Il Ministero dell’Istruzione si oppone al potenziamento dell’attività motoria nella scuola primaria, dove si continua a fare svolgere attività fisica agli alunni solamente attraverso iniziative autonome e quasi sempre finanziate dalle famiglie: la disposizione, prevista dalla Legge di Bilancio 2018, la quale prevede l’utilizzo fino al 5% del potenziamento per l’attività motoria nella scuola primaria, è quindi slittata al 2019/20, perché a detta dei dirigenti del Miur è necessario che le scuole inseriscano tale attività nei Piano triennale dell’offerta formativa. Il sindacato Anief non reputa corretto procedere in questo modo: il mancato inserimento nel Ptof ha infatti tutta l’aria di essere una clausola cercata appositamente per posticipare il progetto e soprattutto i costi che comporterebbe. L’approvazione della norma, le cui percentuali si auspica che possano man mano diventare sempre maggiori, comporterebbe infatti il coinvolgimento di operatori specializzati.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’amministrazione ha preso questa decisione senza tener conto del fatto che la legge è assolutamente chiara. In questo caso, come in altri, è necessario che il Miur si adegui e la smetta di fare ostruzione: a noi sembra che abbiano montato un caso dal nulla, visto che i collegi dei docenti fino a prova contraria possono ancora deliberare in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico, al quale peraltro mancano ancora cinque mesi pieni. A spingere da anni per lo svolgimento dell’attività fisica permanente in tenera età non siamo del resto noi, ma tutti coloro che, sulla base di studi scientifici, mirano al benessere della cittadinanza. Per non parlare dei continui moniti in questo senso da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Cambiare tutto, per non cambiare nulla. Potrebbe essere lo slogan più adatto da associare all’operato del Ministero dell’Istruzione che si è appena opposto al potenziamento dell’attività motoria nella scuola primaria, dove si continua a fare svolgere attività fisica agli alunni solamente attraverso iniziative autonome e quasi sempre finanziate dalle famiglie: la disposizione, prevista dalla Legge di Bilancio 2018, la quale prevede l’utilizzo fino al 5% del potenziamento per l’attività motoria nella scuola primaria, è quindi slittata al 2019/20, perché a detta dei dirigenti del Miur è necessario che le scuole inseriscano tale attività nei Piano triennale dell’offerta formativa.
“Lo ha comunicato il Miur ai sindacati – scrive Orizzonte Scuola - durante la riunione del 27 marzo relativa alla costituzione degli organici del personale docente e ATA per l’a.s. 2018/19”. La norma si poneva “l’obiettivo formativo del potenziamento delle discipline motorie e dello sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, ai sensi dell’articolo 1, comma 7, lettera g), della legge 13 luglio 2015, n. 107, nell’ambito della dotazione organica di cui all’articolo 1, comma 68, della medesima legge il 5 per cento del contingente dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa è destinato alla promozione dell’educazione motoria nella scuola primaria, senza determinare alcun esubero di personale o ulteriore fabbisogno di posti”. Come detto, però, non sarà possibile attuare il comma, in quanto i Collegi dei docenti non hanno potuto inserire tale previsione nei PTOF. Tutto rinviato di un altro anno.
Il sindacato Anief non reputa corretto procedere in questo modo: il mancato inserimento nel Ptof ha infatti tutta l’aria di essere una clausola cercata appositamente per posticipare il progetto e soprattutto i costi che comporterebbe. L’approvazione della norma, le cui percentuali si auspica che possano man mano diventare sempre maggiori, comporterebbe infatti il coinvolgimento di operatori specializzati.
Anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, si esprime in disaccordo con la decisione del Ministero dell’Istruzione: “Al Miur – dichiara - prorogano la riforma di un anno, senza tener conto del fatto che la legge è assolutamente chiara. In questo caso, come in altri, è necessario che l’amministrazione si adegui e la smetta di fare ostruzione: a noi sembra che abbiano montato un caso dal nulla, visto che i collegi dei docenti fino a prova contraria possono ancora deliberare in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico, al quale peraltro mancano ancora cinque mesi pieni”.
“A spingere da anni per lo svolgimento dell’attività fisica permanente in tenera età – continua il sindacalista autonomo – non siamo del resto noi, ma tutti coloro che, sulla base di studi scientifici, mirano al benessere della cittadinanza. Per non parlare dei continui moniti in questo senso da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità. La centralità del movimento, inoltre, ha una tradizione millenaria, visto che gli stessi latini ci hanno tramandato il mens sana in corpore sano. Su un punto, quindi, non ci sono dubbi: è fondamentale avviare l’allenamento in palestra e all’aria aperta già dai primi anni di vita. E la scuola non può esimersi dal farlo, né dal tramandare il valore alle nuove generazioni. A partire da quelle province e regioni dove – conclude Pacifico - il tasso di obesità è decisamente sopra la media”.
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