Rimangono gli 80 euro, l’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale, la possibilità seppur con risorse esigue di rinnovare i contratti, l’aumento delle ore nei licei musicali ottenuto da Anief e quello relativo a duemila posti in tempo prolungato, la stabilizzazione dei 12 mila Lsu e la trasformazione di alcuni contratti par time, l’abolizione del FIT, dei nuovi concorsi riservati per i precari con 36 mesi e degli ambiti territoriali nella mobilità, tutti provvedimenti decisi nella legge di stabilità (art. 1, legge 145 del 30 dicembre 2018, commi 436, 440, 730, 738, 760, 792, 796).
I provvedimenti attuativi dovranno essere presi da un esecutivo di transizione o da un nuovo esecutivo politico di legislatura. Salta, invece, l’accordo di Palazzo Chigi del 24 aprile 2019 per il quale i sindacati rappresentativi, eccetto Anief, avevano revocato lo sciopero generale alla vigilia delle elezioni europee, perché il nuovo Governo, di qualsiasi scopo sia, non avrà più la stessa maggioranza politica per trovare la copertura di un aumento di 100 euro (dopo quattro mesi mai aggiornata nel DEF) e mettere paletti a un’autonomia differenziata, mai fortunatamente definita. E salta anche il testo sconosciuto di un Decreto legge, salvo o meglio senza intese, approvato il 6 agosto da quel Governo oggi in crisi con annesso quel piano straordinario, inutile, sul precariato che avrebbe salvato 24 mila precari con 36 mesi e lasciato nel limbo gli altri 200 mila. E i concorsi ordinari? Bisognerà leggere il prossimo disegno di legge di stabilità dopo che la Commissione Ue avrà multato l’Italia per aver tradito le norme euro-comunitarie sull’abuso dei contratti a termine.
Il bilancio di un anno di Governo è, pertanto, negativo per la scuola, ma non lo dice un sindacato. In verità, sono i politici che lo ammettono. Una per tutte, la dichiarazione dell’ex vice-premier Salvini sulle tante cose fatte bene che trova un Sì per la scuola, università e ricerca, soltanto nelle telecamere che avrebbe voluto introdurre nelle scuole come in un carcere e in violazione della normativa comunitaria, dimentico del proprio ministro della Lega, Bussetti, quasi che non fosse stato mai a Viale Trastevere in questi 14 mesi.
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