Va riconosciuto per intero tutto il servizio pre-ruolo superiore ai quattro anni nelle domande presentate ai dirigenti scolastici. Anief ottiene l'interpretazione della sentenza Motter dal giudice di rinvio del tribunale di Trento favorevole alla ricorrente che per nove anni aveva svolto il servizio da precaria: l’insegnante ha avuto assegnati dal giudice i 10 mila “congelati” dallo Stato e recupererà gli anni utili per la progressione economica, elevando quindi il suo attuale stipendio. Alla luce di questo, il sindacato riavvia il contenzioso presso il giudice del lavoro, al fine di annullare i decreti emessi dai presidi negli ultimi dieci anni. Sono interessati tantissimi docenti, i quali non devono commettere l’errore di conciliare cifre inferiori perché non erroneamente conteggiate anche per la causa sull'abuso dei contratti a termine. Per adesioni, vai al seguente link
Dopo un iter brevissimo durato appena tre anni - comprensivo del rinvio alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea - si è concluso da pochi giorni il primo grado dell’ormai noto “caso Motter”, una docente di Trento che ha impugnato il decreto di ricostruzione della carriera in quanto ritenuto palesemente discriminatorio rispetto agli anni di servizio prestati come precaria.
UN ESITO CHE FA GIURISPRUDENZA
Il ricorso, patrocinato dai legali dell’ANIEF e destinato a fare giurisprudenza, è terminato con il riconoscimento del diritto all'immediata e integrale ricostruzione di carriera, computando anche tutto il servizio pre-ruolo, senza penalizzazioni né in termini di carriera né tantomeno dal punto di vista economico. Questo “primo round”, che ricordiamo comprende anche un passaggio europeo, si è esaurito nell’arco di appena tre anni, un tempo record se consideriamo la complessità dell’intero provvedimento.
TEMPI LUNGHI PER GLI ALTRI SINDACATI
La grande eco data dai mass media alla vicenda ha fatto giungere ad ANIEF delle voci secondo cui moltissimi docenti trentini, che hanno aderito a ricorsi collettivi analoghi promossi da altre sigle sindacali, sono ancora in attesa del giudizio di primo grado dopo quasi un decennio dal deposito del ricorso. Tale notizia, se confermata, avrebbe dell’incredibile e getterebbe delle ombre su chi eventualmente sta patrocinando queste iniziative: spiegherebbe anche perché, nonostante i quotidiani successi ottenuti da ANIEF in tutti i tribunali d’Italia, una significativa fetta di insegnanti rinuncia a ricorrere per far valere i propri diritti, producendo una scelta errata che di fatto si traduce nella perdita di migliaia di euro, con ripercussioni pensionistiche non indifferenti.
INFORMARSI PRIMA DI RINUNCIARE
Non essendo ANIEF nelle condizioni di poter valutare la veridicità di tali affermazioni, il nostro sindacato invita comunque tutti coloro che si dovessero eventualmente trovare in tale situazione a contattare il nostro ufficio contenzioso per avere una consulenza giuridica al riguardo. Gli interessati possono facilmente formulare un quesito a consulenti Anief riempiendo i campi della seguente pagina internet.
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