Arrivano la possibilità di conferma del supplente, il ritorno alla richiesta di ore sostegno da parte del Glho, la domanda di accertamento handicap e composizione commissioni mediche, il profilo di funzionamento con diagnosi funzionale e profilo dinamico-funzionale, i nuovi gruppi per l’inclusione come il Glir e Git. Secondo Anief, solo alcune delle novità prodotte dalle Commissioni parlamentari al decreto legislativo n. 66/2017 risultano efficaci: in particolare, la cancellazione dell’attribuzione delle ore di sostegno che tiene conto di ulteriori fattori, come il contesto scolastico (gli insegnanti la famiglia, l’equipe medica) e il territorio. Molte altre, invece, non sono state recepite. E siccome le decisioni prese dai parlamentari delle Commissioni di competenza, giungono alla vigilia del record di supplenze annuali, sia di posti comuni che di sostegno, visto che si arriverà a 170 mila, tra poco più di un mese si vedranno le conseguenze: dopo gli allarmi di Lombardia, dove si attendono 40 mila cattedre da assegnare ai precari, ha fatto seguito il Veneto, dove mancano all’appello almeno 9 mila docenti. Poi c’è l’Emilia Romagna, con 4.349 cattedre scoperte. La maggior parte di sostegno, destinate ad andare a supplenti nemmeno specializzati e abilitati. Mentre ci sono 20 mila docenti invece abilitati e con specializzazione senza alcuna prospettiva di stabilizzazione, almeno sul breve periodo.
Marcello Pacifico (Anief): Nelle risoluzioni approvate da Camera e Senato sulle modifiche da attuare alla riforma sul sostegno, sono state lasciate fuori diverse nostre richieste presentate anche in audizione. In assoluto, per Anief manca un piano di revisione serio e di investimenti per un settore che conta l’incremento costante di 10 mila nuovi iscritti l’anno, ma continua a essere gestito con modelli anacronistici e tesi a risparmiare soldi piuttosto che assicurare un servizio di livello. Inoltre, senza lo spostamento degli oltre 50 mila posti in deroga in organico di diritto non si va da nessuna parte. E continueranno a fioccare i ricorsi.
Sono molte le novità che si stanno profilando sul sostegno ai quasi 300 mila alunni disabili iscritti a un corso di studi della scuola italiana: si tratta delle modifiche al decreto legislativo n. 66/2017 sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, che le commissioni parlamentari di competenza hanno attuato per cercare di stemperare i danni derivanti delle pessime scelte adottate con l’ultima Legge di riforma voluta ostinatamente e contro tutti dal governo Renzi.
L’ultimo parere in ordine temporale sulla revisione del D.lgs. 66/2017 è stato quello dalla Commissione Cultura della Camera, che ha dato il via libera alla modifica della richiesta delle ore di sostegno e il cambio delle regole per l'attribuzione delle ore settimanali: in particolare, la richiesta delle ore di sostegno viene riaffidata al GLHO di istituto, sottraendola al GIT che avrà altri compiti. Quanto alla continuità didattica, il nuovo decreto prevede la possibilità di conferma del docente supplente con titolo di specializzazione.
LE MODIFICHE DEI PARLAMENTARI AL D.LGS. 66/2017
Sono riportate da Orizzonte Scuola le novità apportate dalla riforma che dovrebbe entrare in vigore il 1° settembre: “continuità didattica con conferma supplente; richiesta ore sostegno da parte del GLHO; domanda accertamento handicap e composizione commissioni mediche; profilo di funzionamento che ricomprende la diagnosi funzionale e il profilo dinamico-funzionale; nuovi gruppi per l’inclusione come il GLIR e GIT”.
Al problema delle nomine in ritardo e su candidati senza esperienza, si aggiungono quelli delle ore settimanali inferiori rispetto a quanto deciso dagli organi preposti. Con sempre più famiglie e scuole che si oppongono. “Su 150mila insegnanti di sostegno – scrive ancora la stampa specializzata -, un terzo sono decisi ad anno scolastico iniziato da sentenze dei tribunali ai quali si rivolgono le famiglie degli alunni con disabilità o da decisioni dell’Ufficio Scolastico. In questo modo il fabbisogno stimato, con l’organico di diritto regione per regione, non corrisponde alle esigenze reali e a essere penalizzati sono non soltanto gli alunni, ma anche gli insegnanti, che non possono usufruire di quelle cattedre per trasferimenti e assunzioni”.
LA SENTENZA CHE DÀ RAGIONE AL SINDACATO
Questo accade, inoltre, nonostante il Tar Sicilia, con la sentenza n. 140/19, ma i cui principi evidentemente valgono per tutte le regioni, abbia chiesto espressamente al Miur di verificare quanti dei posti dell’Isola in deroga, circa 7 mila, rispondano a necessità effettive, al fine di essere assegnati alla costituzione di contingenti da collocare a tempo indeterminato. Il punto focale rimane sempre lo stesso: la decisione, presa dal Governo nel 2013 con la Legge Carrozza n. 128, di trasformare in organico di fatto un terzo di tutte le cattedre di sostegno, condannando gli alunni al cambio perenne del loro docente e gli insegnanti a non poter considerare quelle cattedre utili per la mobilità e nemmeno per le immissioni in ruolo. Per superare questo vulnus, Anief ha diverse volte tentato di cambiare la norma, anche con un emendamento all’articolo 28 dell’ultima Legge di Stabilità.
A essere interessate a questa trasformazione indebita dei posti sono oltre 50 mila cattedre, la cui “supplenza può essere conferita anche ai docenti senza titolo”, i quali non stanno nemmeno a sindacare sui mancati stipendi estivi e sul depotenziamento di quel servizio ai fini della carriera solo all’inizio. Inoltre, i corsi di specializzazione a.a. 2018/19 sono ancora in svolgimento, per cui a settembre 2019 la situazione rimarrà quasi invariata”. E proprio in questi giorni, “gli Uffici Scolastici cominciano a pubblicare i posti già assegnati in deroga”.
LE RICHIESTE DI ANIEF
Stando così le cose, Anief ha chiesto modifiche al decreto legislativo n. 66/2017, presentando una serie di emendamenti: adeguare l’organico di fatto all’organico di diritto, stabilizzare l’organico addetto ai servizi di assistente all’autonomia e alla comunicazione, attribuire le ore di sostegno indicate nel Pei, garantire l’iscrizione all’ultimo anno delle superiori, valutare il servizio pre-ruolo svolto su posti di sostegno nei vincoli relativi alla mobilità richiesta.
Inoltre, secondo Anief è fondamentale la previsione di un tetto massimo di studenti per classe, non più di 20, al fine di garantire la necessaria personalizzazione degli interventi didattici e una più efficace azione inclusiva del corpo docente e di tutti gli altri membri della comunità educante scolastica. L’aumento di spesa derivante dal maggior numero di classi da formare viene compensato dalla generale diminuzione degli alunni iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado.
Tra i punti ritenuti centrali da Anief c’è poi l’adeguamento della dotazione organica del personale ATA. Come è necessario prevedere l’assegnazione di risorse adeguate per la formazione del personale ATA chiamato a partecipare attivamente alla realizzazione degli obiettivi fissati dal presente decreto. Un incremento delle risorse e del 10% dell’organico, rispetto a quanto previsto dalla normativa citata, assieme alla cancellazione dei posti in deroga per i docenti, potrebbe essere sufficiente per avviarsi verso una vera realizzazione dell’inclusione scolastica degli studenti disabili.
Inoltre, è fondamentale che tutti i lavoratori della scuola, quindi anche il personale Ata, vengano adeguatamente formati per la trattazione degli alunni certificati come portatori di disabilità: un corso di formazione di base sul trattamento degli alunni con sostegno era previsto anche dal decreto legislativo 66/17 della Buona Scuola di Renzi, ma poi di fatto è scomparso. Buttando, come si dice in gergo, “il bambino assieme all’acqua sporca”.
Tra le disposizioni in arrivo, è prevista anche una formazione specifica dei docenti dell’infanzia e primaria, attraverso un corso ad hoc: Anief, a questo riguardo, mantiene delle riserve sugli ulteriori 60 crediti, i cosiddetti Cfu, da conseguire per accedere al corso specializzante, attraverso il quale si conseguirebbero ulteriori 60 crediti: la soluzione introdotta appare infatti a dir poco ridondante. Come lascia perplessi la decisione di non assegnare alcun compenso, indennità, gettone di presenza e rimborso spese al comitato a cui spetterà prendere in carico la direzione e il coordinamento delle prossime misure di accompagnamento.
ANIEF NON CI STA
A seguito dell’inerzia dell’amministrazione scolastica, che continua a mantenere illegittimamente oltre 50 mila posti in deroga, sebbene si tratta di cattedre a tutti gli effetti vacanti e disponibili, Anief ha aperto le pre-adesioni per impugnare lo schema di decreto ministeriale sugli organici sul sostegno è pronto a commissariare l'Ufficio scolastico regionale della Sicilia.
Inoltre, per contrastare il problema della mancata assegnazione delle ore di sostegno indicate, Anief ha riattivato l’iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!” che lo scorso anno ha prodotto tre cause vinte a settimana: famiglie, insegnanti e dirigenti scolastici possono segnalare – senza affrontare spese – ogni mancata tutela dei diritti degli alunni scrivendo all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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