Condivise le proteste della categoria più ignorata dell’istruzione pubblica italiana: un quarto dell’organico dimenticato dalla Legge di Stabilità 2018, in dirittura d’arrivo; 6mila assunzioni rispetto a 24mila posti; nessun “potenziamento” del personale con la Legge 107/15; niente accesso ai bonus merito ocardper la formazione. Inoltre, concorsi interni riservati e profili bloccati da dieci anni; tagli a supplenze e sedi dimensionate, assenti le figure A1 e C. Ancora bloccata l’indennità di vacanza contrattuale, trattenuta 2,5% TFR, ricostruzioni di carriera senza pieno riconoscimento pre-ruolo, temporizzazione, stipendio iniziale ai supplenti.
Il giovane sindacato invita il personale a partecipare ai seminari Aniefe a protestare per un giorno: in programma altri 15 incontri a dicembre per collaboratori scolastici, Ata, dopo migliaia di adesioni riscontrate nell’ultimo anno. I Dsgaincontrano il presidente nazionale Marcello Pacifico il 15 dicembre a Palermo, nella sede nazionale Anief. Il sindacato s’impegna a cambiare il prossimo CCNL dopo laclass actionin tribunale su immissioni in ruolo ecarddocenti. Candidaticome RSU.
Il personale Ata della scuola non ce la fa più ad essere trattato come l’ultima “ruota del carro”: il prossimo 15 dicembre incrocerà le braccia. Non bastano le norme previste all’art. 54 del disegno di legge 2960 (Legge di Stabilità 2018) approvate dal Senato: un concorso per assumere 2mila Dsga, riservato a laureati e aperto anche a chi ha maturato tre anni di servizio nei ruoli di reggente, nonché deroghe al blocco delle supplenze per il solo personale assistente tecnico ed amministrativo. Né convincono gli 8 euro netti mensili stanziati per i dipendenti pubblici, in ossequio all’Intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e CGIL-CISL-UIL, nell’art. 58 per il biennio 2016/2017 e i 40 euro per il 2018.
Sono specifiche le richieste avanzate dal sindacato Anief che aderisce allo sciopero di metà dicembre, per una categoria sempre più ignorata dal Parlamento e dal Governo, nonché dalle altre organizzazioni sindacali negli ultimi dieci anni. Lo sciopero, del resto, è divenuto inevitabile, dopo la bocciatura degli emendamenti presentati a Palazzo Madama, su spinta del sindacato Anief.
Cominciamo dai posti vacanti in organico di diritto: in virtù del comma 422 della legge 190/2014, dovevano essere promessi al personale in esubero che sarebbe transitato dalle province nel 2016, prima dati al 30 giugno per il 2015, poi al 31 agosto del 2016 e soltanto per la metà assegnati in ruolo nel 2017; è stata invece autorizzata l’immissione in ruolo di 6.260 unità a fronte di un organico vacante quattro volte superiore, dopo anni di blocco del turn over (sul punto si deve ancora pronunciare il Tar Lazio su ricorso presentato da Anief).
Tale finzione degli organici è stata pure addotta a motivazione per la mancata indizione quadriennale - art 6, comma 9, legge 124/99, art. 557 dlgs 297/94, art. 48, CCNL 09, art. 62, CCNL 2007 - dei concorsi riservati per i passaggi ai fini della progressione di carriera dal profilo dell’area A a B e da B a D (neanche bandito nel 2010), motivo dell’assenza di candidati nelle ultime immissioni in ruolo per 761 DSGA (su tale punto ANIEF annuncia fin da adesso la volontà di ricorrere in tribunale per sbloccare le procedure).
Per non parlare della legge 107/15 che nonostante abbia previsto nuove attività extracurricolari e formazione obbligatoria per il personale ATA anche sull’inclusione, non ha disposto né la CARD né il potenziamento degli organici o ancora incentivi per premiare il merito. Nella stessa mobilità intercompartimentale, gli unici penalizzati sono stati gli ATA della scuola, per la vetusta classificazione dei profili che non tiene conto dei nuovi ruoli e responsabilità: basti pensare che ancora non è avvenuta l’equiparazione dell’ex livello IV con il VI a parità di diploma.
Ancora adoggi, poi, la categoria non ha visto né la creazione del profilo C intermedio per il coordinamento delle segreterie, né del profilo A1 alla luce delle nuove competenze richieste al collaboratore scolastico con un appiattimento della carriera che mina la motivazione del personale.
Tutti sanno che senza il collaboratore scolastico non può essere garantita la culpa in vigilando: eppure si continua a reiterare il divieto per il conferimento di supplenze, mentre ai DSGA oltre a non essere riconosciuto il precedente servizio maturato quale Ata viene negato anche il par time.
Nel frattempo, le segreterie “scoppiano”, anche se si potrebbero eliminare nuove incombenze come la rendicontazione del bonus docenti. Basterebbe creare un’unica banca dati per la pubblica amministrazione o garantire la presenza dell’assistente tecnico in ogni istituzione scolastica. Si tratta di piccole “ricette” semplici ma efficaci, in attesa di diventare rappresentativi e riconoscere i meriti di una categoria sfortunata per la storia ma non per il diritto, per la quale Anief s’impegna a battersi.
COMUNICATI CORRELATI:
Dirigenti scolastici, negli ultimi quattro anni hanno perso tra il 15% e il 27%: 4.600 euro l’anno
In Italia chi dice donna dice scuola: 82% degli insegnanti e 6 presidi su 10
Nella Legge di Stabilità risorse col bilancino, ma servono 30 miliardi solo per gli stipendi
Rinnovo del contratto, dopo il Ponte di Ognissanti riparte l’inutile trattativa all’Aran