Dopo i trasferimenti, dal dicastero di Viale Trastevere giunge la disponibilità residua totale nazionale per i quattro ordini e gradi scolastici: si tratta di 64.149 posti liberi accertati (di cui 47.770 di posto comune e 16.379 di sostegno), a cui vanno però aggiunti gli oltre 50 mila del sostegno in deroga e decine di migliaia ancora “mascherati” in organico di fatto. E solo una minima parte andranno alle immissioni in ruolo. Senza un intervento normativo celere e straordinario, mai come stavolta si rischia davvero di compromettere il regolare avvio dell’anno scolastico.
Marcello Pacifico (Anief): Tutto si è fatto e si sta tentando di fare fuorché puntare sulle strategie più logiche e che Anief sostiene da tempo: riaprire il doppio canale reclutante, con utilizzo delle graduatorie d’istituto laddove non vi siano più candidati docenti nelle GaE, assumere tutti gli aspiranti docenti risultati idonei ai concorsi, anche in regioni diverse, e stabilizzare i 35 mila che hanno conseguito positivamente i corsi-concorsi formativi Fit.
Sugli organici dei docenti continuano ad arrivare segnali di chiaro pericolo. Dopo che l’Ocse ha bacchettato il Governo, qualche giorno fa, sostenendo che l’età media è avanzata ed entro un decennio almeno 400 mila andranno in pensione, ora giungono numeri allarmanti sui posti liberi già dal prossimo 1° settembre. La disponibilità residua totale nazionale per i quattro ordini e gradi scolastici è pari a 64.149 (di cui 47.770 di posto comune e 16.379 di sostegno), così ripartiti: infanzia: 2.939 (comuni) e 1.143 (sostegno) per un totale di 4.082; primaria: 6.897 (comuni) e 5.502 (sostegno) per un totale di 12.399; I grado: 17.317 (comuni) e 7.269 (sostegno) per un totale di 24.586; II grado: 20.617 (comuni) e 2.465 (sostegno) per un totale di 23.082.
I POSTI VACANTI REALI
Il problema è che i posti effettivamente liberi sono più del doppio di quelli indicati dal Miur. Perché prima di tutto ci sono le oltre 50 mila cattedre di sostegno, assegnate in deroga; poi, vanno collocati nell’organico di diritto anche tantissime cattedre oggi furbescamente collocati in organico di fatto, pur di risparmiare sulle mensilità estive e sulle mancate immissioni in ruolo su quei posti, perché siccome vengono volutamente assegnati con supplenze al 30 giugno non valgono né ai fini della mobilità né della stabilizzazione. Il computo totale reale di posti vacanti si aggira quindi sulle 150 mila unità. Mentre con le supplenze annuali a 30 giugno dell’anno successivo, si arriva a sfiorare quota 200 mila.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Sono numeri altissimi, da record, che dimostrano il fallimento su tutta la linea delle politiche condotte negli ultimi anni e anche dall’attuale esecutivo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché si è passati da un nuovo reclutamento incentrato solo sui concorsi, alla recente virata pre-elezioni europee verso un nuovo ciclo di Pas abilitanti e di concorsi riservati con numeri di posti a bando ristretti, che lasceranno fuori due precari storici su tre”.
“Considerando che l’esperienza dello scorso anno, quando andarono deserte due convocazioni ai ruoli su tre, la nota lentezza delle procedure concorsuali in Italia e la carenza di candidati in un numero sempre maggiore di classi di concorso – a partire dalla matematica, passando per tante discipline tecniche, per non parlare del sostegno – e il maggior numero di pensionamenti dovuto a Quota 100, nelle prossime settimane ci stiamo accingendo a vivere il record nazionale di supplenze annuali. E sul breve periodo verso le 300 mila cattedre da coprire con assunzioni entro il prossimo biennio. Con l’aggravante che – conclude Pacifico – i nostri amministratori scolastici sapevano tutto, ma non hanno fatto nulla per evitarlo”.
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