Primo incontro sugli organici e mobilità deludente del Vice presidente Nazionale Gianmauro Nonnis e del segretario generale Stefano Cavallini con il Capo Dipartimento per il sistema Educativo di Istruzione, dott. Max Bruschi, e con il Dirigente Ufficio IV Personale docente ed educativo, Antimo Ponticiello
Marcello Pacifico (Anief): “Anche se sono stati confermati i numeri di docenti dell’anno scorso rispetto a 70mila alunni in meno, gli organici risultano comunque insufficienti per garantire adeguatamente il diritto all’istruzione, evitare le classi pollaio e adeguare il tempo scuola nella primaria. Anche sul sostegno i 1090 posti in più non coprono neanche i posti in deroga dati ogni anno dai vari UUSSRR per avere una copertura adeguata ai fabbisogni di alunni con handicap”
Al contrario della soddisfazione espressa da tutte le altre organizzazioni sindacali in vari comunicati, a noi resta l’amaro in bocca per le informazioni ricevute. La conferma dell’organico dell’anno scorso, anche in presenza della diminuzione di circa 70mila alunni, se presa in modo assoluto potrebbe sembrare una notizia positiva, ma non tiene conto della diminuzione del numero complessivo dei docenti che dal 2009 ha portato al taglio di circa 200mila posti mai ripristinati. Per non parlare del mai attuato percorso 0-6 per cui servirebbero decine di migliaia di docenti dell’infanzia da assumere. Il tutto passando per il tempo scuola tagliato dalla legge 133/2008, che al Sud interessa solo il 15% degli alunni circa, contro oltre il 48% al Nord e che necessiterebbe di un numero adeguato di immissioni in ruolo per essere attuato e reso uniforme su tutto il territorio nazionale.
“Servirebbero ben altri numeri rispetto a quelli datici dal ministero. 390 posti per l’infanzia non saranno mai sufficienti, non dico per attuare, ma neanche per avviare il percorso 0-6 – afferma Gian Mauro Nonnis presente all’incontro – così come i 500 posti comuni in più e 1090 posti di sostegno in più in organico di fatto sono delle gocce nel mare. Per far tornare il rapporto docenti-alunni ai livelli del 2009, prima del taglio voluto dal ministro Tremonti – conclude il vicepresidente nazionale Anief – servirebbero almeno 120mila docenti in più e solo così potremmo dire di aver risolto in tutta Italia il problema delle classi pollaio tanto sentito dall’attuale ministro dell’istruzione”
“I numeri snocciolati dal ministero inoltre non sono una novità – interviene Stefano Cavallini, segretario generale Anief - ma sono noti perché contenuti in norme già in vigore. Dall’incremento di 500 posti comuni inserito nell’art. 7, comma 10-octies del Milleproroghe, ai 390 posti di potenziamento infanzia indicati nell’art.1, comma 279, L.160/2019, ai 1.090 posti in più di sostegno indicati nell’art.1, comma 266, della L.160/2019. Niente di nuovo quindi. Ci aspettavamo numeri ben maggiori che avrebbero permesso di abbattere la supplentite che si prospetta ancor maggiore l’anno prossimo”.
Il ministero non ha dato risposte adeguate a problemi endemici della scuola che da anni denunciamo. L’introduzione di un’ora aggiuntiva di educazione fisica nella scuola primaria e di educazione civica ‘vera’, come materia autonoma, l’eliminazione delle nuove certificazioni per il sostegno ai disabili, con l’assegnazione di tutte le ore richieste dal Pei e l’estensione dell’obbligo scolastico a partire dall’età di 5 anni fino alla maturità, oltre che il ritorno all’insegnamento modulare nella scuola primaria e l’introduzione del docente di sostegno nella scuola dell’infanzia avrebbero dovuto avere altre risposte in termini di organico.
Anche sul versante mobilità non abbiamo avuto risposte adeguate.
“Dire che a oggi sono state presentate circa 20mila domande in linea con l’anno precedente – conclude Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief – non affronta il problema del blocco di legge quinquennale per i neoimmessi in ruolo e per gli ex fit della secondaria. E non parlare degli organici ATA lascia in sospeso altrettante questione mai risolte come i posti non dati agli ex Lsu e l’organico di diritto inadeguato. Ci auguriamo che nei prossimi incontri – conclude il presidente del giovane sindacato – possiamo avere informative soddisfacenti, altrimenti saremo costretti a ricorrere al giudice per vedere riconosciuti quei diritti che il ministero continua a negare ai lavoratori della scuola”.
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