Su come si formeranno gli elenchi, come si dovranno comportare i presidi in caso di mancanza di aspiranti con titolo, quali requisiti dovranno essere prevalenti e come organizzare le stesse graduatorie, non vi è alcuna indicazione. “Significa che ogni scuola provvederà da sé – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – con il rischio di vedere adottate regolamenti diverse, magari anche opposti, per la gestione dello stesso tipo di supplenze. L’amministrazione non doveva permettere questo, gli era stato anche segnalato dai sindacati. Ma anziché esaminare il problema e realizzare delle linee guida, delle indicazioni anche di massima, ha preferito portare avanti il modus operandi attuato sempre più spesso a Viale Trastevere: il silenzio. Lasciando ai singoli dirigenti scolastici decidere, in piena autonomia, su quali docenti alle prime armi dovranno essere individuati e quali scartati”
Il ministero dell’Istruzione ha appena pubblicato l’attesa Circolare sulla gestione delle supplenze dell’anno scolastico che prenderà il via fra soli tre giorni: il testo, che dispensa “istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze del personale docente, educativo e A.T.A.”, è particolarmente importante, perché, oltre che per le supplenze brevi, quest’anno servirà anche come riferimento unico per realizzare, attraverso i presidi, buona parte del record delle 200 mila supplenze annuali, visto che ben poche verranno gestite direttamente dagli Uffici scolastici territoriali.
Cosa dice la Circolare del 28 agosto 2019
La Circolare, che contiene alcune novità, servirà a gestire i conferimenti dei vari tipi di supplenze a tempo determinato, anche su sostegno, o per particolari tipologie di docenti, per i vari livelli scolastici, per le riserve, per i giorni di interruzioni delle attività didattiche, anche per l’assegnazione di “spezzoni” di insegnamento pari o inferiori a 6 ore. Quasi nulla, però, viene indicato per le Messe a disposizione, le cosiddette MAD, per le quali si prevede un vero boom dopo le 10.000 conferite nell’estate scorsa.
L’unico riferimento, davvero scarno, è nella seconda pagina della Circolare, dove si dice che “all’atto dell’esaurimento della graduatoria di istituto, ivi comprese le graduatorie delle istituzioni scolastiche viciniori, il dirigente scolastico, in un’ottica di trasparenza, pubblica gli elenchi di aspiranti docenti che abbiano presentato istanza di MAD. Gli eventuali contratti a tempo determinato stipulati, a seguito di procedura comparativa, con aspiranti non inseriti in graduatoria e tramite le cd. MAD sono soggette agli stessi vincoli e criteri previsti dal regolamento, ivi incluse le sanzioni previste dall’articolo 8”.
Il commento del leader dell’Anief
“Ancora una volta – commenta il presidente Anief, Marcello Pacifico – si è agito dimenticando che la scuola pubblica non è un ente privato, non ha amministratori delegati che dettano linee strategiche, cambiandole pure in corsa: amministrare una scuola comporta obblighi nella gestione dei beni e del personale, anche precario, le cui direttive vanno impartite dall’alto. Non è di certo su questi aspetti, sulla gestione dei precari, che si può attuare l’autonomia gestionale. La mancanza di informazioni sulle MAD, poteva essere accettata sino al 2017, quando si trattava comunque di eccezioni. Oggi, che stiamo parlando di decine di migliaia di contratti, non basta dire ai presidi che occorre pubblicare degli elenchi e chi non assegna le supplenze con criterio va incontro alle consuete sanzioni. In questo modo, si rischia solo di incrementare la discrezionalità e il grado di complessità delle tante supplenze da realizzare. Un’amministrazione avveduta, dovrebbe evitare che ciò accada, non incentivarlo per non avere voluto prendere in mano la situazione”.
I motivi e le prospettive
Il problema, secondo Anief è che il modello di reclutamento complessivo non risponde alle esigenze delle scuole, chiamate a gestire una bella fetta delle 200 mila supplenze annuali previste. Tenendo chiuse le GaE e limitando a 15-20 scuole le domande delle graduatorie d’Istituto, oltre che non permettendo ai vincitori di concorso di spostarsi di regione, non si è fatto altro che ampliare la possibilità di vedere esaurite tutte le graduatorie ufficiali. Il sindacato, a questo punto, spera che dal 2020 si possa voltare pagina, una volta per tutte, dopo che la perentoria lettera di costituzione in mora, inviata dalla Commissione Europea all’Italia, si sarà nel frattempo tramutata in una salata procedura d’infrazione.
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