Era stato annunciato come il decreto salva-scuola. Invece, il testo appena approvato dai sindacati maggiorial ministero dell’Istruzione e che la settimana prossima il ministro Lorenzo Fioramonti porterà in Consiglio dei ministri, continua a mantenere le lacune di quello di inizio agosto e non risolverà molto, scalfendo appena il record nazionale di supplenze annuali e di ‘messe a disposizione’ che si raggiungerà nei prossimi giorni quando saranno assegnate tutte le cattedre vacanti. Invece di procedere alla trasformazione delle graduatorie di istituto in provinciali e fornire una risposta convincente alla lettera di costituzione in mora della Commissione europea, preludio ad una salatissima procedura d'infrazione, si è raggiunto uno sterile accordo che avrà come sicuro risultato quello di generare ulteriore contenzioso. “Qualora nei tavoli tecnici sulle misure da inserire nel disegno di Legge di Stabilità – annuncia Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - non saranno presenti le soluzioni prioritarie proposte dal nostro sindacato al ministro Fioramonti, siamo pronti ad avviare lo stato di agitazione per la proclamazione di uno sciopero generale e di una manifestazione nazionale durante il dibattito parlamentare. Riteniamo che i cinque punti dell'accordo Miur-sindacati, siano del tutto insoddisfacente per dare una risposta convincente al fenomeno in crescita del precariato: non basta qualche decina di migliaia di assunzioni, peraltro ad alto rischio discriminatorio, per dire che si è risolto tutto”.
Con l’accordo raggiunto il 1° ottobre al Miur, anche in seguito all’intervento del premier Giuseppe Conte, trovano posto nel decreto legge (da presentare al primo consiglio dei Ministri utile e da convertire entro 60 giorni) i concorsi per la secondaria. Quello straordinario, per il cui accesso serviranno i requisiti già individuati dal decreto approvato ad agosto: tre anni di servizio nelle scuole secondarie statali negli ultimi otto anni (dal 2011/12 al 2018/19), in una classe di concorso non ad esaurimento (comprese tra quelle di cui al DPR 19/2016, come modificato dal DM 259/17); uno dei tre anni di servizio dovrà essere specifico, ossia prestato nella classe di concorso per la quale si partecipa alla procedura.
I CONTENUTI DELL’ACCORDO
“La novità presentata dal Ministro Fioramonti – riassume Orizzonte Scuola - consiste nella prova preselettiva computer based (c’era già nella versione di agosto) ma soprattutto nella prova di esame (la simulazione di una lezione) che il docente che avrà superato la preselettiva dovrà svolgere al termine dell’anno di prova, di fronte al Comitato di valutazione, a cui si aggiungerà un componente esterno. Anche tale esame avrà caratteristiche di selettività. Sarà richiesto ai docenti di acquisire durante l’anno di prova i 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche”.
Per accedere ai posti comuni (le classi di concorso a cui dà accesso la propria laurea) bisognerà essere in possesso di uno dei seguenti titoli: abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure laurea (magistrale o a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure titolo equipollente o equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso) e 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Controlla classi di concorso a cui puoi accedere con la tua laurea.
LE ABILITAZIONI PRESE E DA PRENDERE
Il Miur reputerà valido per l’accesso anche l’abilitazione per altra classe di concorso o per altro grado di istruzione, fermo restando il possesso del titolo di accesso alla classe di concorso ai sensi della normativa vigente oppure la laurea più tre annualità di servizio (anche non continuativo, su posto comune o di sostegno, nel corso degli otto anni scolastici precedenti, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione. Tale requisito è previsto soltanto in prima applicazione; gli aspiranti che ne sono in possesso potranno partecipare al concorso per una delle classi per le quali hanno un anno di servizio).
Per i posti di insegnante tecnico-pratico (ITP) il requisito richiesto sino al 2024/25 sarà invece il diploma di accesso alla classe della scuola secondaria superiore (tabella B del DPR 19/2016 modificato dal Decreto n. 259/2017). Per i posti di sostegno i requisiti sono quelli già indicati per i posti comuni oppure quelli per i posti di ITP più il titolo di specializzazione su sostegno.
Andrà invece inserito in apposito disegno di legge, quindi con tempi decisamente dilatati e senza la possibilità che tutto si concluda in tempi utili alla salvaguardia del prossimo anno scolastico, il PAS, il percorso di abilitazione per docenti con tre anni di servizio. Inoltre, il decreto legge presenta delle novità per i docenti che non rientreranno nei posti disponibili, ma avranno acquisito 7/10 alla prova. Ci sarà per loro, un apposito corso quando avranno conseguito la supplenza al 30 giugno dell’anno successivo.
I PUNTI DELL'ACCORDO
Anief ha individuato le tante parti dell’accordo che presentano limiti, criticità o scelte errate. Saranno banditi un concorso ordinario per la scuola secondaria e uno nuovo straordinario, con l'esclusione del personale della scuola dell'infanzia e della primaria dove rimane pendente il problema del licenziamento delle maestre con diploma magistrale e l'esclusione dal reclutamento del personale abilitato nei corsi di scienze della formazione primaria. Il concorso straordinario darà il ruolo soltanto ai primi 24 mila che si collocheranno entro tale posizione, a differenza del precedente concorso straordinario che dava accesso a tutti gli idonei alle graduatorie di merito regionali e dell'ultimo concorso ordinario. Questi 24 mila, se supereranno i test selettivi con il voto di 7/10, potranno sostenere l'anno di prova per essere confermati nei ruoli soltanto dopo aver simulato una lezione in aula per l'orale, come se nei quattro anni precedenti non avessero mai insegnato. Peccato che ci sono poi altri 200 mila aspiranti: tra loro, pure chi supererà ii test non sarà ammesso in alcuna graduatoria di merito ma potrà ottenere l'abilitazione dopo un indefinito esame orale, a condizione di pagarsi anche i 24 CFU. Giallo sugli ITP. L'abilitazione serve soltanto per fare i supplenti dalla seconda fascia di graduatoria di istituto e non per entrare nei ruoli e si consegue soltanto se si ha un casuale contratto in corso al 30 giugno.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l'irragionevolezza, l'arbitrarietà e la disparità di trattamento potranno essere considerati dei buoni motivi per scatenare l'ennesima battaglia giudiziaria nei tribunali, senza contare il contenzioso di chi potrebbe essere escluso se ha prestato i 36 mesi di servizio nel sistema nazionale di istruzione o ancora per soli 24 mesi come recentemente aveva richiesto la novella del decreto dignità. Che dire poi del numero di 24 mila assunzione totalmente avulso dalla realtà attuale che vede 50 mila posti in organico di diritto al netto dei prossimi 30 mila posti del turn over?”.
Ma c’è dell’altro. Perché si potranno inserire in coda, e non a pettine in altra provincia per i ruoli, i precari che sono nelle Gae, GM, GMRE per le prossime immissioni in ruolo del 2020, unica richiesta sensata al netto dei profili di legittimità relativi all'inserimento a pettine espressi dalla Consulta nel 2011, ma non risolutiva dei problemi del precariato e comunque scollegato da incentivi per l'assunzione in provincia, regione diversa o piani straordinari di rientro. Non ha trovato riscontro, la richieste dell’Anief di estendere il doppio canale di reclutamento a graduatorie di istituto provinciali e di trasformare l'organico di fatto in organico di diritto su tutti i posti vacanti.
Decisamente parziale è stata poi a soluzione trovata per gli Ata facenti funzione come Dsga. Si è deciso di avvere un concorso riservato per Dsga sul 20% dei posti liberi dai futuri pensionamenti (neanche 100 posti totali), nei limiti dettati dal d.lgs. 75/17 richiamato, per assistenti amministrativi (e i tecnici?) e facenti funzioni in sub ordine alla graduatoria dell'attuale concorso per la quale sono pendenti ricorsi proprio di Anief per attuare tale ipotesi. Sarebbe bastato non costituirsi in giudizio nel contenzioso pendente. Inoltre, nessuna stabilizzazione è prevista per i 40 mila collaboratori scolastici e personale Ata a differenza dei 12 mila lavoratori delle cooperative private che saranno stabilizzati dal 1° gennaio 2020.
Per quanto riguarda i corsi di formazione abilitanti, i PAS, si è deciso di inserirli in un disegno di legge collegato alla Legge di Stabilità, come vent'anni fa quando si avviarono le Scuole di specializzazione per definire successivamente la loro utilità ai fini del reclutamento. Infine, si prevedono tavoli tecnici presso i relativi Dipartimenti e le Direzioni generali di approfondimento di norme che potrebbero essere inserite nella legge di stabilità, su processi di semplificazione dell'amministrazione scolastica e relativi al personale docente e Ata e altri tavoli presso l'Ufficio di Gabinetto relativi all'applicazione delle sentenze sui diplomati magistrali e sul rinnovo del contratto. Tavoli a cui Anief ha da sempre mostrato la disponibilità a partecipare per spiegare l'opportunità, la necessità e la praticabilità delle soluzioni riassunte al Ministro Fioramonti sulle proposte relative al decreto salva-scuola.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE MARCELLO PACIFICO
“Bisognava precedere – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief - alla riapertura annuale delle graduatorie ad esaurimento e sull’utilizzo delle graduatorie di istituto non più limitato su 10-20 scuole. Oltre che al conseguimento ordinario dell’abilitazione al personale che ha già prestato servizio nella scuola, senza però numero programmato e alcuna selettività. Ma anche confermare tutti i ruoli attribuiti con riserva nel caso di superamento dell’anno di prova e dei contratti affidati al 30 giugno in attesa della sentenza di merito dei giudici, la stabilizzazione del personale Ata, educativo e degli assistenti alla comunicazione”.
“Questo accordo – continua Pacifico – non risolve un bel niente, anzi alimenterà il conflitto nelle aule dei tribunali. A questo punto, come abbiamo manifestato e scioperato in primavera, se nel corso del mese di ottobre, quando l’accordo si delineerà, attuando esclusivamente questo genere di contenuti ed eludendo in toto il decreto salva-scuola dell’Anief di 25 punti, Anief non esiterà a pronti a tornare in piazza per convincere il Parlamento a dire no all’ennesima deludente proposta di governo sul precariato italiano”.
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