° Pubblicata in G.U. del 18 agosto, la legge 114/2014
E’ la legge di conversione del d.l. n.90/214, recante la riforma (c.d. “Madia”) della P.A.; riguarda la scuola, in alcune norme con le quali: - cessa la facoltà dei pubblici dipendenti di chiedere, al raggiungimento dell’età pensionabile, il mantenimento in servizio; - cessa la possibilità di conferire al personale in quiescenza incarichi di studio e consulenza retribuiti; - si riduce drasticamente la spesa erariale per distacchi e permessi sindacali; - si fa divieto alle PP.AA. di reiterare la richiesta di dati che il cittadino ha fornito in precedenza; - si dispone il rinnovo del CNPI mediante elezione entro quest’anno solare; - si contengono le spese per l’attività del Ministero.
° Il dimagrimento retributivo dei 3,3 milioni di dipendenti pubblici
Riportiamo alcune cifre, da articoli di Michele Di Branco (Fonte: Il Messaggero), di Pasquale Almirante e di Alessandro Giuliani)
- Retribuzioni dal 2010 al 2014: La stretta sugli stipendi ha prodotto risparmi, per l’erario, di 11,5 miliardi: oltre il 14% del potere d’acquisto delle retribuzioni (secondo la fascia retributiva, dai 2800 E per i dipendenti con 30mila euro annue, ai 21000 E per i dirigenti apicali di Inps, Aci, o Istat, passando per 8.900 E per i dirigenti di II fascia, 19000 E per i dirigenti ministeriali apicali, 9500 E per i docenti universitari al top della carriera, 7500 E per i medici del servizio sanitario nazionale.
- Legge di Stabilità 2015 (va presentata al Parlamento entro metà ottobre): Secondo indiscrezioni, Renzi ricalcando le orme dei precedenti governi prorogherebbe per due anni il blocco retributivo ammortizzato in parte (al valore 2012) dalla corresponsione dell’indennità di vacanza contrattuale.
- Provvedimento alternativo (a rischio di bocciatura della Consulta) suggerito implicitamente in un articolo di Alessandro Giuliani: Piuttosto che prorogare ulteriormente il blocco delle retribuzioni potrebbe e vorrebbe, Renzi, dare una spuntatina alle 188mila pensioni da oltre 5mila euro al mese ? Qui si parrà la nobilitate del giovane fiorentino: E’ un dirigente di un partito della sinistra politica ? Leggiamo da La tecnica della Scuola: ”Pensioni: per salvare i conti, il Governo medita il prelievo forzoso… Per Renzi si tratterebbe di una di quelle manovre-paracadute utili a presentarsi a fine mese davanti all’Ue con i conti in ripresa. Il ricavato aiuterebbe infatti a ridurre il debito ail 3% … Per trovare la “quadra” sui conti pubblici, da presentare a Bruxelles a fine mese, il Governo italiano potrebbe andare a condurre un prelevamento consistente su pensionati ricchi. L’operazione fu già attuata dall'ultimo Governo di Silvio Berlusconi, che introdusse il prelievo forzoso progressivo sulle pensioni a partire da 90mila euro l'anno. Un taglio del 5% tra 90mila e 149mila euro, 10% sopra i 150mila e 15% per i redditi pensionistici oltre i 200mila euro, che percepiscono circa 600 cittadini. Misura poi confermata dall'esecutivo Mario Monti. La casta dei pensionati d'oro si vide cancellare il contributo forzoso da una sentenza della Consulta che bocciò il provvedimento del Governo tecnico ritenendolo discriminatorio dal momento che riguardava i redditi dei pensionati e non tutti i contribuenti. Il Governo Letta, l'anno scorso, ha reintrodotto il contributo di solidarietà per le pensioni oltre i 90mila euro l'anno. Lo scorso febbraio si è arenata in Parlamento la proposta di legge a firma Giorgia Meloni dopo la bocciatura del tetto di 5mila euro lordi al mese. Solo Fratelli d'Italia e M5s avevano votato a favore. Maggioranza e opposizioni hanno cercato, senza successo, un'intesa per ricalcolare con il sistema integralmente contributivo le pensioni sopra una determinata soglia, 5mila euro lordi, pari a poco oltre 3.200 euro netti.
- La FLC-CGIL. "Se dovesse essere riproposto un nuovo blocco dei salari e del contratto nazionale dei lavoratori pubblici sarà sciopero di tutti i comparti della conoscenza…… Se le ricette anche nei settori pubblici sono quelle del taglio ulteriore dei posti di lavoro, dei salari e dei diritti è necessario mettere in campo una forte mobilitazione. In realtà non s'intravede anche sulla scuola alcun disegno complessivo di innovazione, ma l'impressione è quella di scelte politiche che servono a piegare sempre più l'istruzione alle compatibilità economiche e a una finta meritocrazia penalizzando fortemente i precari. Valuteremo con attenzione i provvedimenti annunciati dal Governo, ma deve essere chiaro che ci attendiamo investimenti e soluzioni credibili rispetto alle tante criticità e sofferenze che quotidianamente le scuole devono affrontare".
- Pessimismo di Il Messaggero. “….Sindacati all’assalto del governo che progetta, come anticipato dal Messaggero, di estendere fino al 2016 il blocco delle retribuzioni che dovrebbe terminare alla fine di quest’anno. Da Palazzo Chigi nessuna reazione. Trapela invece che, nelle migliori delle ipotesi, il congelamento dei salari, che va avanti dal 2010, potrebbe non essere biennale ma limitato al solo 2015. Insomma, una beffa che ha mandato su tutte le furie le parti sociali». Fonti tecniche del Tesoro appaiono sorprese davanti alla violenta reazione sindacale. E invitano a leggere il Def del 2014. A pagina 31, nella sezione riservata al conto economico della Pa, il blocco delle retribuzioni è già chiaramente indicato nel calcolo tendenziale dei prossimi anni. E addirittura fino al 2018. Il che vuol dire, in poche parole, che fino a prova contraria (e cioè per effetto di una scelta politica di Palazzo Chigi che dia il contrordine) i salari sono destinati a restare al palo anche per i prossimi 4 anni. I margini appaiono oggettivamente stretti. Il governo è alle prese con il complicato dossier spending review che, nelle intenzioni, deve fruttare non meno di 16 miliardi di euro…”.