Forse non saranno 4 miliardi in tre anni, ma le riduzioni di spesa per favorire l’inclusione degli alunni disabili da parte dell’attuale Governo gialloverde sono vere. Ad ammetterlo, senza arrampicarsi sugli specchi, come avevano fatto gli altri parlamentari della maggioranza, è stata la neo ministra della Famiglia e della Disabilità Alessandra Locatelli. Alla leghista, determinata quanto schietta, è stato chiesto come mai “questo Governo ha confermato nell’ultima legge di bilancio dei tagli importanti alle risorse destinate all’inclusione scolastica dei bambini disabili”. E lei ha replicato: “È vero, ci sono stati tagli un po’ lineari”.
Anief ritiene particolarmente grave il comportamento del Governo sul fronte dell’assistenza e del diritto allo studio degli alunni disabili. “Prima di tutto – spiega il suo presidente Marcello Pacifico - perché dopo avere creato un ministero ad hoc, invece di trasformare i posti in deroga dei docenti di sostegno in cattedre di diritto, riportandole a quello che sono veramente, ha permesso di ridurre il budget nazionale con cui si permette a quasi 280 mila allievi disabili certificati di frequentare le nostre scuole. E dopo avere fatto questo in sordina, senza parlarne con le parti sociali interessate, ha per mesi negato, addebitando il disavanzo al fatto che ‘i posti in deroga su sostegno vengono contabilizzati di anno in anno’”.
Le ammissioni sulle riduzioni di budget per il sostegno ai disabili stonano con quelle pronunciate da un altro ministro della Lega, quello dell’Istruzione Marco Bussetti: all’indomani dell’approvazione della legge, ricorda Tuttoscuola, l’opposizione aveva accusato il Governo di avere ridotto i fondi per il sostegno, ma il 17 gennaio scorso il ministro dell’istruzione Bussetti in Parlamento aveva respinto le accuse. “Non è vero che la legge di bilancio ha diminuito le risorse per i docenti di sostegno”, aveva affermato in modo perentorio il titolare del Miur. Così, “a distanza di sei mesi la verità viene chiarita proprio da parte della stessa maggioranza”, proprio attraverso le parole della ministra Alessandra Locatelli.
ANCHE L’OPPOSIZIONE VA ALL’ATTACCO
La questione non è sfuggita all’opposizione. Camilla Sgambato, responsabile Scuola della segreteria nazionale Pd, riferendosi alle parole della ministra per la Famiglia e le Disabilità, ha così commentato: “Apprezziamo il suo esercizio di verità, rispetto a chi, nel suo governo, ha provato sempre a negare questi tagli, ma ora è necessario che intervenga e faccia valere le sue deleghe. In caso contrario dimostrerà che il Ministero creato ad hoc è assolutamente inutile e rappresenta l’ennesima prova di un governo che fa solo propaganda, senza occuparsi dei problemi delle persone più deboli che invece dovrebbe sostenere”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Ora che la verità viene a galla – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – diventa ancora più problematica l’entrata in vigore, il prossimo 1° settembre, del decreto legislativo n. 66/2017, con le non adeguate modifiche realizzate dall’attuale esecutivo, sulle quali l’Anief ha, non a caso, presentato una serie di emendamenti: adeguare l’organico di fatto all’organico di diritto, inserire il tetto di 20 alunni per classe, potenziare l’organico Ata del 10%, stabilizzare l’organico addetto ai servizi di assistente all’autonomia e alla comunicazione, attribuire le ore di sostegno indicate nel Pei, garantire l’iscrizione all’ultimo anno delle superiori, valutare il servizio pre-ruolo svolto su posti di sostegno nei vincoli relativi alla mobilità richiesta”.
“Si tratta di richieste che non hanno avuto seguito. Mentre presto potrebbero prendere corpo i tagli all’intero sistema, che inevitabilmente si verranno a realizzare attraverso una riduzione ulteriore delle ore settimanali di sostegno autorizzate dagli Uffici scolastici ad ogni singolo alunno. In barba alle indicazioni provenienti dall’équipe psico-pedagogica e dalla programmazione educativa individualizzata. Così cresceranno ancora i ricorsi, prodotti dalle famiglie ma anche da docenti e presidi, attraverso il patrocinio del sindacato, proprio per chiedere l’assegnazione corretta del monte orario settimanale di cui ha diritto ogni alunni, oltre che il contenzioso per aumentare la previsione dei posti di sostegno su tutto il territorio nazionale”.
IL PROBLEMA DEI CORSI DI SPECIALIZZAZIONE
“Senza dimenticare – conclude il sindacalista Anief - il problema di questi giorni del concorso riservato a 14.224 docenti e autorizzati con il decreto n. 92/2019, contrassegnato dall’irrisorietà numerica dei posti banditi, dalla pessima suddivisione dei pochi posti a livello regionale, dall'assenza di una soglia ai test pre-selettivi oggettiva legata al raggiungimento della sufficienza e dal mancato accesso ai corsi specializzanti di tanti idonei abilitati mentre i posti vengono assegnati a non specializzati: discrepanze non da poco, sulle quali il Miur dovrà ora rendere conto al Tar del Lazio attraverso una circostanziata spiegazione”.
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