° “Programma il Futuro”. Al MIUR, il bilancio del primo anno del progetto triennale
Il progetto, che il Ministero ha avviato nell’autunno scorso in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, ha coinvolto oltre 300.000 studenti di 16.500 classi. Alcune delle 2000 scuole che hanno ospitato le lezioni di #coding, la programmazione informatica effettuata in maniera semplice e divertente (più di metà delle classi coinvolte sono state di scuole primarie), il MIUR ha consegnato riconoscimenti per l’impegno nella crescita del progetto (LIM, libri, dispositivi e sistemi digitali), durante una cerimonia della quale ci si può documentare su: (http://programmailfuturo.it/progetto/evento-celebrativo-primo-anno). Lombardia, Campania, Puglia sono le regioni con la più ampia adesione a “Programma il Futuro”; hanno partecipato non soltanto insegnanti di Matematica ma in buon numero anche quelli di Lettere e di Scienze. L’esito dell’iniziativa è, spiega l’Ufficio Stampa MIUR, di buon auspicio per l’impegno programmatico, esplicitato all’art.2 del d.d.l. 2994, in tema di diffusione del pensiero computazionale nelle scuole.
° “Glorie” del passato
Da ieri, due giorni di audizioni, al Senato, in Commissione Istruzione; poi l’interruzione elettorale sarà l’occasione perché i senatori preparino gli emendamenti che verranno discussi il 3 e 4 giugno e collazionati nelle proposte, della maggioranza e della minoranza, da sottoporre all’Aula per il voto. Dopo l’approvazione del d.d.l. 2994 alla Camera (al Senato, il disegno di legge è ora contrassegnato con il numero 1934), l’On. Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia, ha dichiarato che l’impianto del disegno di legge “è di centrodestra”. Siamo d’accordo ma non è facile riconoscerlo tale, per chi non conosce le linee recenti delle politiche scolastiche e per chi è nella morsa mediatica creata dal disinvolto eloquio del Premier e del gruppo di interessi che lo ha designato e lo sorregge. Questa riforma sembra innovativa, come è raccontata, “confezionata” nell’identità simbolica di efficienza e meritocrazia, ma è reazionaria riportandoci indietro di 50 anni, a prima della riforma Misasi (che aveva creato, una governance condivisa dalle componenti nelle scuole). Chi non è attrezzato per capire, resta ingannato dal luccichio dell’incarto di stagnola dorata e plissettata, dell’uovo di Pasqua; dentro, il cioccolato è di surrogato e la sorpresa è una beffa. Pochi, tra gli opinion makers si sono rivelati attrezzati: sui media, questa complessa materia la scrutano dal pelo dell’acqua, a mo' di snorkeling; anche quelli in buona fede stanno facendo – o, almeno hanno fatto, fino al 5 maggio – un pessimo servizio alla pubblica opinione, nei soliti canoni della chiacchiera, dei servizi “mirati” alla conferma di tesi preordinate, articolate in un linguaggio mai descrittivo, e delle ospitate istituzionali, con una ministro che oscilla tra il linguaggio prescrittivo e quello paternalistico condito con sorrisi (alla maniera dell’ex ministro Profumo quando postulava la generosità degli insegnanti). Per contribuire a diradare la nebbia mediatica, ci sembra utile, allora, richiamare alla memoria quale fosse la cifra delle proposte avanzate, nel 2008, dall’On. Valentina Aprea - allora presidente della VII Commissione Cultura della Camere, e già sottosegretario con il ministro Letizia Moratti – che fu in grado di avanzare, chiaramente, senza infingimenti, una proposta di legge connotata a destra. Oltre che per questa coerenza ideologica, la proposta presentata dall’on. Valentina Aprea ci sembra più ragionevole rispetto a d.d.l. n. 2994, in certi aspetti qual è, ad esempio, il fatto che riconosceva il valore dei punteggi che i neoassunti possedevano nelle graduatorie di provenienza, e il fatto che affidava la premialità a regolare concorso e non alla discrezionalità di un’istanza monocratica: un pregio, rispetto al fatto che adesso si chiede al docente di consegnare nelle mani di un estraneo (un d.s. quale che sia) il proprio progetto di vita e di lavoro prescindendo dalla possibilità di decidere a seconda delle aspirazioni, delle circostanze e risultati didattici conseguiti, delle dinamiche interpersonali nel luogo di lavoro. Le sue scelte le fa un altro, e l’insegnante sta parcheggiato in un ambito territoriale; l’occasione di scegliere il contesto che meglio si attaglia alle sue caratteristiche professionali, l’ha soltanto, come nelle antiche dinamiche del caporalato, se riceve più proposte; a chi non giungono proposte o a chi rifiuta quelle ricevute non resta che attendere la conclusione del giro e sceglierà tra ciò che resta. Negli anni Settanta, un preside – sindaco nel paese ove era ubicata la scuola – la mia proposta di attribuzione di un voto di profitto (3 in filosofia) la contestò, in sede di scrutinio, per 6 ore di fila; e siccome ero d’acciaio, le cose andarono come di regola; sarebbe stato lo stesso se il preside avesse potuto decidere della mia sede di servizio ? Agli esami di riparazione, a settembre, l’esponente politico si sedette in commissione e interrogò lui; l’alunna rispose bene ma solo alle sue domande.
Contenuti della Proposta di legge Camera A.C. 953, riformulata il 18 luglio 2009, dall’On. Aprea.
Governance: Nella scuola non dell’obbligo si costituiscono fondazioni e consorzi (soggetti pubblici e privati, fondazioni, associazioni di genitori o cittadini, organizzazioni no profit). Tali scuole sono dotate di Autonomia statutaria. Il Consiglio di indirizzo (di durata triennale) comprende una rappresentanza di soggetti esterni ed è presieduto da un genitore o da un componente esterno. Tra altri compiti, ha quelli di: approvare e modificare lo statuto della scuola; deliberare il regolamento di istituto; deliberare il POF; approvare il programma annuale, il pluriennale e il conto consuntivo; designare i componenti del Nucleo di valutazione; approvare accordi e convenzioni con soggetti esterni e la partecipazione a fondazioni-consorzi. Reclutamento: Si istituiscono albi regionali ai quali iscrivere, sulla base del voto di abilitazione, coloro che hanno conseguito laurea magistrale o diploma accademico di II livello e l'abilitazione all'insegnamento; gli iscritti possono chiedere passaggio ad altra Regione al termine del primo quinquennio. I concorsi sono banditi da reti di scuole. Il reclutamento avviene per un triennio, con vincolo di permanenza nella scuola di assegnazione; al termine del triennio si ha, o no, la conferma e il docente può, dandone informazione 6 mesi prima, partecipare ai concorsi che siano stati nel frattempo banditi, per trasferirsi ad altra scuola. Carriera. E’ articolata nei tre distinti livelli di docente ordinario, docente esperto e docente senior; a ciascun livello corrisponde un distinto riconoscimento giuridico ed economico della professionalità maturata. L'articolazione in livelli non implica sovraordinazione gerarchica. Gli incarichi aggiuntivi sono remunerati con retribuzioni a carattere temporaneo, nell'ambito delle risorse iscritte nel fondo di istituto. All'interno di ciascun livello è disposta la progressione economica automatica per anzianità. L'attività del personale appartenente ai livelli professionali di docente ordinario e di docente esperto è soggetta a una valutazione periodica, secondo criteri predisposti dal Invalsi, effettuata dal Nucleo di valutazione, in ordine a: a) l'efficacia dell'azione didattica e formativa; b) l'impegno professionale nella progettazione e nell'attuazione del piano dell'offerta formativa; c) il contributo fornito all'attività dell'istituzione scolastica o formativa; d) titoli professionali acquisiti in servizio. Il nucleo di valutazione è presieduto del d.s., ed è formato da due docenti senior, eletti all'interno della istituzione scolastica dai soli docenti esperti e senior. La commissione è rinnovata ogni 5 anni. L'avanzamento dal livello di docente ordinario a quello di esperto avviene a domanda, a seguito di selezione per titoli effettuata da apposite commissioni, tenendo conto dell'attività di valutazione dei crediti formativi posseduti e dei titoli professionali. L'avanzamento dal livello di docente esperto a quello di docente senior avviene mediante superamento di concorso e di corso di formazione(indetti da reti di scuole), volti a verificare il possesso dei requisiti culturali e professionali. (Leonardo MAIORCA)