La riforma Buona Scuola ha ignorato amministrativi, tecnici, collaboratori scolastici e Direttori dei servizi generali ed amministrativi, prevedendo per loro solo una manciata di assunzioni, non assegnando loro alcun bonus per il merito e per l’aggiornamento professionale. Ora, però, al fotofinish, considerando che tra pochi mesi si andrà alle elezioni, il Governo ha la possibilità di riscattarsi: basterebbe approvare una serie di emendamenti presentati a Palazzo Madama, su spinta del sindacato Anief.
Chieste non meno di 8mila stabilizzazioni per il potenziamento (in realtà dovrebbero essere 20mila); l’abolizione del limite delle supplenze, solo parzialmente cancellato dall’esecutivo in carica, che sta mettendo le scuole in ginocchio; esonerare dallo svolgimento della eventuale prova preselettiva del prossimo concorso Dsga e ammettere in soprannumero alle prove coloro che hanno assunto il ruolo di reggenti, anche da amministrativi, per almeno 36 mesi facendo anche cadere il limite degli ultimi 8 anni; istituire una graduatoria dei 24 mesi per la copertura dei posti vacanti di Direttori S.G.A. a cui può accedere il personale ATA che ha coperto il ruolo di direttore S.G.A. per almeno 24 mesi di servizio effettivo in qualità di direttore S.G.A. e un’anzianità di almeno cinque anni di servizio effettivo nel profilo di Responsabile Amministrativo e Assistente Amministrativo. Inoltre si chiede l’abbattimento delle soglie temporali per la chiamata dei supplenti per periodi brevi. Avviare un piano straordinario di assunzioni per tutta la categoria dei non docenti (complessivamente servono 32mila immissioni in ruolo). Si richiede, infine, l’eliminazione della temporizzazione per gli Ata divenuti Dsga, contro la quale il sindacato ha predisposto apposito ricorso.
Con il disegno di legge n. 2960, in questi giorni sotto la lente della Commissione Bilancio del Senato, si può fare finalmente giustizia con il personale amministrativo, tecnico, ausiliario e i Dsga della scuola. La riforma Buona Scuola ha infatti ignorato queste categorie di lavoratori, prevedendo solo una manciata di assunzioni, non assegnando loro alcun bonus per il merito e per l’aggiornamento professionale. Ora, però, al fotofinish, considerando che tra pochi mesi si andrà alle elezioni, il Governo ha la possibilità di riscattarsi: basterebbe approvare una serie di emendamenti presentati a Palazzo Madama, su spinta del sindacato Anief.
Si tratta dell’emendamento alle Legge di Bilancio n. 54.024 (Centinaio, Comaroli), attraverso cui si chiede l’estensione del potenziamento anche per educatori, Ata e scuola dell’infanzia (“il cui numero complessivo non potrà essere inferiore alle 8mila unità” da finanziare attraverso accise sui “tabacchi lavorati” e “sui prodotti alcolici”); del 54.059 (Montevecchi, Puglia, Blundo, Bulgarelli, Lezzi, Mangili) che destina ulteriori 4 milioni di euro per le assunzioni dello stesso settore; del 54.1 (Centinaio), con cui si chiede l’abolizione del limite delle supplenze, solo parzialmente cancellato dall’esecutivo in carica, che sta mettendo le scuole in ginocchio, già peraltro fortemente provate dai tagli derivanti dal dimensionamento dell’ultimo periodo avviato dalla ex ministra Maria Stella Gelmini, con una “sforbiciata” messa in atto anche dal Governo Renzi.
Poi ci sono le richieste di modifica 54.14 (Centinaio, Comaroli): coloro che “abbiano svolto le funzioni di direttore dei servizi generali ed amministrativi presso le scuole statali con contratti a tempo determinato su posto vacante e disponibile per almeno 36 mesi, anche non continuativi, sono esonerati dallo svolgimento della eventuale prova preselettiva e sono ammessi in soprannumero alle prove del concorso di cui al comma 114-sexties. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ferma restando la procedura autorizzatoria, bandisce, entro il 1 marzo 2018, un concorso per titoli ed esami per l'assunzione a tempo indeterminato dei direttori dei coordinatori di segreteria per le istituzioni scolastiche ed educative statali, ai fini della copertura di tutti i posti vacanti e disponibili in organico”. Pertanto, si chiede anche l’abolizione del limite degli ultimi 8 anni per cumulare i 3 minimi di reggenza per l’ammissione al corso-concorso Dsga (da svolgere nel 2018) anche in sovrannumero. Oltre all’assunzione di 32mila unità Ata, tra potenziamento e mancate assunzioni, se si escludono le circa 6mila dell’anno in corso.
Con l’emendamento 54.13 (sempre presentati dai senatori Centinaio e Comaroli) si prevede che “nelle more dell’espletamento delle procedure concorsuali, è istituita una graduatoria dei 24 mesi per la copertura dei posti vacanti di Direttori S.G.A. a cui può accedere il personale ATA che ha coperto il ruolo di direttore S.G.A. per almeno 24 mesi di servizio effettivo in qualità di direttore S.G.A. e un’anzianità di almeno cinque anni di servizio effettivo nel profilo di Responsabile Amministrativo e Assistente Amministrativo”. Inoltre si chiede l’abbattimento delle soglie temporali per la chiamata dei supplenti per periodi brevi, sempre a favore degli Ata.
L’emendamento 54.4 (Serra, Puglia, Blundo, Bulgarelli, Lezzi, Mangili) intende invece avviare un piano straordinario di assunzioni per tutta la categoria dei non docenti. A cui si aggiungono le richieste catalogate come 54.5, 54.6, 54.7 (Petraglia e altri) sullo sblocco assunzioni Ata, le supplenze da attuare per tutti i periodi e il potenziamento sinora non previsto. Con l’emendamento 54.021 (Centinaio, Comaroli), infine, si chiede, tra le altre cose, l’eliminazione della temporizzazione per gli Ata divenuti Dsga, contro la quale il sindacato ha predisposto anche apposito ricorso.
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