È un aumento incontrollabile quello che riguarda gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento certificati: è di pochi giorni fa la comunicazione del Miur sui dati ufficiali del 2017/2018, in base ai quali risulta che gli alunni con Dsa frequentanti le scuole italiane sono stati 276.109, pari al 3,2% del totale. Nella scuola primaria la percentuale si è attestata intorno al 2%, alle medie si sale al 5,6% e nella secondaria di II grado al 4,7%. I numeri, quindi, ci dicono che le diagnosi non sono allineate con le indicazioni nazionali, in base alle quali la dislessia andrebbe verificata al termine dalla seconda primaria e la discalculia alla fine della terza. Nell’anno in corso, l’andamento è stato lo stesso: solo in Emilia Romagna si contano 29.812 casi, pari al 4,8% degli alunni: soltanto a Modena si sono contati 6.736 casi su 105.334 allievi, pari al 6,4%. Le stime per il futuro sono superiori al 10% di casi certificati di Dsa.
Marcello Pacifico (Anief): All’incremento dei numeri non corrisponde sempre un adeguamento della preparazione da parte delle scuole. Il Miur deve fornire maggiori opportunità di aggiornamento professionale. A questo proposito, l’Ente formativo Eurosofia trasmette nuovi approcci metodologici in più aree tematiche, attraverso corsi di aggiornamento professionale studiati per questo genere di necessità e di aggiornamento.
La crescita degli alunni con disturbi specifici di apprendimento non si arresta: nel 2017/2018 erano 177.212 gli alunni a presentare dislessia (disturbo nell’imparare a leggere), 79.261 disgrafia (disturbo nell’imparare a scrivere), 92.134 disortografia (disturbo nell’utilizzare il codice linguistico), 86.645 discalculia (disturbo nel calcolo matematico).Per tutti gli ordini di scuola il disturbo mediamente più diffuso è stato quello della dislessia: considerando nel loro complesso Primaria e Secondaria di I e di II grado, il 40,7% degli alunni con DSA aveva questa certificazione, il 18,2% disgrafia, il 21,2% disortografia, il 19,9% disgrafia.
Sempre i dati macro del Miur ci dicono che le certificazioni di Dsa sono state rilasciate soprattutto al Nord-Ovest, dove la percentuale media è del 4,8%. Mentre al Sud è decisamente inferiore, con un’incidenza di appena l’1,6% sul totale degli iscritti nelle regioni meridionali. Tra le singole Regioni, i valori più elevati sono stati riportati da Valle d’Aosta e Liguria, entrambe con il 5,1% di alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento sul totale di alunni frequentanti; in Piemonte con il 4,8% e in Lombardia con il 4,7%. Le percentuali più contenute sono state presenti in Calabria (0,8%), Campania (1%) e Sicilia (1,3%).
IL CASO DELL’EMILIA ROMAGNA
Tra le regioni del Centro-Nord che fanno registrare incrementi sensibili di casi c’è l’Emilia Romagna, il cui Ufficio scolastico regionale ha pubblicato una nota con i dati aggiornati all’anno scolastico in corso, il 2018/19: le segnalazioni di Dsa, riporta oggi Orizzonte Scuola, “sono state 29.812, pari al 4,8% degli studenti (615.5471 la platea totale) delle scuole di ogni ordine e grado statali e paritarie. A livello provinciale, il livello più alto è registrato a Modena con 6.736 segnalazioni su 105.334 studenti, pari al 6,4 per cento”.
Sempre nel territorio emiliano-romagnolo, “se poi si considera anche il dato dell’anno precedente, l’incremento nel biennio è stato del 18,6 per cento, per arrivare addirittura a un aumento dei Dsa nel corso degli ultimi 6 anni pari al 183 per cento in questo territorio. Le segnalazioni maggiori di Dsa si verificano nella scuola secondaria di II grado (48,3 per cento), dove è stato registrato anche il maggiore incremento: dal 2012/13 al 2018/19 la crescita è stata del 346 per cento”. Siamo, quindi, dinanzi ad un processo di crescita esponenziale: “si considera che alcuni studi stimano attorno tra il 5 e il 15 per cento la percentuale di alunni Dsa a livello nazionale”.
IL COMMENTO DELL’ANIEF E DEL SUO PRESIDENTE
Anief sostiene che si tratta di un fenomeno conseguente alla messa a regime della Legge 170 del 2010, del Decreto attuativo e delle Linee Guida, attraverso la quale la scuola ha assunto maggiore responsabilità nei confronti degli alunni Dsa. Contemporaneamente, è cresciuta l’attenzione per la formazione del corpo insegnante sulla materia, sia per l’individuazione di possibili casi sia per il loro trattamento didattico qualora certificati dalle Asl di appartenenza.
“Sugli alunni Dsa – ricorda il professor Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – continuiamo a ricevere comunicazioni di scuole e famiglie secondo le quali le misure dispensative e compensative per i Dsa non vengono adottate oppure lo si fa in modo parziale. Ma solo in pochi casi ciò è dovuto a ‘buchi’ amministrativi da arrecare alle famiglie che non completano l’iter per richiederne l’assegnazione. Vi sono casi in cui il Piano didattico personalizzato previsto per ogni alunno Dsa non viene attuato. Anche per mancanza di preparazione adeguata del personale. Da parte dell’amministrazione centrale, del Miur, occorre maggiore consapevolezza per fornire maggiori opportunità di aggiornamento professionale”.
Si ricorda, a questo proposito, che l’Ente formativo Eurosofia – riconosciuto dal Miur - offre la possibilità di acquisire nuovi approcci metodologici in differenti aree tematiche, anche per alunni Dsa, attraverso specifici corsi di aggiornamento professionale, tutti fruibili con i 500 euro annui previsti dalla “Carta del docente”.
PER APPROFONDIMENTI:
Sostegno, in Sicilia altre mille cattedre col “trucco”: a pagare sono sempre gli alunni
Sostegno, il risparmio della vergogna: quando arriva un nuovo alunno disabile le ore si dimezzano
Alunni con disturbi specifici di apprendimento, è boom di casi ma le scuole sono impreparate
Alunni Dsa, sono diventati 300 mila: disturbi superabili ma serve una svolta