La proposta di modifica dell'accordo sui servizi minimi essenziali garantiti durante gli scioperi per il comparto Istruzione e Ricerca proposti dall'Amministrazione all'incontro con i sindacati tenutosi lunedì scorso riceve un secco 'no' da tutti i sindacati. Marcello Pacifico (Anief): “Si vuole praticamente negare il diritto di sciopero ai lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca, il nostro sindacato non firmerà mai un accordo che viola in modo così palese diritti costituzionalmente garantiti”.
Si è svolto il 25 novembre un nuovo incontro tra Amministrazione e sindacati rappresentativi per le modifiche agli accordi per i servizi minimi essenziali da garantire nel nuovo comparto Istruzione e Ricerca durante gli scioperi. Il nostro sindacato era presente con i delegati Chiara Cozzetto e Stefano Cavallini e ha espresso un secco “No” a degli accordi che vogliono in realtà comprimere il diritto di sciopero dei lavoratori della scuola, delle Università, AFAM e degli Enti di Ricerca. “All'interno del contingente minimo di personale per garantire le sole prestazioni indispensabili – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - l'Amministrazione vuole inserire il personale docente che dovrebbe espletare il servizio di “vigilanza” ai minori per tutto il tempo scuola, ma così facendo è palese come si voglia andare verso la compressione del diritto di sciopero dei lavoratori”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“La formazione del contingente minimo ai soli fini della vigilanza durante tutto il tempo di permanenza a scuola dei minori in caso di adesione massiccia allo sciopero – continua il Presidente Anief - non può in alcun modo interessare anche il personale docente, mentre i collaboratori scolastici vanno previsti esclusivamente in relazione alle finalità di sorveglianza presenti nell’accordo attualmente vigente, ovvero solo in occasione dello svolgimento dei servizi di refezione ove funzionanti e solo nel caso non sia possibile disporre della loro adeguata sostituzione”. Si vuole, inoltre, rendere praticamente obbligatoria la comunicazione di adesione o meno allo sciopero, con una dicitura non chiara in cui il DS dovrebbe “invitare” il personale scolastico a comunicare per iscritto le proprie intenzioni riguardo allo sciopero. “Abbiamo chiesto che sia esplicitato che tale comunicazione è e deve restare “volontaria” da parte del lavoratore – chiarisce Pacifico – Non si può e non si deve obbligare il lavoratore a comunicare la propria intenzione di sciopero”.
Altra novità prevista dalla bozza di accordo è la comunicazione alle famiglie da parte del Dirigente Scolastico con “l’indicazione delle organizzazioni sindacali che hanno proclamato l’azione di sciopero, le motivazioni poste a base della vertenza, unitamente ai dati relativi alle percentuali di voti, in rapporto al totale degli aventi diritto al voto, ottenuti da tali organizzazioni sindacali nelle ultime elezioni delle RSU, nonché alle percentuali di adesione registrate, a livello di istituzione scolastica, nel corso di tutte le astensioni proclamate nell’anno scolastico in corso ed in quello precedente, con l’indicazione delle sigle sindacali che hanno indetto tali astensioni o vi hanno aderito”.
“Anche questa novità sui dati che i DS dovrebbero trasmettere alle famiglie appare lesiva della dignità di tutte le organizzazioni sindacali e potenzialmente ingannevole e dannoso nei confronti delle famiglie. Gli elementi lesivi del diritto allo sciopero sono da individuare nei dati sulla percentuale di voti ottenuta alle ultime elezioni RSU dalle OO.SS. proclamanti in quanto lega tra loro aspetti del tutto irrelati (voti RSU e sciopero) evidentemente provando a introdurre surrettiziamente l’idea della sussistenza di un rapporto di proporzionalità diretta tra voti RSU ed entità delle adesioni allo sciopero, ledendo in modo gravissimo la dignità di tutte le organizzazioni sindacali, qualunque sia la percentuale di voti raccolta da ognuna di esse alle elezioni RSU e omettendo che la normativa generale sugli scioperi garantisce a tutte le OO.SS. di poter proclamare lo stato di agitazione e di indire scioperi. Infine, la comunicazione delle percentuali di personale aderente alle azioni di sciopero indette dalle sigle proclamanti e/o aderenti nell’anno scolastico in corso e in quello precedente rischia di indurre l’utenza, a seconda dei casi, a sovrastimare o sottostimare l’effettiva adesione allo sciopero attuale basandosi su dati storici riferiti a un arco temporale minimo e che nessuna valenza ai fini previsionali possono in realtà possedere. Le uniche informazioni utili all’utenza, pertanto, sono quelle relative alle modalità di funzionamento possibili in base ai dati conosciuti dal dirigente scolastico ovvero l’eventuale sospensione del servizio”.
Per quanto riguarda i settori dell'Università e della Ricerca, l'Amministrazione inserisce nell'accordo ulteriori modifiche “peggiorative”, indicando, ad esempio, tra i servizi indispensabili da garantire durante gli scioperi per gli enti di ricerca la salvaguardia degli esperimenti in corso “difficilmente ripetibili”, mentre nel precedente accordo si parlava esclusivamente di esperimenti “irripetibili”. Ancora in corso le trattative, si attende la definizione dei servizi essenziali per il settore AFAM per cui l'Amministrazione non ha ancora formulato la sua proposta e si attende la nuova bozza da discutere nel prossimo incontro già fissato per il 16 dicembre in cui l'Anief spera di trovare tutte le modifiche proposte e segnalate.
“Al momento e così come formulata – conclude il Presidente Anief - consideriamo la proposta Aran assolutamente irricevibile non solo perché peggiorativa rispetto al precedente accordo, ma perché mira platealmente a comprimere in modo sistematico il diritto allo sciopero dei lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca. La necessità più impellente, nonché lo scopo precipuo degli interventi di modifica che il nuovo accordo deve prevedere, è l’integrazione in un unico accordo del quadro relativo alle norme attuative della L. 146/90 e della L. 83/2000 in tutti i settori oggi afferenti al nuovo comparto Istruzione e Ricerca che, oltre alla Scuola, oggi ricomprende anche Università e Aziende ospedaliero-universitarie, Istituzioni ed Enti di ricerca e sperimentazione, AFAM. Non accetteremo un accordo che viola diritti costituzionalmente garantiti”.