendamento di Fassina ha ottenuto 4 voti e la non partecipazione al voto di 32 deputati dem. Così per l’articolo 9. Ma c’è un’altra minoranza, che allora aveva appoggiato la fiducia sulla legge elettorale, e che ora ha votato “sì”». D. Lei cosa ha fatto? R. «Non ero in aula, ero in Campania a incontrare i lavoratori del settore energia di Napoli e Battipaglia. Comunque avrei votato a favore. È vero che il preside può scegliere l’insegnante, ma sulla base di un curriculum che corrisponda al piano formativo ». D. Non teme discrezionalità e favoritismi? R. «Può sempre capitare tutto. Ma il testo iniziale è stato cambiato e ora il collegio elabora il piano formativo che viene approvato con il voto dal consiglio di istituto. Il preside non assume e non licenzia». Questo dialogo chiarisce in quale morsa Renzi tenga i parlamentari: sotto il profilo legislativo: il deputato-tipo conta sempre meno, sicché è tentato di delegare alle competenti commissioni le varie materie, e durante la discussione in Aula può starsene altrove. Sul tema della chiamata diretta triennale, la favola bella che oggi ci illude, consegnata dalla Relatrice Maria Coscia (Commissione VII) ai deputati della Maggioranza è: 1- il testo del decreto è stato “già migliorato”; 2- il d.s. non assume e non licenzia, e dunque non tocca al deputato darsi pensiero se “può sempre capitare di tutto” (come però avviene in ogni settore della pubblica amministrazione); 3- il governo minnittìa il criterio meritocratico della funzione docente, che aveva retto egregiamente, ma se il Buon Dio terrà d’occhio la situazione può capitare che i dd.ss. scelgano i docenti più meritevoli, quelli che vantano più alti punteggi nelle graduatorie, cumulati con master, stage, plurilauree, voto di abilitazione e di laurea, esperienza di insegnamento (ma, un cristiano dovrebbe ricordarsi: “Sta scritto: Non tenterai il Signore Dio tuo”, Luca 4,1-13) ma; 4- Il medesimo d.s. che ha scelto (senza avere la competenza didattica specifica, nella gran parte dei casi, perché può fare affidamento sulle competenze acquisite, da docente, con una sola specifica abilitazione), sarà colui che attribuisce la retribuzione premiale e la conferma per il trienni successivo, in pieno conflitto di interesse, nel Paese nel quale la discrezionalità, quando non l’arbitrio e l’illegalità, la fa da padrone nelle assunzioni e nelle carriere lavorative; 5- il fatto che la temporizzazione triennale potrebbe impedire la continuità didattica, non è un problema perché la continuità non esiste già, da quando le cattedre vengono assegnate, su input del MEF, con occhio alle 18 ore; 6- il fatto che il docente “stabilizzato” venga destabilizzato (dovrà periodicamente rimodulare la logistica, lui e la sua famiglia) è un vantaggio attivando la selezione naturale che allontanerà dall’insegnamento chi non ha l’animo del nomade. 7- il fatto che il d.s. potrà discrezionalmente conferire ai docenti l'incarico triennale per classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati è il machiavello che surrettiziamente realizza uno step sulla via, cara a Monti e al suo sorridente ministro Profumo, del disconoscimento del valore del titolo di studio (l’abilitazione). Ripeto, il tempo mostrerà evidenti gli interessi che muovono il Governo ad oscurare uno dei pochi criteri meritocratici rimasti in Italia introducendo elementi di discrezionalità, confusione, conflitto di interessi, incertezza normativa. A proposito delle incertezze: - che ne sarà dei docenti aventi diritto a speciali riserve, congedi e tutele ? Come può l’insegnante emanciparsi dalla condizione di precarietà (precor = prego) se ogni 3 anni dovrà sottoporsi a giudizio ? Come potrà rifiutare una chiamata non avendo il quadro delle possibilità eventuali ulteriori ? Le graduatorie territoriali sono transitorie o permanenti ? Il reclutamento su chiamata sarà la norma nel futuro ? Renzi non lo dice, e tira dritto ma a proposito di giovani che tirano dritto, sappia che non meno tenaci dei suoi boys, altri coetanei si oppongono al suo disegno sulla Scuola; l’ANIEF ne è piena. La tenacia va scemando, invece, in chi, tenace 50 anni addietro, scriveva sul giornalino del liceo in tema di democrazia (Paine, Jefferson e Tocqueville) e inevitabilmente è colpito dal vedere il declino delle istituzioni democratiche, e deluso dallo spettacolo del trasformismo e dell’opportunismo politico. Leonardo MAIORCA