Dopo la Nota di questo tenore, inviata qualche giorno fa dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, le stesse indicazioni sono partite da Viale Trastevere con la Nota 24635, nella quale si dice di fatto alle scuole di prolungare i contratti solo in casi eccezionali. Eppure, a determinare la durata della supplenza è sempre e comunque la natura del posto che si sta ricoprendo: qualora si tratti di una supplenza per malattia, la durata è legata alle tempistiche contenute nelle certificazioni mediche; nel caso delle supplenze annuali, invece, in presenza di posti vacanti e disponibili il contratto deve necessariamente essere sottoscritto con la scadenza coincidente con l’ultimo giorno dell’anno scolastico. Inoltre, con l’operazione di ‘mascheramento’ dei posti del personale Ata, l’amministrazione non ottiene solo il risultato di risparmiare sui mesi estivi, ma anche quello di non assegnarli alla mobilità e turn over. E quindi di non utilizzarli per le immissioni in ruolo. Sono circa 30-40mila gli assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari che mancano all’appello nei ruoli dello Stato. I quali si vanno ad aggiungere agli 80mila docenti precari che subiscono lo stesso trattamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): due anni fa per opporci alla beffa dell’assegnazione di migliaia di posti, già destinati agli Ata, da affidare ai lavoratori soprannumerari delle province, decidemmo di avviare una class action. Anche in quell’occasione, i posti vennero dati a supplenza fino al 30 giugno 2016, salvo poi scoprire che nemmeno un perdente posto dell’ente locale in via di soppressione è stato mai annesso al comparto Scuola. Oggi, si è arrivati a dire che l’arco delle supplenze su quegli stessi posti vacanti, va comunque ridotto di due mesi. Senza nemmeno più indicare giustificazioni di sorta. Questo modo di fare è divenuto inaccettabile. Per questo, invitiamo tutto il personale Ata che ha sottoscritto un contratto su posto vacante a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo. Anche per gli anni passati.
Tutto il personale Ata precario interessato a ottenere dal giudice del lavoro il prolungamento al 31 agosto del contratto al 30 giugno, stipulato su posto vacante e disponibile con relativo recupero degli stipendi non percepiti, può cliccare qui.
Anche l’amministrazione centrale indica ai dirigenti scolastici di posticipare le supplenze annuali solo in casi eccezionali. E poco importa se la stragrande maggioranza di quei posti sono privi di titolare, quindi vacanti e pertanto da assegnare per legge fino al 31 agosto dell’anno successivo. Dopo la Nota di questo tenore, inviata qualche giorno fa dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, nella quale si specificava che le proroghe “debbono essere richieste solo in casi di effettiva necessità, qualora non sia possibile assicurare l’effettivo svolgimento dei servizi d’istituto mediante l’impiego del personale a tempo indeterminato e di quello supplente annuale”, le stesse indicazioni sono partite da Viale Trastevere attraverso la Nota 24635: “le proroghe – scrive il Miur - devono, pertanto, essere richieste dai dirigenti scolastici nei casi di effettiva necessità qualora non sia possibile assicurare l’effettivo svolgimento dei servizi di istituto mediante l’impiego di personale a tempo indeterminato e di personale supplente annuale”.
L’Anief ribadisce che a determinare la durata della supplenza è sempre e comunque la natura del posto che si sta ricoprendo: qualora si tratti di una supplenza “breve”, a esempio per malattia, la durata è legata alle tempistiche contenute nelle certificazioni mediche; nel caso delle supplenze “annuali”, invece, in presenza di posti vacanti e disponibili il contratto deve necessariamente essere sottoscritto con la scadenza coincidente con l’ultimo giorno dell’anno scolastico.
Il sindacato ricorda che con l’operazione di “mascheramento” dei posti del personale Ata, l’amministrazione non ottiene solo il risultato di risparmiare sui mesi estivi, ma anche quello di non assegnarli alla mobilità e turn over. E quindi di non utilizzarli per le immissioni in ruolo. Proseguendo con la politica già adottata negli ultimi anni, di assunzioni bloccate, e confermata, più di recente, con il piano straordinario di immissioni in ruolo della riforma Renzi, oltre che del successivo organico di potenziamento degli istituti. Eppure rimane considerevole il numero di posti liberi e vacanti: secondo calcoli realistici del sindacato sono circa 30-40mila gli assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari che mancano all’appello nei ruoli dello Stato. I quali si vanno ad aggiungere agli 80mila docenti precari che subiscono lo stesso trattamento per la copertura di altrettante cattedre libere.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che “quasi due anni fa per opporci alla beffa dell’assegnazione di migliaia di posti, già destinati agli Ata, da affidare ai lavoratori soprannumerari delle province, decidemmo di avviare una class action. Anche in quell’occasione, i posti vennero dati a supplenza fino al 30 giugno 2016, salvo poi scoprire che nemmeno un perdente posto dell’ente locale in via di soppressione è stato mai annesso al comparto Scuola. Oggi, si è arrivati a dire che l’arco delle supplenze su quegli stessi posti vacanti, va comunque ridotto di due mesi. Senza nemmeno più indicare giustificazioni di sorta. Questo modo di fare è divenuto inaccettabile. Per questo, invitiamo tutto il personale Ata che ha sottoscritto un contratto su posto vacante e disponibile a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo. Sia per l’anno scolastico in corso, sia per quelli passati”.
Tutto il personale Ata precario interessato a ottenere dal giudice del lavoro il prolungamento al 31 agosto del contratto al 30 giugno, stipulato su posto vacante e disponibile con relativo recupero degli stipendi non percepiti, può cliccare qui. Per il personale Ata, continuano inoltre a essere aperte le adesioni sul portale Anief per aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non percepiti (gli interessati possono cliccare qui). Ma anche per il recupero della differenza retributiva per aver ricoperto il ruolo di DSGA, come per la stabilizzazione per chi ha svolto funzioni DSGA per oltre 36 mesi (gli interessati possono cliccare qui).
Per approfondimenti:
Da lunedì il decreto sotto la lente del Senato: per Scuola e Università servono modifiche urgenti
Gli studenti e il valzer delle cattedre. In 2,5 milioni hanno cambiato prof (Corriere della Sera del 9 gennaio 2017)
Ragioneria Generale dello Stato: commento ai principali dati del conto annuale del periodo 2007-2015 (MEF, 19 gennaio 2017)
Precari, non è bastata la Buona Scuola: è record, 3 su 4 della PA sono docenti e Ata
Personale Ata, la musica non cambia: zero assunzioni e posti nascosti, Anief passa al contrattacco