La definizione degli organici, per l’a.s. 2018/19, dovrebbe contenere solo mille posti di potenziamento alla scuola dell’infanzia, peraltro a danno della secondaria. Oltre che un lieve incremento di posti nell’organico autonomia. Per l’Anief sono palliativi, perché l’unica vera soluzione è quella di trasformare tutti i posti dell’organico di fatto in quello di diritto: assieme all’apertura delle GaE, è un passaggio imprescindibile se si vuole una volta per tutte abbattere il precariato stabilizzando tutti i precari con oltre 36 mesi di servizio svolto, ad iniziare dai docenti abilitati che il Miur si ostina a respingere.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Avere quasi 100mila posti liberi, di cui la metà su sostegno, senza però utilizzarli per le immissioni in ruolo e per i trasferimenti, è un punto fermo dell’amministrazione scolastica che blocca non solo tantissimi precari, ma anche l’offerta formativa e l’intera organizzazione: in questo modo, infatti, si danneggia la continuità didattica, si impegnano migliaia di impiegati e le ragionerie territoriali dello Stato a sbrigare le pratiche di un numero infinito di supplenze. È proprio il caso di dire, cui prodest? È possibile che per risparmiare un po’ di fondi pubblici, si debbano danneggiare gli alunni e caricare in modo sconcertante le amministrazioni dello Stato? Nella riunione di martedì prossimo, è bene che i sindacati rappresentativi sollevino il problema. Gli organici della scuola non possono più sopportare questo fardello. Qualsiasi altra decisione è secondaria dinanzi a questa esigenza, che riguarda anche i 20-25mila del personale Ata perennemente dimenticato. Come occorre introdurre il potenziamento degli organici nelle aree a rischio, a partire da dove sono alti i tassi di abbandono e migratori. Non farlo, significherebbe perdere un altro anno. Sperando che sia l’ultimo: perché se l’Anief riuscirà a sedersi presto a quei tavoli, superando la soglia del 5% di rappresentanza con le prossime elezioni Rsu, potrà finalmente sollevare questa e tutte le altre problematiche irrisolte sulle quali da decenni vige il silenzio.
La settimana in arrivo servirà a capire se il Ministero dell’Istruzione vuole cambiare registro sugli organici dei lavoratori della scuola: sul tema, infatti, per dopodomani, 27 marzo, sono stati convocati al Miur i sindacati rappresentativi per un’informativa che ha tutta l’aria di essere un preludio all’annuale Circolare sugli organici. “Uno dei principali obiettivi, che si era posto il Ministro Fedeli – scrive Orizzonte Scuola - consisteva nel permettere un ordinato avvio dell’anno scolastico, con tutti i docenti assegnati alle scuole già dal primo settembre. L’obiettivo, considerata la tempistica della mobilità, potrebbe essere raggiungibile. Al tal fine, un altro importante tassello riguarda la definizione degli organici, sulla base dei quali effettuare trasferimenti, passaggi di ruolo/cattedra e immissioni in ruolo”.
Sempre la rivista specializzata annunci che “la definizione degli organici, per l’a.s. 2018/19, dovrebbe presentare delle novità dovute all’assegnazione dell’organico di potenziamento alla scuola dell’infanzia e alla trasformazione di posti dell’organico di fatto in organico di diritto, grazie alle risorse stanziate nella legge di Bilancio”. Tuttavia, “l’attribuzione dell’organico di potenziamento alla scuola dell’infanzia non comporterà un incremento di posti, ma vi sarà una ridistribuzione dei posti già assegnati agli altri ordini di scuola con la legge n. 107/2015 (la cui distribuzione – per ordine e grado – è riportata nella Tabella 1 allegata alla legge), senza però dar vita ad esuberi nell’ambito dei ruoli regionali”.
È inoltre previsto un lieve incremento di posti nell’organico autonomia. A questo proposito, “la legge di Bilancio ha disposto un finanziamento di 150 milioni di euro per la trasformazione delle cattedre in organico di fatto in cattedre stabili, che confluiranno nell’organico dell’autonomia: 50 milioni saranno spesi nel 2018, 150 a regime a decorrere dal 2019”. Il rebus da sciogliere diventa, allora, quello storico: quanti posti saranno resi stabili per l’anno scolastico 2018/19?
Per l’Anief, la risposta è semplicissima: tutti i posti dell’organico di fatto vanno trasformati in quello di diritto. Perché, assieme all’apertura delle GaE, è un passaggio imprescindibile se si vuole una volta per tutte abbattere il precariato stabilizzando tutti i precari con oltre 36 mesi di servizio svolto, ad iniziare dai docenti abilitati che il Miur si ostina a respingere. Non possono essere considerate soddisfacenti le soluzioni proposte durante l’ultima legislatura di finanziare solo qualche migliaio di posti spostati in organico di diritto, con la “farsa” finale di qualche settimana fa, con la decisione di creare mille posti di potenziamento anche nella scuola dell’infanzia sottraendoli dalla secondaria.
L’adeguamento di tutto l’organico di fatto a quello di diritto, inclusi gli oltre 40 mila posti in deroga del sostegno, che continuano ad essere conferiti al 30 giugno dell’anno successivo pur essendo delle cattedre prive di titolare e liberi da vincoli, è stato chiesto a gran voce anche l’altro ieri, in occasione dello sciopero proclamato dall’Anief e della sentita manifestazione tenuta davanti al Ministero dell’Istruzione.
“Avere quasi 100mila posti liberi, di cui la metà su sostegno, senza però utilizzarli per le immissioni in ruolo e per i trasferimenti, è un punto fermo dell’amministrazione scolastica che blocca non solo tantissimi precari, ma anche l’offerta formativa e l’intera organizzazione scolastica – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -: tale organizzazione, infatti, danneggia la continuità didattica e impegna migliaia di impiegati e le ragionerie territoriali dello Stato a sbrigare le pratiche di un numero infinito di supplenze. È proprio il caso di dire, cui prodest? È possibile che per risparmiare un po’ di fondi pubblici si debbano danneggiare gli alunni e caricare in modo sconcertante le amministrazioni dello Stato?”.
“Nella riunione di martedì prossimo – continua il sindacalista Anief-Cisal - è bene che i sindacati rappresentativi sollevino il problema. Gli organici della scuola non possono più sopportare questo fardello. Qualsiasi altra decisione, è secondaria dinanzi all’esigenza di trasformare tutti i posti, anche i 20-25mila del personale Ata perennemente dimenticato, dall’organico di fatto a quello di diritto. Come occorre introdurre il potenziamento degli organici nelle aree a rischio, a partire da dove sono alti i tassi di abbandono e migratori. Non farlo significherebbe perdere un altro anno. Sperando che sia l’ultimo: perché se l’Anief riuscirà a sedersi presto a quei tavoli, superando la soglia minima del 5% di rappresentanza con le prossime elezioni Rsu di metà aprile, potrà finalmente sollevare questa e tutte le altre problematiche irrisolte sulle quali da decenni vige il silenzio”.
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