° Raccontare il Medioevo
L’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e il MIUR indicono la V ed. del Concorso Nazionale di scrittura creativa «Raccontare il Medioevo», riservato agli alunni della scuola secondaria di I grado. La scadenza per segnalare la partecipazione è il 13 dicembre 2014
° Marianna Madia e la breve suggestione estiva.
Avevamo sperato che la giovanissima riuscisse a fare spazio ai coetanei, nelle scuole e nelle università. Niente da fare
° Il MIUR annunzia un forte finanziamento per la Città della Scienza di Napoli
Oltre 3 milioni per l’innovazione, finalizzati a svilupparvi una “fabbrica 2.0”
° Tra lezioni e altri adempimenti, gli insegnanti lavorano per un ragguardevole numero di ore
La giunta provinciale calcola che gli insegnanti delle scuole in Alto Adige sono impegnati per circa 1600 ore annue, cioè circa 36 ore settimanali, per 45 settimane. Riportiamo da www.orizzontescuola.it - 29 luglio 2014
° Raccontare il Medioevo
L’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e il MIUR indicono la V ed. del Concorso Nazionale di scrittura creativa «Raccontare il Medioevo», riservato agli alunni della scuola secondaria di primo grado. Gli elaborati potranno essere realizzati partendo dalle esperienze didattiche che i ragazzi avranno già svolto nel loro percorso formativo, tenendo conto delle competenze via via acquisite e dei moduli espressivi più spesso adottati nella Scuola secondaria di I grado: testo descrittivo e testo creativo (o di fantasia). I racconti dovranno essere elaborati scegliendo una delle sezioni tematiche proposte: 1.Racconto il Medioevo della mia città o del mio territorio; 2.Da Federico I a Federico II: un medioevo splendido. Le istituzioni scolastiche che intendono partecipare al concorso dovranno darne comunicazione all'Istituto Storico Italiano per il Medioevo (Piazza dell'Orologio 4 – 00186 Roma, www.isime.it) entro il 13 dicembre 2014, esclusivamente a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Nell'oggetto della e-mail andrà essere specificamente indicata la dicitura «Concorso Raccontare il Medioevo» seguita dal nome della scuola; nel testo della e-mail andranno indicati il titolo del lavoro, il gruppo classe interessato, anagrafica, indirizzo e-mail e numero di telefono, della scuola. I testi dovranno pervenire esclusivamente in formato elettronico, in un file word o pdf entro e non oltre il 10.01.2015 e dovranno essere della lunghezza massima di 15.000 caratteri (spazi inclusi). Particolari sulle caratteristiche dell’inoltro e sui premi si leggono nel sito istituzionale del MIUR.
° Marianna Madia e la breve suggestione estiva.
Avevamo sperato che la giovanissima riuscisse a fare spazio ai suoi coetanei, nelle scuole e nelle università. Niente da fare; l’osso è troppo duro !
Torna in alto mare sia il provvedimento sulla uscita dei docenti universitari, a 68 anni dai ruoli, sia la soluzione che la Camera aveva trovato all’”errore” fatto dalla Fornero sui Quota 96 della Scuola. Dalla Ragioneria generale dello Stato, dal Commissario alla Spending review, e dalla CRUI, si è manifestato a Renzi dissenso (motivato, ovviamente, in chiave tecnica) circa il testo della riforma (varato dalla Camera, la settimana scorsa), ma al mio paese è il governo che governa. Il problema politico è meno della Madia (che, se si accorge di non poter governare, può dimettersi senza che si producano effetti estremi) e più di Renzi, perché il 40% dei voti li ha avuti non da quelli con la faccia all’indietro ma di chi (giovani, e i non giovani che sentono sulla coscienza la responsabilità della condizione lavorativa in cui si trovano i giovani) gli ha conferito il mandato del rinnovamento. Se Renzi sperpererà questo capitale di consensi, lui finirà nell’elenco dei timidi Monti e Letta, e per l’Italia si aprirà una svolta politica radicale (o la va o la spacca), con le elezioni. E comunque, se lo Speedy-Renzi che avevamo intravisto non è un simulacro ma una persona, farà uno scatto in avanti!
° Il MIUR annunzia un forte finanziamento per la Città della Scienza di Napoli
3.116.000 Euro per l’innovazione, finalizzati a svilupparvi una “fabbrica 2.0”. Sono in arrivo dal Fondo integrativo speciale per l'innovazione all'interno della Città della Scienza di Napoli; Serviranno per un Fab/Lab (Fabrication Laboratory) per la produzione attraverso strumenti digitali di oggetti tecnologici e non. Lo stanziamento è strettamente connesso alla ricostruzione del polo napoletano fortemente danneggiato da un incendio nel 2013 e sarà inserito in un Accordo di Programma, a firma di più Ministeri (Miur, Mise, Mattm e Mit) e di diverse amministrazioni territoriali (Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli), che sarà sottoscritto a breve. Diciamo: Molti i protagonisti di questa collaborazione, speriamo non siano troppi e il progetto resti come semplice annunzio.
° Tra lezioni e altri adempimenti, gli insegnanti lavorano per un ragguardevole numero di ore
La giunta provinciale calcola che gli insegnanti delle scuole in Alto Adige sono impegnati per circa 1600 ore annue, cioè circa 36 ore settimanali, per 45 settimane. Riportiamo da www.orizzontescuola.it - 29 luglio 2014
“18 ore frontali sono solo la punta dell'Iceberg: correggere, aggiornarsi, preparare lezioni, sono solo alcune delle incombenze dell'insegnante. Ai quali oggi si aggiungono nuovi impegni che vanno dai BES al registro elettronico. A dirlo uno studio, non una approssimativa sensazione, effettuato dalla giunta provinciale dell'Alto Adige sul lavoro sommerso dei docenti. Lo studio ha riguardato 5.200 docenti sul totale di 7.400 della provincia trentina. Numeri di tutto rispetto che danno una certezza del risultato del 100%. Dallo studio è emerso che i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore in un anno, mentre i supplenti 1.580 ore. Coloro che maggiormente svolgono lavoro sommerso sono i docenti delle scuole superiori, con 1.677 ore annue totali. I prof della media lavorano 1.630 ore. Gli uomini lavorano un po' di più (hanno meno impegni casalinghi), 1.648 ore, le donne 1.639 ore in un anno. Uno studio svolto quando non c'era il boom dei BES e DSA, nonché del registro elettronico, per i quali l'aumento di lavoro può anche superare il 30%. Ed è sui numeri e sugli studi che bisognerà iniziare a confrontarsi e discutere, prima di parlare di carriera e valutazione. Iniziamo con valutare quanto già l'insegnante svolge”.