Negli istituti scolastici la percentuale di supplenti è più che doppia rispetto a quella delle altre amministrazioni pubbliche: così l’anno scolastico riprende senza un insegnante su cinque, con inevitabili ripercussioni sul servizio formativo. L’inefficienza dei decisori politici e del Miur ora si scaricherà sul servizio. E sui dirigenti scolastici, che in molti casi a breve saranno chiamati prima a coprire le cattedre vacanti rimaste libere con personale temporaneo senza esperienza e nemmeno in graduatoria, mentre chi ha vinto un concorso o è stato formato e pure abilitato rischia di rimanere a casa. Siamo all’assurdo. Vanno individuati poi quasi 20 mila Ata su posti liberi e oltre 2 mila Direttori dei servizi generali e amministrativi, il cui concorso si sta ancora svolgendo. Il problema è che non basta fare i concorsi, se poi si gestiscono male le graduatorie, a iniziare da quelle dei precari storici.
Marcello Pacifico (Anief): “È sempre più lampante che un sistema di reclutamento di questo genere è stato fallimentare, è servito solo a fare risparmiare un po’ di soldi pubblici ed è la causa principale del boom di supplenze: bisognava invece riaprire le GaE, utilizzare le graduatorie d’istituto e quelle di merito anche su scala nazionale. Non è stato fatto e ora la scuola e gli studenti pagano pegno”
Si riparte. Oggi circa 840 mila insegnanti, sparsi per oltre 8 mila istituti autonomi, sono attesi a scuola per il canonico Collegio dei docenti. Ma l’anno scolastico non partirà per tutti, perché mancano all’appello 20 mila Ata, 2 mila Dsga e quasi 200 mila insegnanti. Per i docenti è un numero stratosferico: più del 20 per cento di tutta la categoria, oltre il doppio della già alta media nazionale di precari nell’amministrazione pubblica. Sono tutti precari ancora in attesa di nomina. Molti non arriveranno nemmeno per l’inizio delle lezioni. Costringendo i dirigenti scolastici a nominare dei supplenti temporanei, in attesa della nomina annuale. E questa, in un numero sempre maggiore di casi, si assegnerà a supplenti alle prime armi, senza formazione sull’insegnamento, i cosiddetti Mad.
Il commento del presidente Anief
“Per diverse settimane i presidi, compresi quelli neo assunti, dovranno sobbarcarsi un onere di lavoro non indifferente – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché saranno impegnati alla disperata ricerca dei candidati a coprire tante cattedre vuote: solo che dovranno farlo, in molti casi, con precari che non risultano presenti nemmeno in graduatoria ma hanno presentato una semplice domanda al preside e questi lo nominerà. Non prima, però, di averne ‘comparato’ le caratteristiche, ha fatto sapere genericamente il Miur”.
Il sistema sta esplodendo
“A parte il fatto che ci ritroveremo con metodi di comparazione difformi – continua Pacifico – hanno idea al ministero dell’Istruzione del carico di lavoro che già devono sostenere le segreterie scolastiche? Perché affidargli anche questo compito ingrato? Senza contare che la ricaduta sulla didattica di queste scelte non potrà di certo essere entusiasmante, visto che si tratta di docenti alle prime armi. Mentre gli insegnanti formati e abilitati potrebbero paradossalmente non essere nominati, perché si trovano in graduatorie affollate di precari. Il sistema sta esplodendo, è ora di cambiare: speriamo – conclude il sindacalista – che il nuovo governo ci ascolti e cambi finalmente registro rispetto a quelli che l’hanno preceduto”.
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