Secondo gli Uffici Studi della giovane doppia organizzazione sindacale, i 3 miliardi di euro scarsi complessivi di tre Leggi di Bilancio, comprendente anche la prossima, non coprono nemmeno un decimo dell’effettivo finanziamento utile a soddisfare i soli stipendi pubblici bloccati da quasi un decennio. Inoltre, la Ministra dell’Istruzione sembra volere chiedere genericamente maggiori risorse finanziarie, fermarsi a 6mila posti in più rispetto al turnover dei pensionamenti del personale ATA e cancellare i vincoli sulle supplenze “brevi” introdotte con la Legge 190/2014.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): Si tratterebbe di modifiche importanti, perché darebbero un po’ di respiro alle scuole, dove il personale Ata opera in modo sempre più affannato proprio per via dei tagli agli organici, delle norme strozza-supplenze e del mancato turn over degli ultimi anni. Ma sono solo l’antipasto di un piatto di provvedimenti ben più consistenti. Nella scuola a reclamare l’aumento maggiore nella categoria sono i docenti, per i quali solo per coprire il 15% di inflazione occorrono 1.300 euro per ognuno dei tre anni di nuovo contratto. Soltanto per adeguare gli stipendi di tutti i 100mila dirigenti pubblici all’inflazione cresciuta in questi anni ci vorrebbero 1,4 miliardi. Per i dirigenti scolastici, recuperando la RIA per gli assunti dal 2001/2002, il ripristino delle risorse tagliate al Fondo unico nazionale dal 2011-12, i ricorsi per il recupero del TFR/TFS, per la trattenuta Enam e lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale, è possibile pensar di ridurre il gap stipendiale rispetto agli altri. Poi, c’è la perequazione: non può essere inferiore ai 22mila euro lordi a preside.
Tutti i dipendenti docenti e Ata possono inviare una diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% dell’inflazione. La questione è stata trattata e discussa pure da Udir, che si batte per i diritti dei dirigenti scolastici, per il comparto dirigenziale. Anche in questo caso è stato predisposto uno specifico ricorso.
“Alla scuola servono molte più risorse di quelle che si appresta ad approvare il Governo con la Legge di Bilancio e anche di quelle mini-aggiuntive chieste dalla Ministra dell’Istruzione: gli annosi problemi in cui versa il sistema scolastico italiano - come le immissioni in ruolo insufficienti e gli stipendi del personale fermi dal 2009 - non si risolvono con le promesse o i provvedimenti di facciata attuati con il bilancino del Mef”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e Udir, a commento della notizia odierna sulla Ministra Fedeli che batte cassa in vista della manovra di fine anno.
Secondo gli Uffici Studi della giovane doppia organizzazione sindacale, i 3 miliardi di euro scarsi complessivi di tre Leggi di Bilancio, comprendente anche la prossima, non coprono nemmeno un decimo dell’effettivo finanziamento utile a soddisfare i soli stipendi pubblici bloccati da quasi un decennio: “abbiamo calcolato – dice il presidente Pacifico – che per pagare gli adeguamenti stipendiali di tutti i dipendenti pubblici servirebbero circa 30 miliardi di euro. Solo per adeguare gli stipendi di tutti i 100mila dirigenti pubblici all’inflazione cresciuta in questi anni ci vorrebbero 1,4 miliardi”.
“A reclamare l’aumento maggiore nella categoria sono i docenti, per i quali solo per coprire il 15% di inflazione occorrono 1.300 euro per ognuno dei tre anni di nuovo contratto. Poi ci sono i dirigenti scolastici, di cui tanto si parla in questi giorni: solamente considerando il recupero della RIA per gli assunti dal 2001/2002, il ripristino delle risorse tagliate al Fondo unico nazionale dal 2011-12, i ricorsi per il recupero del TFR/TFS, per la trattenuta Enam e lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale, è possibile pensar di ridurre il gap stipendiale rispetto agli altri dipendenti pubblici e privati. Poi, c’è la cosiddetta perequazione che secondo noi non può essere inferiore ai 22mila euro lordi a preside”.
In vista della Legge di Stabilità, invece, la Ministra dell’Istruzione sembra volere chiedere genericamente maggiori risorse finanziarie, fermarsi a 6mila posti in più rispetto al turnover dei pensionamenti del personale ATA e cancellare i vincoli sulle supplenze “brevi” introdotte con la Legge 190/2014, che ha di fatto reso impossibile nominare i precari dei collaboratori scolatici per i primi 7 giorni di assenza e in assoluto per gli assistenti tecnici, oltre che chiamare supplenti in sostituzione degli assistenti amministrativi solo nei rarissimi casi in cui in organico di diritto ci siano meno di tre posti.
“Si tratterebbe di modifiche importanti, perché darebbero un po’ di respiro alle scuole, dove il personale Ata opera in modo sempre più affannato proprio per via dei tagli agli organici, delle norme strozza-supplenze e del mancato turn over degli ultimi anni. Ma sono solo l’antipasto di un piatto di provvedimenti ben più consistenti. Resta, ad esempio, ancora da capire – conclude Pacifico – perché si è proceduto quest’anno ad appena 6.200 assunzioni, parti delle quali nemmeno effettuate, come quasi tutte quelle dei Dsga, a fronte di oltre 18mila posti vacanti. Anche in questo caso, la Fedeli si è adeguata alla politica del risparmio: perché chiede di assumere solo 6mila amministrativi, tecnici e ausiliari e non 12mila visto che è questa la quota attuale di vacanze in organico di diritto?”.
Tutti i dipendenti docenti e Ata possono inviare una diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% dell’inflazione. La questione è stata trattata e discussa pure da Udir che si batte per i diritti dei dirigenti scolastici, per il comparto dirigenziale. Anche in questo caso è stato predisposto uno specifico ricorso. Sempre per i capi d’istituto, Udir ha attivato una serie di ricorsi appositi:
per aderire al ricorso per l’assegnazione della RIA, scarica la diffida e pre-aderisci;
per aderire al ricorso contro il taglio del FUN, vai al seguente link;
Per approfondimenti:
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