° La rubrica News, nella home page di www.istruzione.it
Segnaliamo un dato abnorme: In questo mese di giugno, circa il 90% delle notizie postate è rubricato: “Notificazione per pubblici proclami disposta dal Tribunale…..del ricorso R.G. n….”. Quindi, sembra che molte questioni scolastiche siano passate dalla cura del MIUR alle competenze dei magistrati amministrativi e di quelli del lavoro. Questo dato percentuale può suggerire una valutazione negativa circa l’efficienza della macchina politica e amministrativa del MIUR in quanto può essere responsabile di avere improvvidamente suscitato parte del contenzioso in atto.
°New entry
In testa alla lista di coloro che, facendo buon viso alla straripante ingerenza di Renzi, hanno sintonizzato la propria funzione istituzionale c’è, com’è noto, la Giannini. Sconcertata e infastidita dalle inopinate modifiche alle Linee guida La buona Scuola, la Ministro ebbe a dichiarare: “Sono basita, nessuno mi ha avvisato” (www.larepubblica.it – 3 marzo 2015); adesso, volendo apparire rasserenata, dichiara che il d.d.l. “… è un grande progetto culturale per il Paese” (urge che mi io intensifichi gli studi; quanto a “cultura”, ho parecchio da rivedere); tuttavia, durante i lavori in VII Commissione è apparsa corrucciata nel volto, molto diversa rispetto alla foto sorridente che campeggia nella home page di istruzione.it, postataall’insediamento quando lieta e pensosa legittimamente vagheggiava speranze e cori,ma non i cori che le intonano i lavoratori delle scuole. Al secondo posto dell’elenco del “vorrei ma non posso”, c’è l’on. Francesca Puglisi che,rispetto dall’epoca in cui sparava a zero sulla “chiamata diretta”, ha dovuto mutare pelle; adesso è pronta ad indicare alla stampa una magnifica conquista di questo suo maxiemendamento: “Viene migliorato l'equilibrio del comitato che deve stabilire i criteri per assegnare ai docenti la quota premiale. Vogliamo invitare le opposizione e tutti i membri di commissione a leggere con attenzione questo emendamento” (Sic); in questo caso, riconosco di non essere attrezzato per capire il miglioramento. Registriamo adesso due new entry di figure istituzionali che le prerogative del Parlamento se le stanno vedendo sbriciolare sotto le mani. Il presidente del Senato è fiducioso (ancora !?) che qualche emendamento potrà incidere nel merito del d.d.l.: "Al Senato come arbitro vorrei poter discutere e cercare di evitare sotterfugi che aggirino i regolamenti. Questa la mia aspirazione. Faccio appello a evitare le bagarre e discutere nel merito i provvedimenti, con pochi emendamenti che possano incidere nel merito". Come arbitro, ritiene che questo possa bastare. Anche il presidente della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), il contegnoso sen. Andrea Marcucci non sembra turbato dal fatto che la Commissione sia stata svuotata, di fatto, delle prerogative costituzionali, e twitta: “Testo relatori accoglie proposte che vengono da Paese e da Parlamento. Ora serve responsabilità e tempi brevi” (#labuonascuola). Che coraggio ! “Vengono da Paese e da Parlamento”. In quale Paesi vive ? Il Quirinale tace ? Da giudice della Consulta, Sergio Mattarella contribuì a stoppare la “chiamata diretta dei docenti”, come formulata dall’assessore lombardo Valentina Aprea. Il Manifesto scrive (23 giugno”) che la linea scelta da Renzi: “… non piace affatto neppure a Sergio Mattarella che, per la prima volta da quando è capo dello Stato, ha fatto arrivare a Palazzo Chigi segnali di aperta insoddisfazione”. Vedremo, ma temiamo che mettersi di traverso non sia nello stile del Presidente. Non si iscrivono nella lista dei finti entusiasti Civati e Fassina: usciti dal partito, rischiano, alla ricerca di un loro spazio politico distinto da questo neolibertista del PD. Non si iscrive in lista l’on. Roberto Speranza, leader dell'area bersaniana del Pd, giudicando la richiesta del voto di Fiducia ”Una sconfitta per il Parlamento”. Un po’ tardi, piangere sul Parlamento. Comincino, i politici a fare la conta di coloro che hanno pugnalato, in mille modi, il Parlamento (e la Democrazia), pur di restare in sella. Questa è solo l’ultima delle estremamente umilianti vicende di un Parlamento che sta vedendo governare il terzo presidente del Consiglio privo del mandato popolare. Con le istituzioni, hanno giocato in molti e ancora adesso; non potremmo dirlo meglio di come ieri ha fatto il Manifesto: “Trattasi in realtà dell'ennesima truffa. Il voto di fiducia è già certissimo, dunque l'ipotesi di modificare anche una virgola del maxiemendamento è fuori discussione…. La vicenda che si concluderà domani nel peggiore dei modi è stata infatti segnata come nessun altra in precedenza dall'aperto disprezzo di Renzi sia per i soggetti sociali, per il parlamento e figurarsi poi per il suo partito.”
Leonardo MAIORCA
Questa la “perla” che la Puglisi propone all’ammirazione generale; è l’art.11 del maxiemendamento (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti), al As.1934. “Art. 11. - (Comitato per la valutazione dei docenti). 1. Presso ogni istituzione scolastica ed educativa è istituito, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il comitato per la valutazione dei docenti. 2. Il comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti: a) tre docenti dell'istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; c) un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici. 3. Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base: a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale. 4. Il comitato esprime altresì il proprio parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale docente ed educativo. A tal fine il Comitato è composto dal dirigente scolastico, che lo presiede, dai docenti di cui al comma 2, lettera a) ed è integrato dal docente a cui sono affidate le funzioni di tutor”.