Per il giovane sindacato occorre passare dalle parole ai fatti. Certamente, va bene accolto l’odg che dà seguito alle richieste fatte nei giorni scorsi in audizione presso le commissioni parlamentari e rivendicate in tribunale: disco verde per trasformazione dei posti dall’organico di fatto a quello di diritto, a monitorare la consistenza delle GaE e delle GM, in modo da calcolare il fabbisogno di posti e armonizzare la fase transitoria con il nuovo sistema; porre in essere un percorso riservato semplificato d’assunzioni per gli insegnanti della II fascia delle GI e della III fascia della stessa graduatoria con 36 mesi di servizio; a garantire l’assunzione dei docenti di sostegno; consentire ai neolaureati adeguate possibilità d’accesso ai ruoli della scuola.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe una giusta risposta al precariato. Se invece l’ordine del giorno rimanesse lettera morta, è chiaro che Anief confermerà lo sciopero del 17 marzo, la battaglia nei tribunali e la denuncia in Europa. Con tanto di risarcimenti milionari a danno dello Stato inadempiente.
Finalmente il Governo s’impegna a porre in essere alcune misure per la stabilizzazione dei precari ante 107/15 e che, qualora rispettato, comporterebbe delle modifiche alla delega relativa al reclutamento, nello specifico alla fase transitoria: a darne notizia, stamane, è stata la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd, che sul proprio profilo Facebook ha riportato il suo ordine del giorno approvato in data odierna in Senato, con il quale l’Esecutivo si fa da tramite per proseguire nell’opera di trasformazione (avviata con la legge di Bilancio 2017) dei posti in organico di fatto in diritto, quindi nel farli confluire nell’organico dell’autonomia.
Il Governo s’impegna anche, riassume Orizzonte Scuola, a monitorare la consistenza delle GaE e delle GM in modo da calcolare il fabbisogno di posti e armonizzare la fase transitoria con il nuovo sistema di reclutamento; porre in essere un percorso riservato semplificato d’immissione in ruolo per gli insegnanti della II fascia delle GI e della III fascia della stessa graduatoria con 36 mesi di servizio; a garantire l’assunzione dei docenti di sostegno; consentire ai neolaureati adeguate possibilità d’accesso ai ruoli della scuola; a valorizzare pienamente la formazione e l’esperienza dei docenti. È chiaro che le novità troverebbe accoglimento già nella delega sullaformazione iniziale e sul nuovo reclutamento (Atto 377), che a breve tornerà nella mani del Governo per l’approvazione definitiva.
La decisione di approvare la proposta Puglisi a Palazzo Madama è stata bene accolta anche dal Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che esprime “piena soddisfazione” per la larga convergenza emersa in Senato sull’ordine del giorno di maggioranza sul personale della scuola che ha recepito le riformulazioni chieste dal Governo”, ricordando che il decreto attuativo all’esame dei parlamentari, sul nuovo reclutamento, “punta a rivedere il sistema d’ingresso nella scuola, con una necessaria fase transitoria. Su questo testo lavoreremo insieme alle commissioni parlamentari, forti anche della convergenza che si è vista oggi in Senato, per continuare a dare risposte a chi le sta aspettando da anni e intanto disegnare un accesso alla professione docente che eviti, in futuro, di replicare errori che hanno lasciato per troppo tempo le docenti e i docenti nell’incertezza e le nostre ragazze e i nostri ragazzi senza la dovuta continuità didattica”.
Per Anief, la presa di posizione del Governo, sostenuta dal Miur, rappresenta un importante passo in avanti sulla lotta al precariato scolastico. Ci troveremmo davanti a un’apertura, che arriva, non a caso, dopo le audizioni di Anief e i ricorsi in tribunale. Tuttavia, non basta, poiché occorre dare seguito ai buoni intenti con un decreto legge ad hoc. Se si vuole davvero dare una svolta e cancellare la supplentite, occorre inserire tutti i posti vacanti in organico di diritto, perché ci sono più di 80mila posti dati oggi in supplenza annuale. Ogni anno, ricordiamo, si assegnano oltre 100mila supplenze di lunga durata. E la situazione non muterà più di tanto, visto che i 400 milioni di euro inseriti nella Legge di Bilancio 2017, su cui c’è stato il via libera del Mef, serviranno a questo scopo solo per appena 13mila posti.
“Le operazioni da attuare sono diverse e una complementare all’altra – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal –. Bisogna, anche questo è urgente, aggiornare le GaE annualmente e serve un provvedimento normativo specifico, visto che l'ultimo decreto Milleproroghe approvato rinvia al 2018 la ‘finestra’ naturale di aggiornamento che cadeva invece proprio quest’anno. Per fare incontrare domanda e offerta (docenti precari e posti liberi) è una procedura indispensabile”.
“Allo stesso tempo – continua Pacifico – occorre procedere allo svuotamento delle GaE e delle graduatorie di merito, ove sono inseriti i vincitori del concorso a cattedra. E attingere dalle graduatorie d’istituto, laddove risultino esaurite le GaE (come nel caso della Lombardia per matematica nella scuola media e del Lazio per il sostegno alle superiori). Nel caso anche la seconda fascia risultasse priva di candidati, si passerebbe alla terza, previo corso annuale abilitante che porterebbe anche nei ruoli tutti i laureati con titolo. Tra le cose da fare, c’è anche quella di trasformare 45mila posti in deroga del sostegno in organico di diritto: in tal modo, si sbloccherebbe l'immissione in ruolo, consentendo davvero quella continuità didattica tanto citata ma sino a oggi mai attuata. Per permettere, infine, un reale svecchiamento del corpo docente italiano, bisogna far partecipare i neolaureati ricorrenti alle prove suppletive dell'ultimo concorso a cattedra”.
“Certamente, se l’ordine del giorno della senatrice Puglisi, oggi approvato dal Governo, venisse tradotto in legge, si tratterebbe di realizzare diverse delle richieste fatte da Anief, ribadite nelle scorse settimane a Palazzo Madama e alla Camera dei deputati, durante l’audizione del sindacato sulle leggi delega della L. 107/2015. Indubbiamente, sarebbe una giusta risposta al precariato. Se così non fosse, se l’ordine del giorno rimanesse invece lettera morta, il giovane sindacato è chiaro che confermerà lo sciopero del 17 marzo, la battaglia nei tribunali e la denuncia in Europa. Con tanto di risarcimenti milionari a danno dello Stato inadempiente”, conclude il sindacalista Anief-Cisal.
Qui sotto, riportiamo integralmente l’ordine del giorno approvato dal Governo il 28 febbraio 2017 su richiesta della senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd:
Il Senato,
premesso che:
all’inizio di questa legislatura, nel 2013, erano migliaia gli insegnanti precari presenti nelle graduatorie ad esaurimento e nelle graduatorie di istituto, i cui diritti, a seconda della categoria di appartenenza, erano diversi e, spesso, contrapposti, a causa dei diversi sistemi di formazione iniziale e di reclutamento succedutisi negli anni a seguito dell’avvicendarsi dei Governi;
nel ripercorrere l’annosa vicenda occorre ricordare che il Ministro Fioroni aveva creato per il precariato storico le graduatorie ad esaurimento con un piano di assunzioni di tre anni risolutivo del problema;
purtroppo, con il Ministro Gelmini sono state “tagliate” 85.000 cattedre, sono state riaperte le graduatorie in modo assolutamente improvvido e foriero di ulteriori incertezze, sono state chiuse le SISS, sono stati istituiti i TFA senza valore concorsuale e non è stato bandito alcun concorso nel corso dei cinque anni del Governo Berlusconi;
il Ministro Profumo ha dato avvio al nuovo sistema di abilitazione indicendo, ma in date diverse, corsi di TFA e PAS e bandendo, dopo molti anni, un concorso nel 2012, aperto anche ai non abilitati;
il Governo Renzi ha cercato di mettere ordine, con la legge 13 luglio 2015, n. 107, alla disordinata stratificazione delle norme e alla insostenibile precarietà degli insegnanti con un piano straordinario di reclutamento di 100.000 docenti delle Graduatorie ad Esaurimento, comprensivo di 50.000 nuovi posti necessari per il potenziamento dell’offerta formativa e bandito nel 2016 un concorso per 63.712 posti, di cui 57.611 comuni relativi, cioè, alle varie discipline e 6.101 di sostegno, riservato agli abilitati;
il nuovo sistema di formazione iniziale e di reclutamento dei docenti previsto dalla suddetta legge rappresenta lo strumento che porterà alla definitiva stabilizzazione degli insegnanti precari, garantendo, in tal modo, la tanto sospirata continuità didattica per gli studenti, inserendoli in un percorso di formazione e tirocinio retribuito triennale che li immette dopo la valutazione finale direttamente in ruolo;
1’articolo 1, comma 181, lettera b), della legge n. 107 prevede, infatti, fra i principi e i criteri direttivi cui devono attenersi i decreti legislativi, il riordino, l’adeguamento e la semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, in modo da renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione;
premesso inoltre che:
la sentenza della terza sezione della Corte di giustizia dell’Unione europea del 26 novembre 2014, relativa al divieto della reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi ha deciso nel senso che “La clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato (…) deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale (…) che autorizzi, in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti, nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l’espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e per detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo”;
la Corte costituzionale, con la sentenza 12 luglio 2016, n. 187, ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4, commi 1 e 11, della legge 3 maggio 1999, n. 124, nella parte in cui autorizza, in mancanza di limiti effettivi alla durata massima totale dei rapporti di lavoro successivi, il rinnovo potenzialmente illimitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza che ragioni obiettive lo giustifichino”;
tenuto conto dello ius superveniens rappresentato dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, la Corte costituzionale ha ritenuto che la legge rispondesse ai requisiti richiesti dalla Corte di giustizia prevedendo “procedure privilegiate di assunzione che attribuivano a tutto il personale interessato serie e indiscutibili chances di immissione in ruolo”;
1’articolo 1, comma 131, della legge n. 107, prevede che a decorrere dal 1° settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possano superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi;
considerato che:
tutti questi problemi trovano una risposta nello schema di decreto legislativo recante riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione, attualmente all’esame delle Camere (atto n. 377);
la finalità dello schema di decreto legislativo, che supera finalmente l’attuale sistema di accesso alla professione docente, disegna un nuovo modello di formazione iniziale e di accesso del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado, sia sui posti comuni che su quelli di sostegno;
nel portare a termine questo ambizioso disegno, il provvedimento non dimentica le variegate situazioni attualmente esistenti nell’ambito della formazione iniziale e del reclutamento e, a tal fine, definisce una fondamentale disciplina transitoria;
in particolare, lo schema di decreto legislativo prevede che, nelle more dell’entrata in vigore del decreto legislativo, al fine di coprire i posti vacanti e disponibili, potrà essere indetto un (nuovo) corso di Tirocinio Formativo Attivo (TFA) per le classi di concorso e tipologia per le quali sono esaurite le graduatorie ad esaurimento provinciali;
ed ancora, lo schema di decreto legislativo prevede che quota parte dei posti per il concorso di accesso ai ruoli della scuola secondaria di primo e secondo grado sia riservata ai soggetti in possesso di abilitazione all’insegnamento conseguita secondo la disciplina previgente e a coloro che, alla data di entrata in vigore del presente decreto, sono inseriti nelle graduatorie di terza fascia di istituto con almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativo;
impegna il Governo:
a proseguire nel progressivo consolidamento avviato con la legge di bilancio per l’anno 2017 (legge 11 dicembre 2016, n. 232) dell’organico di fatto nell’organico dell’autonomia delle scuole, che comprenda anche i posti di sostegno per garantire la necessaria continuità didattica, corrispondendo alle effettive esigenze degli alunni e degli studenti con disabilità;
a monitorare e censire la consistenza delle graduatorie ad esaurimento e delle graduatorie di merito del concorso attualmente in fase di chiusura, al fine di determinare il fabbisogno di insegnanti anche in relazione alle classi di insegnamento per le quali le rispettive GAE e GM siano attualmente esaurite o prossime all’esaurimento, armonizzando le necessarie esigenze della fase transitoria con le tempistiche e modalità di avvio del nuovo sistema di reclutamento;
a definire opportune misure, anche in sede normativa, al fine di prospettare un percorso riservato semplificato di immissione in ruolo per gli insegnanti iscritti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto;
a prevedere modalità di immissione in ruolo in favore dei docenti che abbiano maturato almeno 36 mesi di servizio iscritti nelle seconde e nelle terze fasce delle graduatorie di istituto. Tali modalità dovranno prevedere percorsi riservati semplificati, modificando la fase transitoria prevista all’art. 17 dello schema di decreto legislativo attuativo della lettera b), del comma 181, della legge n. 107 del 2015, ora all’esame delle Commissioni parlamentari competenti, e tenendo in considerazione la cospicua giurisprudenza in materia;
a determinare quanti posti saranno a disposizione delle seconde e terze fasce di istituto e per quanto tempo durerà la fase transitoria di cui al precedente impegno;
a garantire l’assunzione di insegnanti specializzati di sostegno;
a consentire ai neolaureati adeguate possibilità di accesso ai ruoli della scuola;
a valorizzare pienamente la formazione e l’esperienza dei docenti.
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