In una scuola siciliana la consegna dei computer avviene solo dietro versamento di cauzione. Marcello Pacifico (Anief): Crediamo che si sia preso un grande abbaglio; inviteremo il ds a tornare sui propri passi, perché solo rispettando il diritto è possibile realizzare una scuola giusta, equa e solidale come insegnatoci dalla Costituzione
In questi tempi, in cui l’emergenza epidemiologica ci costringe a rivedere abitudini, comportamenti, persino la normativa vigente, accade pure che una scuola di Sicilia, nel distribuire i sussidi informatici agli alunni meno abbienti per permettere anche a loro la prosecuzione delle attività didattiche a distanza (DAD), subordini la consegna dei computer alle famiglie più bisognose al versamento di una cauzione di euro 100, a garanzia della restituzione e, si immagina, di eventuali danni.
Si legge, infatti, nel provvedimento a firma del Dirigente scolastico e pubblicato sul sito web dell’Istituto: “Il contributo verrà integralmente restituito a seguito della restituzione a scuola del materiale ricevuto in comodato d'uso gratuito e dopo l'esito positivo del controllo a seguito della restituzione, controllo che verrà effettuato dai tecnici…”.
Si tratta di quegli strumenti informatici acquistati dalle scuole utilizzando i fondi di cui al DL 18 del 17 marzo (70 milioni di euro complessivi da distribuire per tutti gli Istituti della penisola) e che servono a colmare il c.d. digital divide, ovvero la possibilità concreta che gli studenti appartenenti a classi sociali più svantaggiate economicamente possano rimanere indietro nella frequenza a distanza (dal 9 aprile scorso attività didattica ordinaria) proprio per la mancanza di strumenti informatici non altrimenti acquistabili data la condizione di disagio economico. I computer vengono, così, consegnati agli studenti in comodato d’uso per tutto il tempo in cui si svolgerà attività didattica a distanza.
Con uno zelo che ha dell’incredibile, si provvede pure alla pubblicazione, sempre sul sito web istituzionale della scuola, dell’elenco nominativo degli “Studenti con certificazione ISEE sotto soglia e individuati dai coordinatori di classe come studenti bisognosi di sussidi didattici per la dad avendo dichiarato gli stessi di essere privi sia di pc che di tablet”.
“A parte l’evidente violazione delle norme generali in materia di privacy (passibile di sanzione) - dichiara Giovanni Portuesi, segretario generale ANIEF - non si riesce a comprendere la ragione di questa previsione non solo in mancanza di espressa previsione di legge o di regolamento (che non vengono neppure citate, qualora ve ne fossero) ma, soprattutto, per l’evidente violazione dello spirito del DL n. 18 ovvero lo stanziamento di fondi per consentire agli studenti meno abbienti di colmare la mancanza di strumenti informatici per svolgere la didattica a distanza, unica possibilità, in questo tempo di emergenza, per garantire il diritto all’istruzione degli studenti secondo quanto la Costituzione ci insegna.
E vale ricordarlo che la Costituzione all’art. 34 ha voluto esplicitare, per tutti i cittadini, il diritto di accedere al sistema scolastico: la reale effettività dell’istruzione dell’obbligo viene garantita dal fatto che questa è gratuita, mentre quella dell’istruzione superiore viene assicurata dalla concessione di “provvidenze” a chi è privo di mezzi. Ebbene queste “provvidenze” che, nel momento contingente, sono rappresentate dai computer da distribuire agli studenti meno abbienti vengono addirittura condizionate al versamento di una cauzione per mettere al riparo la scuola, e chi la rappresenta, da eventuali danni; è come dire, in tempi di normalità, “caro studente, non entri a scuola se non mi versi una cauzione per eventuali danni che potresti fare alle suppellettili”. Non solo, ma oltre al palese sfregio del modello di scuola repubblicana voluta dai nostri Padri costituenti, si è offesa la dignità di tutte quelle famiglie economicamente non abbienti, nel momento in cui le si obbliga a versare 100 euro per consentire ai propri figli di poter continuare la frequenza delle lezioni a distanza.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Noi crediamo che si sia preso un grande abbaglio, forse dettato dalla mancanza di lucidità in un momento così delicato che, invece, richiede di avere nervi saldi e buon senso, soprattutto da parte di chi riveste ruoli dirigenziali. ANIEF, in quanto sindacato del rispetto del diritto nelle scuole, non solo dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici ma di tutti, siano essi studenti o famiglie, inviterà il Dirigente scolastico a tornare sui propri passi, perché solo rispettando il diritto è possibile realizzare una scuola giusta, equa e solidale come insegnatoci dalla Costituzione.