Anief lo sostiene da mesi e lo ha ribadito tre giorni fa: l’estate che ci accingiamo a vivere sarà ricordata come quella del record di supplenze, con quasi 200 mila contratti a tempo determinato. A dirlo, adesso, è anche la Corte dei Conti, attraverso il Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica: l’organo di rilievo costituzionale parte dal fatto che quest’anno (2018/2019) viene registrato un aumento di cattedre “a tempo”, tanto da raggiungere quota 157.154 (al netto dei contratti FIT, finalizzati alle assunzioni in ruolo in caso di valutazione finale positiva) di cui quasi 36mila affidate con contratto annuale fino al 31 agosto e oltre 127mila assegnate fino al termine delle lezioni, vale a dire il 30 giugno. E a settembre i numeri cresceranno ancora, anche per via dei pensionamenti di Quota 100 e di altre decine di migliaia di convocazioni per i ruoli che andranno deserte. Marcello Pacifico (Anief): Anziché fissarsi sui concorsi a lungo termine, il ministro Marco Bussetti doveva attuare una politica straordinaria, sia per tamponare la situazione dei troppi “buchi” di docenti nei Consigli di Classe sia per dare una segnale importante alla lotta al precariato. Invece, ora riprenderà la stagione dei ricorsi.
NUMERI IN CRESCITA
La Corte dei Conti rileva che si tratta di un fenomeno in crescita che si riconduce anche alla difficoltà di coprire tutti i posti vacanti e disponibili con le nomine in ruolo per effetto della mancanza, in alcune classi concorsuali, del personale iscritto nelle graduatorie di merito ed in quelle ad esaurimento (soprattutto nelle regioni del Nord), nonché al minor numero di vincitori e al mancato completamento di alcune procedure del concorso del 2016. Un fenomeno che, come ha più volte detto l’Anief, si poteva tranquillamente contrastare con il passaggio nelle GaE di tutto il personale abilitato all’insegnamento.
Così non è andata, anche se si può ancora farlo per limitare i danni per il futuro, e ci ritroviamo con un andamento del personale supplente fino al termine delle attività didattiche – passato dalle 109.248 dell’anno scolastico 2016/2017 alle 127.939 unità dell’anno scolastico 2018/2019 (+18.691 unità) – derivante, spiega la Corte dei Conti, dal “saldo tra la flessione delle supplenze conferite su posti comuni (effetto delle politiche di riassorbimento del precariato) e la crescita di quelle conferite sui posti di sostegno (in relazione alla nomina dei posti in deroga per effetto della citata Sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale)”.
OCCORRE TEMPO
Sempre la Corte dei Conti sottolinea che le modifiche al reclutamento del Governo Renzi, volute dall’attuale esecutivo gialloverde, sono solo all’inizio. “L’art. 1, comma della legge n. 145 del 2018 ha dettato una consistente revisione del sistema di reclutamento dei docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado prevedendo, in particolare: il venir meno del percorso triennale di formazione iniziale post concorso, il possesso dell’abilitazione specifica sulla classe di concorso quale requisito per l’accesso ai concorsi in alternativa al possesso della laurea e degli specifici crediti formativi, la semplificazione della disciplina concorsuale, l’abbandono degli ambiti territoriali a favore della nomina presso le istituzioni scolastiche ove si è svolto il periodo di prova e l’introduzione di un vincolo quadriennale alla mobilità”.
“A fronte, infine, della cancellazione dei concorsi riservati alla categoria dei docenti non abilitati con almeno tre anni di servizio, introdotta dalle ulteriori modifiche apportate alla disciplina transitoria, la recente intesa tra il Governo e le Organizzazioni sindacali del comparto Istruzione e ricerca del 24 aprile 2019, ha previsto un generico impegno al fine di individuare le più adeguate modalità per l’immissione in ruolo del personale interessato”, conclude la Corte di Conti.
IL PARERE DELL’ANIEF
Anief lo ha sempre detto: le procedure concorsuali sono esposte ai ricorsi e si preannunciano lente, se non a rischio annullamento, come quello per dirigenti scolastici finito nel mirino dei Tar e delle procure. È anche per questo errore di valutazione che a settembre ci ritroveremo con un docente italiano precarizzato su quattro. “Noi – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief – lo ripetiamo da tempo: occorre riaprire il doppio canale di reclutamento, assieme alle GaE, in modo da assumere in ruolo tutti gli abilitati. E confermare contratti a tempo indeterminato stipulati con clausola rescissoria per chi ha superato l’anno di prova. Pure l’avvocato generale Szpunar della Curia europea si è detto d’accordo con la tesi della Commissione di Bruxelles e del professore Rossato. Inoltre, continuiamo ad attendere gli esiti della sentenza C-331/17 Sciotto, della Corte di Giustizia Europea del 25 ottobre scorso, per vedere tradotti in tempo indeterminati tutti i contratti oggi ingiustamente collocati a termine”.
Fonte: Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica (tavola 5 a pagina 273) ripresa da Orizzonte Scuola.
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