Sono destinati a raddoppiarsi i candidati, diversi dei quali anche laureati, che aggiornano la Graduatoria d’Istituto rispetto al triennio precedente: a dispetto dei tagli agli organici, della stretta sulle sostituzioni del personale assente e delle poche irrisorie immissioni in ruolo disposte, rimane appetibile fare il collaboratore scolastico, l’amministrativo e il tecnico nella scuola pubblica. In “palio” ci sono 12mila posti in organico di diritto, a cui va aggiunta una quota di posti non molto lontana per quelli in organico di fatto (con contratti da stipulare fino al 30 giugno dell’anno successivo) per vari motivi non computati dal Miur. Con circa 20mila posti da assegnare, significa che solo uno su cento, dei due milioni di attuali potenziali aspiranti, ce la farà a conquistare l’agognato posto annuale. Poi, ci sono le supplenze “brevi” ma le ultime disposizioni di spending review hanno ridotto ai minimi termini le possibilità di lavorare in caso di assenza del lavoratore Ata titolare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Fa pensare questo alto interesse per lavorare nella scuola, peraltro per compensi sempre più bassi, meno di mille euro al mese, i più bassi nella PA, se si fa riferimento alle tabelle dell’ultimo Contratto collettivo nazionale, nonostante le mansioni e responsabilità siano cresciute in modo esponenziale. Significa che la scuola rappresenta ancora un punto fermo nella società, sia per gli studenti che per chi vi opera al loro servizio. Malgrado i Governi facciano di tutto per scoraggiare. Ormai siamo al risparmio ad oltranza. Gli stessi precari più fortunati che stipuleranno un contratto annuale, pur lavorando su posti vacanti e disponibili, si ritroveranno tra le mani una supplenza priva delle mensilità di luglio e agosto. Salvo rari casi decisi dai dirigenti scolastici per cause di forza maggiore, saranno così costretti a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo.
Anief invita inoltre il personale Ata non assunto ad aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non percepiti (cliccare qui). Ma anche per il recupero della differenza retributiva per aver ricoperto il ruolo di DSGA, come per la stabilizzazione per chi ha svolto funzioni DSGA per oltre 36 mesi (cliccare qui).
Due milioni di domande per lavorare come Ata nella scuola. La stima, fatta nel corso di un incontro tra i sindacati e il Gabinetto del Ministero dell’Istruzione è stata resa pubblica stamane dal quotidiano La Stampa: riguarda il numero di richieste per l’aggiornamento o il primo inserimento nelle graduatorie di circolo e di istituto Ata terza fascia, valide per il triennio scolastico 2017-20. L’incremento è notevole, perché tre anni fa a presentare la domanda per fare il collaboratore scolastico, l’assistente amministrativo e il tecnico nella scuola pubblica, le candidature si fermarono ad un milione.
In palio ci sono diversi posti che gli Uffici scolastici possono assegnare annualmente, all’inizio di ogni anno scolastico, poiché privi del titolare: ad essere liberi, in tutte le circa 8mila scuole d’Italia, ci sono 12mila posti in organico di diritto, a cui va aggiunta una quota di posti non molto lontana per quelli in organico di fatto (con contratti da stipulare fino al 30 giugno dell’anno successivo) per vari motivi non computati dal Miur. Con circa 20mila posti da assegnare, significa che solo uno su cento, dei due milioni di attuali potenziali aspiranti, ce la farà a conquistare l’agognato posto annuale. Tra loro figurano anche molti laureati.
Il sindacato ricorda che si è arrivati a questo dopo che negli ultimi anni i Governi hanno fatto a gara per ridurre gli organici ed ignorare il ricambio di personale, a seguito almeno dei pensionamenti. Si è giunti ad attuare un lungo blocco del turn over nonostante nella Legge 128/2013 fosse stato predisposto un piano straordinario di assunzioni a favore del personale amministrativo, tecnico e ausiliario per il triennio successivo su tutti i posti vacanti.
Come gridano ancora vendetta le migliaia di assunzioni sfumate nell’estate del 2015, già accordate dal Mef, per fare transitare nello Stato i lavoratori soprannumerari delle province, contro cui Anief avviò una class action, ma che poi di atto non furono mai assunti. Inoltre, beffa finale, quei posti non furono mai successivamente assegnati al personale precario della scuola che sarebbe dovuto subentrare. La mancanza di rispetto della categoria si è ripetuta anche qualche settimana fa, quando in estate si è deciso di assumere a stento 6.200 Ata, a fronte di oltre 18mila posti vacanti accertati.
L’Esecutivo Gentiloni ha anche avuto la pretesa di caricare le scuole pubbliche della verifica delle vaccinazioni di tutti i loro iscritti, senza preoccuparsi di assumere assistenti amministrativi a supporto di questo ulteriore onere, peraltro non proprio della scuola ma di carattere puramente sanitario: così, quando si sono attuate le immissioni in ruolo, sono stati assunti soltanto 1.227 assistenti amministrativi, che corrispondono ad appena un applicato di segreteria ogni otto scuole.
Altrettanto scandaloso è stato il trattamento dei Direttori dei servizi generali ed amministrativi: a fronte di 761 assunzioni previste, a tempo indeterminato, ne sono state effettuate solo una minima parte, circa 200, perché sono quasi 20 anni che non si svolgono pubblici concorsi ed i tanti amministrativi che hanno accettato di svolgere il ruolo superiore di Dsga non si vogliono immettere in ruolo ope legis, con corso formativo in itinere, come è giusto che sia. Nel frattempo, ci sono Dsga di ruolo che perdono il posto di titolarità per via dell’ennesimo dimensionamento scolastico finalizzato al risparmio.
Detto della Legge 190/2014, che ha ridotto al lumicino le possibilità di stipulare le supplenze “brevi” e che ha provveduto ad un’altra bella sforbiciata di posti, c’è da ricordare che nemmeno la riforma della Buona Scuola ha migliorato la situazione: a questo proposito, siamo ancora a chiedere al Governo i motivi del mancato potenziamento scolastico anche per il personale Ata, visto che per realizzare i progetti e le funzioni aggiuntive previste dalla Legge 107/15 non bastano i docenti.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “fa pensare questo alto interesse per lavorare nella scuola, peraltro per compensi sempre più bassi, meno di mille euro al mese, i più bassi della Pubblica Amministrazione, se si fa riferimento alle tabelle dell’ultimo Contratto collettivo nazionale, nonostante le mansioni e responsabilità siano cresciute in modo esponenziale. Significa che la scuola rappresenta ancora un punto fermo nella società, sia per gli studenti che per chi vi opera al loro servizio. Malgrado i Governi facciano di tutto per scoraggiare”.
“Ormai siamo al risparmio ad oltranza. Gli stessi precari più fortunati che stipuleranno un contratto annuale, pur lavorando su posti vacanti e disponibili, si ritroveranno tra le mani una supplenza priva delle mensilità di luglio e agosto. Salvo rari casi decisi dai dirigenti scolastici per cause di forza maggiore, saranno così costretti – conclude Pacifico - a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo”.
Il giovane sindacato promuove anchespecifici ricorsi contro il criterio della cosiddetta “temporizzazione” applicato ai responsabili amministrativi e agli assistenti amministrativi transitati nel ruolo superiore e per ottenere il riconoscimento integrale del servizio pregresso ai fini della ricostruzione di carriera. A questo proposito, la Cassazione, con la Sentenza n. 9144/2016, ha definito illegittimo il criterio della “temporizzazione” nel caso di passaggi dei dipendenti da un ruolo all'altro dello stesso comparto, censurando proprio questo criterio applicato dal Miur in favore dell'obbligo per l'Amministrazione di effettuare l'integrale ricostruzione di carriera del dipendente in base all'effettivo servizio prestato nel ruolo precedente. Possono aderire al ricorso tutti i DSGA che hanno svolto servizio pregresso come responsabile amministrativo o come assistente amministrativo transitati nel ruolo di DSGA dopo l'1 settembre 2000, nei cui confronti l'Amministrazione ha applicato il criterio della temporizzazione della carriera. Tutto il personale Ata non assunto, infine, può aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non assegnati.
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