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Entro pochi giorni il ministero dell'Istruzione presenterà la mappatura degli edifici scolastici, con l'indicazione delle condizioni in cui versano le strutture e gli interventi previsti.Per la messa in sicurezza degli edifici scolastici il Governo ha destinato risorse pari a 1 miliardo di euro; inoltre, a breve arriveranno altri fondi per le regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Fonti del ministero dell'Istruzione spiegano che si tratta di soldi veri che partono subito. Gli interventi punteranno sull'efficienza energetica, il miglioramento dell'attrattività degli spazi, la dotazione di impianti sportivi, l'abbattimento delle barriere architettoniche e la messa a norma degli impianti.Il basso livello di sicurezza degli edifici scolastici è ormai noto da tempo. Secondo i dati elaborati da Cittadinanza Attiva, Legambiente e Flc Cgil, in Italia su 42 mila edifici scolastici, oltre il 60% è privo delle scale di sicurezza e delle porte antipanico, il 47,81% non rispetta la normativa antincendio, il 42% non ha il certificato di agibilità statica e il 29% non dispone del certificato di agibilità sanitaria. Senza contare che l'11,13% delle scuole ha ancora nelle strutture il pericoloso amianto.Inoltre, negli ultimi 5 anni gli edifici scolastici che, a causa della mancanza di fondi da parte degli enti locali, non sono stati sottoposti ad alcun tipo di intervento, nemmeno di semplice manutenzione, sono aumentati fino ad arrivare al 56%.

 

Fonte: Casa&Clima.com

 

Milano, 13 set. (TMNews) - Con un finanziamento di 24 milioni di euro da quest'anno tutte le 34.558 classi delle scuole medie e le 62.600 delle scuole superiori avranno un computer da utilizzare nelle lezioni quotidiane, innovando la didattica e i processi di apprendimento. È una delle principali novità previste da quest'anno per l'innovazione tecnologica della scuola italiana e presentata oggi dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo.

Nello specifico, dei 24 mln 8,647 sono stati impiegati per la fornitura dei computer alle classi delle scuole medie e i restanti 15,650 milioni per le classi delle superiori.

Inoltre per le quattro Regioni della Convergenza (Puglia, Campania, Sicilia e Calabria) l'intervento prevede il coinvolgimento di 2.128 scuole (il 64,5% del totale) nelle quali sarà assegnato un tablet ad ogni insegnante. Il finanziamento complessivo è di 31,836 milioni di euro. In particolare si tratta di 712 scuole in Campania (il 59,9%), 599 in Puglia (85,3%), 233 in Calabria (57,2%) e 584 in Sicilia (58,3%).

La conferma arriva da un poderoso studio della Fondazione Agnelli. L’allora ministro Gelmini ha sbagliato tutto: prima nel cancellarle e poi nell’introdurre quei Tfa che oggi stanno creando problemi enormi ancora prima dell’inizio di corsi e tirocini.

Quando nel 2006 alcuni alti responsabili dell’istruzione italiana proposero di chiudere le Ssis universitarie e di mantenere in vita le Facoltà di Scienze della Formazione primaria, dissero che lo si faceva per il bene dei futuri docenti e dei loro studenti. Ora però, a distanza di tempo, la scelta dei Tfa viene bocciata dall’utenza.

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ricorda che “la decisione di mandare in pensione le Scuole di specializzazione universitaria, a soli cinque anni dallo loro nascita, fu osteggiata da molti esperti: io stesso – ricorda il sindacalista – durante un’audizione parlamentare sostenni che stavamo assistendo ad una scelta affrettata e non dettata da studi o risultati rivolti ad andare incontro agli accordi europei sottoscritti a Lisbona”.

Invece, l’allora ministro Gelmini si rivolse ad una commissione di esperti formatori: questi “saggi” introdussero i Tirocini formativi attivi, replicando di fatto il vecchio sistema delle Ssis ma non garantendo la stessa qualità nella selezione iniziale. Tanto che ora, al termine della poderosa ricerca “Sapere di non sapere”, che ha visto coinvolti 32mila neo-assunti, la Fondazione Agnelli arriva a dire che “questi risultati non ci portano a un richiamo nostalgico, ma a rilevare come le Ssis siano state ‘liquidate’ senza un’accurata valutazione su base empirica dei risultati”.

L’amara conclusione della Fondazione Agnelli è che “oggi nella scuola c’è un grande vuoto: mancano gli strumenti sia per la formazione iniziale sia per quella in itinere”. Dallo studio risulta, quindi, che il sistema di reclutamento delle Ssis risultava più che valido ed equilibrato, sia per il percorso di tirocinio svolto sia per le competenze didattiche acquisite dai corsisti.

A questo punto – continua il presidente dell’Anief – c’è da chiedersi perché si è voluto chiudere un percorso di eccellenza che in nove cicli di vita si è sempre migliorato attraverso continui correttivi, specializzando all’insegnamento più di 100mila docenti che oggi si ritrovano a spendere la propria professionalità in modo più che apprezzato nelle scuole pubbliche”.

E soprattutto – conclude Pacifico – c’è da chiedersi se valeva la pena abbandonare un sistema formativo collaudato e vincente per far piombare la scuola nel caos più profondo, come sta accadendo in questi giorni con oltre 120mila candidati alla frequenza dei primi Tfa, quasi tutti immeritatamente scalzati dai corsi, ancora prima di iniziare le prove di ammissione, per colpa di test errati o mal fatti a cui è impossibile rispondere”.