Il Ministero dell’istruzione ha disposto la trasformazione di soli 1.090 posti in deroga su sostegno in organico di diritto, pari a meno del 2% dei posti in deroga totali. Eppure, la sentenza dello scorso anno del TAR Lazio era stata chiara nell’imporre al ministero di rivedere la consistenza dell’organico di diritto sulla base delle effettive esigenze. Anief avvia, quindi, il ricorso gratuito per ottenere la trasformazione di tutti i posti in deroga sull’intero territorio nazionale. Adesioni entro il 26 giugno sul portale Anief per i docenti.
Marcello Pacifico (Anief): La trasformazione di migliaia di posti in organico di diritto non è solo una battaglia per le immissioni in ruolo e per la mobilità dei docenti, ma soprattutto per il diritto degli studenti disabili e delle loro famiglie al sostegno e alla continuità didattica, soprattutto alla luce delle difficoltà ulteriori causate dall’emergenza sanitaria.
Solo pochi mesi fa la storica sentenza n. 149/19 del TAR Lazio aveva dato ragione al giovane sindacato, stabilendo come il ministero abbia l'obbligo di attivare il numero di posti di sostegno in base alle effettive esigenze degli alunni disabili e debba rilevare con precisione il fabbisogno di docenti di sostegno su tutto il territorio nazionale per assicurare, non solo il diritto all'istruzione e all'integrazione degli studenti con bisogni speciali, ma anche la continuità didattica attraverso un organico stabile e specializzato.
La circolare 487 del 10 aprile 2020 sugli organici, però, trasforma solo una minima parte dei posti in deroga su sostegno in organico di diritto. Secondo la nota, infatti, “la dotazione dell’organico dell’autonomia - posti di sostegno - è incrementata di 1.090 posti”. Un aumento non soddisfacente a fronte dei 65.890 posti di sostegno attivati “in deroga” e, dunque, non disponibili per le assunzioni a tempo indeterminato e per la mobilità.
Da Viale Trastevere, quindi, la decisione di tirare dritto nonostante la sentenza del TAR Lazio abbia già bocciato la prassi fino ad oggi utilizzata dal Ministero dell’istruzione di ricorrere in modo massivo ai cosiddetti posti in deroga che, a differenza dell’organico di diritto, fotografano una situazione che si vorrebbe eccezionale e transitoria, senza quindi riconoscerne la dimensione strutturale. Un artificio, quello dei posti in deroga, che per mere esigenze di cassa in questi anni ha legato l’organico di diritto di sostegno al numero di posti di sostegno attivati nell’anno scolastico 2006/07, ignorando così l’aumento costante delle iscrizioni di studenti disabili che da allora frequentano la scuola.
La situazione è critica in tutto il Paese, raggiungendo vette persino paradossali in Piemonte, dove nella provincia di Torino l’organico di sostegno in deroga è addirittura superiore a quello di diritto.
“All’inizio di quest’anno scolastico – dichiara Marco Giordano, segretario generale ANIEF – all’ombra della Mole sono stati attivati 5.968 posti di sostegno totali, di cui 3.058 in deroga a fronte di 2.910 posti in organico di diritto (fonte: per il dato totale “I dati del sistema scuola della Città Metropolitana di Torino nell’anno scolastico 2019/2020”, UST Torino, 8 settembre 2019; per il dato sull’organico di diritto, Decreto di assegnazione iniziale OF Sostegno UST Torino, 8 agosto 2019). Come dire che le esigenze strutturali su sostegno siano inferiori rispetto a quelle non strutturali, dato quanto meno bizzarro se si considera che nella stessa provincia il numero degli allievi disabili è costantemente aumentato dall’anno scolastico 2014/15 al 2019/20, passando da 7.740 nell’a.s. 2018/19 a 7.957 nell’a.s. 2019/20”.
Un danno enorme in primo luogo per gli alunni disabili e per le loro famiglie, che non solo vedono spesso ridotto il numero di ore di sostegno assegnato ai loro figli, anche se con disabilità grave (su questo, ricordiamo, Anief ha da anni lanciato la campagna ‘Sostegno: non un‘ora di meno!’ per fornire assistenza legale gratuita alle famiglie e ottenere le ore negate) ma sono costrette a subire ogni anno il balletto dei supplenti, con grave compromissione del diritto alla continuità didattica che – è appena il caso di sottolineare – assume importanza cruciale soprattutto nella didattica di sostegno.
Ma a subire le conseguenze di questa situazione sono anche i docenti. Ricordiamo, infatti, che i trasferimenti dei docenti di ruolo e le assunzioni degli insegnanti precari possono avvenire solo sui posti vacanti e disponibili in organico di diritto e non sui posti in deroga. In sostanza, quindi, finché non viene riconosciuto il carattere strutturale di tutti questi posti, su di essi si può solo lavorare con contratti a tempo. Una situazione grottesca e insostenibile se pensiamo alle migliaia di docenti, molti in possesso di specializzazione alla didattica di sostegno, costretti al precariato da anni in barba a qualsiasi norma nazionale ed europea, e ai docenti immobilizzati lontano da casa che non riescono a rientrare nelle province d’origine per mancanza di posti. Posti, in realtà, che ci sarebbero eccome, se non fossero resi indisponibili proprio dall’essere stati illegittimamente etichettati come ‘posti in deroga’.
“In ballo – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non ci sono solo migliaia di posti da trasformare in organico di diritto. Questa non è solo una battaglia per le immissioni in ruolo e per la mobilità dei docenti, ma soprattutto per il diritto degli studenti disabili e delle loro famiglie al sostegno e alla continuità didattica, oggi ancora più importante se consideriamo le ulteriori difficoltà causate dall’emergenza coronavirus. È arrivato il momento di riconoscere il diritto di tutti gli alunni ad una scuola inclusiva e accogliente”.
ANIEF, quindi, avvia il contenzioso per rivedere la distribuzione dei posti su tutto il territorio nazionale. Il ricorso è aperto sia ai docenti di sostegno che abbiano prestato servizio per almeno due anni scolastici, che alle famiglie degli studenti che non possono contare su un docente di sostegno di ruolo nella propria classe. I docenti potranno aderire gratuitamente al ricorso sul portale Anief, da cui potranno anche scaricare la specifica diffida predisposta dal sindacato; le famiglie invece potranno aderire, sempre in via del tutto gratuita, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Le adesioni al ricorso si chiuderanno il 26 giugno 2020.