° Libri di testo della Scuola Primaria, per l’a.s.2014-15
La D.G. per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica rende nota la tabella degli importi entro i quali i prezzi devono essere contenuti. I prezzi di copertina, comprensivi di IVA, sono stabiliti, indifferentemente per le versioni on line e per quelle miste, come qui riportiamo. Classe prima: Libro della classe 10,30; libro di religione 6,34; libro di lingua straniera 3,10. Classe seconda: Sussidiario 14,51; libro di lingua straniera 5,08. Classe terza: Sussidiario 20,81; libro di lingua straniera 6,19. Classe quarta: Sussidiario dei linguaggi 13,40; sussidiario delle discipline 16,44; libro di religione 6,34; libro di lingua straniera 6,19. Classe quinta: Sussidiario dei linguaggi 163,24; sussidiario delle discipline 19,59; libro di lingua straniera 7,71. Per gli acquisti a carico del MIUR e degli EE.LL. il prezzo dovrà essere scontato di non meno dello 0,25%.
° La Madia fa compiere un passetto in favore dei precari: Non saranno più concessi trattenimenti in servizio. Ciò in seguito a norma dell'articolo 1 del decreto legge 24 giugno 2014, n.90 che abroga l’articolo 16, del decreto legislativo 503/1992, l’art.72 del decreto legge 112/2008 e l’art. 9 del decreto legge 78/2010. Dal prossimo primo settembre, non potrà permanere in servizio personale scolastico che abbia i limiti di età previsti dalla normativa vigente per il collocamento a riposo (65 anni di età per chi aveva maturato entro il 31 dicembre 2011 i requisiti anagrafici e contributivi richiesti per l'accesso al trattamento pensionistico dalla normativa previgente la Riforma Fornero; 66 anni e 3 mesi per gli altri. Il provvedimento (che vale anche per chi ha chiesto e ottenuto il biennio di proroga) è pregevole ma le promesse di Renzi, e le premesse nel Decreto Madia, erano altre: il governo giovane avrebbe proceduto a uno sbancamento energico, per creare spazio ai giovani e anche prospettive di carriera negli atenei. (Fonte: F.Bastianini - ItaliaOggi - 12/08/2014)
° Senza dignità: Usurpano il posto di lavoro a chi ne ha titolo
In provincia di Foggia, una cartoleria stampava finte lauree, diplomi e titoli di specializzazione per il Sostegno, su carta intestata di MIUR e di una trentina tra università e istituti superiori; una agente della polizia municipale provvedeva a venderle per molte migliaia di euro. Risultato ? Circa un centinaio di docenti privi di titolo, partiti da un paesino (Lesina) di poche migliaia di abitanti, hanno insegnato nei posti di Sostegno di scuole materne ed elementari, a Bologna, Firenze, Treviso, Monza, Piacenza, Forlì, Macerata, Cesena, Pescara e Campobasso. Che competenze hanno ? L’esperienza di lavoro come bidelle, portalettere, cameriere, commesse, contadine, bariste, pizzaiole, guide turistiche. Diplomi, lauree e titolo di specializzazione: zero. Controlli effettuati dai dd.s., in funzione della stipula del contratto a t.d. ? Lenti. Da qualche mese, però, il Tribunale di Foggia ha allertato la polizia giudiziaria, e sono scattati i primi arresti. L’inchiesta potrebbe allargarsi (Fonte: larepubblica.it 12/08/2014).
° Fautori e avversari della chiamata “diretta” dei docenti
Un’argomentazione, questa che riportiamo da Tuttoscuola, interessata ad accreditare adepti nuovi di un modello di Stato di altri tempi che non promuova la giustizia sociale attraverso l’istruzione. Facendo vista di sorprendersene, Tuttoscuola elenca stimabili personaggi che sarebbero nelle file dei fautori della assunzione dei docenti per chiamata diretta da parte dei dd.ss. Segnaliamo la testimonianza, di segno opposto, di Marina Boscaino e, per parte nostra ci limitiamo ad aggiungere una chiosa: lo Stato deve presidiare la istruzione pubblica ai fini di giustizia sociale. Lo ha sancito la Prima Repubblica francese solennemente nella Costituzione dell’anno primo, con uno degli atti che segnano il tramonto del Medio Evo. Qualcuno vuol tornare indietro ?
“A Milano basta scorrere le graduatorie ad esaurimento per vedere che delle 245 assunzioni, 241 andranno a siciliani, pugliesi e calabresi. Dati che stanno creando, in un momento di grave crisi occupazionale, una guerra tra poveri del Nord e poveri del Sud”. Che fare, dunque? “Non nascondo da tempo una proposta alternativa ovvero la chiamata diretta da parte delle scuole con un comitato di garanzia eletto tra i docenti ed un responsabile del personale che valuti il curriculum dell’aspirante docente”. L’osservazione e la proposta sono di Alex Corlazzoli, “maestro e giornalista”, autore di saggi e volumi sulla condizione insegnante. Ciò che è sorprendente è leggere queste parole non su una testata di orientamento politico conservatore, o come a volte si dice sbrigativamente ‘di destra’, ma su ‘Il Fatto quotidiano’, da sempre schierato a sostegno dei precari e soprattutto dell’intangibilità delle graduatorie. Ma ancora più sorprendente è il fatto che l’autore di questa proposta non sia stato seppellito da una valanga di critiche, come sarebbe avvenuto fino a poco tempo fa. Solo una parte di coloro che hanno inviato commenti all’articolo difende a priori la professionalità degli insegnanti meridionali (e quindi l’intangibilità delle graduatorie che a loro giudizio la fotografa). E pochi criticano in modo aperto la proposta di affidare alle scuole la scelta dei docenti, che è il vero fatto nuovo contenuto nell’articolo pubblicato dal quotidiano di Padellaro e Travaglio….” (Fonte: tuttoscuolaNews - 12/08/2014)
“Chiamata diretta. Inopportuno, sia dal punto di vista normativo che delle condizioni concrete. Quali sarebbero i criteri che garantiranno identiche condizioni di accesso? Quali le caratteristiche dei profili più richiesti? Per quali motivi gli istituti scolastici meno rinomati (e dunque meno ambiti), già caratterizzati da una popolazione studentesca svantaggiata, dalla localizzazione in zone marginali, dovrebbero – come è ovvio e fisiologico che sia – accontentarsi dei docenti meno titolati, meno referenziati dal punto di vista culturale – ampliando così i margini di svantaggio già esistenti? Come si misura la capacità di relazione e di cura che un insegnante è in grado di sviluppare? Qual è il vantaggio di amplificare il gap che già esiste tra zone del Paese e – nell’ambito del Paese – tra scuola e scuola?”. (Fonte: laricerca.loescher.it – 15 aprile 2014)