L’organizzazione del sostegno didattico agli alunni disabili cambia faccia: ancora prima di vedere a regime la riforma prevista dal decreto legislativo 66/2017, attuativo della Buona Scuola di Renzi, diverse importanti novità sono state approvate dal Governo M5S-Lega, con il via libera del Consiglio dei Ministri e successiva presentazione al Senato dello schema di decreto correttivo, alla presenza del sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano. Le novità: torna il GLHO, si rivedono i componenti delle commissioni che decidono l’assegnazione dei bisogni formativi, cresce il coinvolgimento delle famiglie e dei docenti stessi, si conferma la specializzazione di 40 mila nuovi docenti. Secondo Anief il testo deve prevedere la cancellazione della norma inserita nella legge Carrozza 128/13 che impedisce di trasformare tutti i posti liberi in organico di diritto, superando così l’altissima percentuale di quelli attualmente in deroga. Come, del resto, indicato già dai giudici. Per il presidente, Marcello Pacifico, sarà tutto inutile se non si deciderà di assumere gli attuali e i prossimi docenti specializzati e già formati, perché gli studenti sarebbero sempre costretti a cambiare docente una o più volte l’anno. Poi va risolto il problema delle prove selettive in corso, sulle quali pesano evidenti errori organizzativi.
LE NOVITÀ INTRODOTTE
Le ore di sostegno verranno decise da chi sta accanto allo studente e addirittura si quantificheranno insieme a lui quando sarà maggiorenne. A definirle, infatti, è come in passato quello che si chiamava GLHO, che ha il compito di redigere il Piano educativo individualizzato dell’alunno. Questo Piano, messo a punto da chi conosce sia le peculiarità dello studente sia le caratteristiche del contesto in cui apprende e vive la sua socialità, dovrà definire non solo le ore di sostegno, ma anche tutte le misure utili a rendere quanto più efficace possibile la partecipazione degli alunni con disabilità alle attività della classe e della scuola. Nel corso dei prossimi tre anni verranno formati 40mila nuovi insegnanti di sostegno, con il primo corso di specializzazione per l’a.a. 2018/19 che è già stato attivato.
Secondo il Miur, con queste modifiche “l’intera comunità scolastica sarà coinvolta nei processi di inclusione. Viene rivista la composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno. Un cambio di passo che punta ad assicurare la presenza di uno specialista nella patologia dell’alunno. Anche i genitori e, dove possibile, nel caso di maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno, per superare l’attuale impostazione che prevede una meccanica associazione tra la certificazione data ai sensi della legge 104 e il supporto offerto all’alunno”.
LA POSIZIONE DELL’ANIEF
Da una prima analisi delle informazioni che trapelano sul testo approvato in CdM, in attesa di prendere visione delle novità legislative in via di approvazione presso le Commissioni di competenza del Parlamento, preliminare al sì definitivo del Governo, Anief fa presente che ci sono diverse questioni che andrebbero senz’altro affrontate con maggiore coraggio ed efficacia.
Di base, il ritorno al Glho operativo per assegnare le ore sostegno è un fatto positivo, ma a patto che si trasformino gli attuali 50 mila ed oltre posti in deroga (il 40% del totale) in cattedre facenti parte dell’organico di diritto. Questo, eviterebbe le attuali incredibili storture di assegnazione dei posti. Come quella della regione Piemonte, dove è presente un numero di posti in deroga di sostegno superiore a quelli dell’organico di diritto: è come se ormai le esigenze straordinarie superino quelle ordinarie. Si tratta di un passaggio chiave per risolvere il problema del sostegno in Italia, perché a fronte di numeri e progressioni storiche che confermano un aumento costante del numero di alunni con disabilità certificata, si continua a ragionare con una logica del tutto anacronistica.
Tutto questo, tra l’altro, avviene a dispetto di quanto stabilito dal Tar della Sicilia che con una esemplare sentenza sugli organici di sostegno dello scorso gennaio (la n. 140/19, i cui principi evidentemente valgono per tutte le regioni) ha stabilito che il Miur deve verificare quanti dei posti siciliani in deroga, ben 7 mila, rispondano a effettive esigenze, al fine di essere assegnati alle immissioni in ruolo.
Una considerazione positiva può essere fatta anche sulla necessità di confermare la continuità didattica, su richiesta della famiglia e previa valutazione del dirigente scolastico, rivolta a chi è in possesso di specializzazione di sostegno: su questo punto, Anief ha, a suo tempo, presentato un emendamento che chiedeva esattamente questo al decreto delegato dalla 107/15 sull'inclusione. Anche in questo caso, tuttavia, il sindacato ricorda che la vera continuità si garantisce non certo assegnando delle supplenze, sempre quindi attraverso una sorta di corsia preferenziale, ma direttamente dalle assunzioni a tempo indeterminato degli attuali docenti specializzati che continuano ad essere estromessi dalle GaE.
A proposito della formazione specifica dei docenti dell’infanzia e primaria, attraverso un corso ad hoc, il giovane sindacato reputa sostanzialmente positiva l’iniziativa. Anche se mantiene più di qualche riserva sugli ulteriori 60 cfu da conseguire per accedere al corso specializzante, attraverso il quale si conseguirebbero ulteriori 60 crediti: la soluzione introdotta appare ridondante, se non inutile.
Con l’occasione, Anief torna a ricordare la vertenza aperta sulla insufficienza e sulla maldistribuzione dei posti di specializzazione, del cosiddetto Tfa sostegno: a questo proposito, vi sono delle regioni, come il Piemonte e l’Emilia Romagna che hanno avuto assegnato un numero ridicolo di posti, sufficienti nemmeno per coprire le esigenze di una provincia. Su questo punto, il sindacato ha ottenuto una precisa ordinanza del Tar del Lazio, che però il Miur ancora non ha eseguito. Allo stesso modo, non va dimenticato il problema della preselezione, che ha escluso in modo irragionevole dagli scritti coloro che hanno conseguito almeno la sufficienza (18/30) al test d’accesso e contro il quale Anief è ricorso in tribunale.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che “per un giudizio definitivo aspettiamo senz’altro di leggere il testo sinora approvato in Consiglio dei Ministri. Ben vengano modifiche alla pessima riforma Renzi e la possibilità di dare maggiore considerazione alle famiglie, agli studenti e alle parti interessate; tuttavia sarà tutto inutile se si continuerà a non assumere i docenti specializzati e già formati, perché gli studenti sarebbero sempre costretti a cambiare docente una o più volte l’anno. Come occorre rimettere mano alle prove selettive in corso, a proposito delle quali anche i giudici hanno accertato evidenti errori sia a livello di test che di organizzazione generale”.
“Inoltre – continua il presidente nazionale Anief – va assolutamente affrontato il problema delle ore di sostegno settimanale non assegnate agli alunni disabili, previste dall’organo di competenza ma negate dall’Ufficio scolastico, confermato dalle tante sentenze favorevoli dell’Anief attraverso l’iniziativa ‘Sostegno, non un’ora in meno!’. Attendiamo, infine, novità sugli assistenti all'autonomia e al raccordo della scuola con il mondo del lavoro, oltre che sull’annunciata legge sui bisogni educativi e speciali”.
PER APPROFONDIMENTI:
Sostegno, una babele: fuori con 27/30, ammessi con 0/30. Il Tar Lazio dà ragione ad Anief