Il divario formativo Nord-Sud e la dispersione scolastica concentrata negli istituti del Meridione esistono da 40 anni: se si eccettua un leggero incremento di competenze al termine della scuola primaria, l’autonomia degli istituti, prodotta negli anni Novanta e sancita con il D.P.R. n. 275/1999, non ha migliorato questo processo. Lo scrive oggi la rivista Tuttoscuola, attraverso un focus su quella regionalizzazione che oggi il Governo, su forte spinta della Lega, cerca di far diventare legge dello Stato, dopo che per oltre settant’anni se ne parla senza arrivare a soluzione per via dei profili di incostituzionalità e di discriminazione che un provvedimento di questo genere potrebbe contenere.
Marcello Pacifico (Anief):“Come potranno fare le regioni già oggi con minori risorse, servizi e strutture a trovare la forza, organizzativa e finanziaria, per allinearsi a quelle notoriamente più avanti da quando esiste la scuola pubblica in Italia? Chi spinge per l’autonomia differenziata deve rispondere con chiarezza a questa domanda, prima di dire che il Sud non perderà nulla rispetto all’attuale struttura formativa. Fino a quando non si chiarirà questo aspetto, noi rimaniamo del nostro parere, convinti che rivedere i parametri dei fondi assegnati dallo Stato e la loro redistribuzione tra le aree del Paese, affosserà di sicuro chi oggi è in ritardo. Il principio vale per la scuola, ma anche per la sanità e altri servizi che passerebbero alle regioni. Siamo davanti ad un pericolosissimo progetto di secessione mascherata che punta a disgregare l'unità d’Italia”.
“Se vuoi istruirti, nasci al Nord. Potrebbe essere il titolo di copertina del Rapporto Invalsi sull’esito delle prove nazionali di quest’anno, presentato alla Camera lo scorso 10 luglio 2019. E invece era la conclusione cui era giunto il pedagogista Aldo Visalberghi già nell’aprile 1987 in un articolo pubblicato sul mensile ‘Il Regno di Napoli’ (titolo completo: ‘La scuola senza qualità. Se vuoi istruirti, nasci al Nord’), articolo che quantificava nel 25% il divario tra Nord e Sud per quanto riguarda le competenze (si direbbe oggi) in Italiano e Matematica-Scienze già a conclusione della scuola elementare e della scuola media, in aumento fino al 32-39% a conclusione degli studi secondari superiori”. A scriverlo è oggi Tuttoscuola.
IL RITARDO CRONICO DEL SUD
È assodato che al Sud, dove di sicuro uno studente su tre iscritto al primo anno delle superiori non arriverà mai alla maturità, il ritardo sia notevole: c’è un abisso. “In terza media, per esempio, il 35% degli alunni non è in grado di comprendere un testo in italiano, ma in Calabria la percentuale sale al 50%. In inglese la quota di studenti che non arriva al livello prescritto (A2) è del 30% nel Nord Ovest, del 25% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 54% nel Sud e del 61% nel Sud e Isole. Nelle superiori se gli alunni deboli in italiano sono il 30% in media, in Calabria e Sardegna raggiungono il 45%. In Matematica il quadro peggiora”.
Per concludere, in Italia, ci ritroviamo “una scuola non solo “colabrodo”, come un dossier di Tuttoscuola l’ha definita qualche mese fa per gli alti tassi di dispersione e gli sprechi che la caratterizzano, ma iniqua e penalizzante per il Sud, come Visalberghi denunciava già quarant’anni fa. Il problema era noto. Ci si deve chiedere perché le politiche scolastiche succedutesi in questi decenni con diverse parole d’ordine (partecipazione, qualità, autonomia, competenze) non abbiano saputo affrontarlo”.
IL GIUDIZIO DEL PRESIDENTE ANIEF
Quello che ci si deve chiedere, secondo Anief, è invece se può una sistema di autonomia differenziata, su cui la Lega sta investendo tantissime energie, colmare differenze formative territoriali che possiamo a ragione definire cronicizzate. “Pensare che le regioni del Sud possano allinearsi con quelle del Nord, attraverso l’autonomia differenziata, è pura utopia – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: potremmo oggettivamente definirla una missione impossibile da realizzare. Anche i rappresentanti della Lega lo sanno bene e per questo, come ha fatto di recente il ministro dell’Istruzione, cercano di spostare la colpa dei dislivelli formativi sulla didattica piuttosto che sui territori sfavorevoli”.
LE RICHIESTE DI ANIEF
Anief, per concludere, ribadisce al Governo la politica da adottare per ridurre il gap di competenze tra alunni del Nord e del Sud: introdurre nelle scuole del Meridione organici maggiorati e più investimenti nelle aree a rischio e negli istituti dove sono concentrati disabili e stranieri, legiferare l’anticipo dell’obbligo scolastico almeno a cinque anni di età e l’obbligo formativo a 18 anni, portare a termine i disegni di legge in discussione sulla cancellazione delle classi ‘pollaio’, immettere in ruolo tutti i docenti abilitati sui 150 mila posti vacanti, anche quelli nascosti in organico di fatto.
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