Oggi, durante la trasmissione radiofonica Rai “Tutti in classe”, il sottosegretario di Stato al ministero dell’Istruzione, Salvatore Giuliano, è intervenuto per discutere di revisione dell’organizzazione scolastica, confermando i forti dubbi del M5S sull’approvazione di una norma nazionale, attraverso l’avallo del Governo, che apre all’autonomia differenziata anche sul fronte dell’Istruzione pubblica. Con il rappresentante dell’Esecutivo si è schierato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: la regionalizzazione va fermata ed è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di ribadire lo stop delle attività previsto a metà del prossimo mese.
Il primo partito di Governo, attraverso il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano, ha confermato la linea di scetticismo nei confronti del progetto leghista: “Ritengo la regionalizzazione della scuola un pericolo. Per quanto riguarda le bozze di autonomia circolate fino a oggi, restano molti i punti da chiarire e non fanno ben sperare. Ricordiamo che tra i compiti della scuola c’è quello di garantire un sistema nazionale d’istruzione, che si traduce nella garanzia di pari opportunità a tutti coloro che alla scuola si rivolgono, siano essi gli studenti, le loro famiglie e il personale che ci lavora. Preoccupa inoltre il reclutamento, oltre ai costi aggiuntivi che ne deriverebbero”, ha concluso il sottosegretario.
Anche il sindacato Anief ribadisce che la regionalizzazione non è ciò di cui l’istruzione ha bisogno, alla luce anche degli innumerevoli problemi che affliggono il sistema scolastico: assieme alla mancanza di aumenti stipendiali adeguati, il precariato e le progressioni di carriera del personale Ata, rimane uno dei punti fermi alla base dello sciopero previsto per il prossimo 17 maggio.
L’accordo sull’autonomia differenziata non convince Anief sin dalla sua prima proposta: secondo il presidente Anief, Marcello Pacifico, il testo attuale voluto dalla Lega sulla regionalizzazione dice l’esatto contrario di quello che è stato sottoscritto con i sindacati nell’intesa del 24 aprile. Inoltre, nell'accordo non sono chiari alcuni aspetti: da chi dipenderà il personale docente e Ata assunto? Si parla, quindi, di un sistema nazionale di reclutamento e di un unico stato giuridico che potrebbero dire cose divergenti.
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