Il sindacato ha illustrato il documento predisposto con le risposte alle domande poste dagli esperti. Marcello Pacifico (Anief): Bisogna chiedere al Governo di trovare le risorse per garantire la ripresa a settembre delle lezioni con una diversa gestione degli organici
Dall’incontro tra comitato tecnico scientifico e rappresentati del Ministero dell’Istruzione e dei sindacati rappresentativi della scuola sono emersi importanti spunti: la delegazione ANIEF ha illustrato il documento predisposto con le risposte alle domande poste dagli esperti e ha ricordato come servano 9 miliardi per modificare il rapporto alunni-personale docente/Ata alla luce del distanziamento sociale da mantenere di almeno 2 alunni per metro quadro, reclutare nuovo personale e recuperare i plessi dismessi. No a didattica alternata a quella in presenza o alla riduzione a 45 minuti delle lezioni. Niente saluto nell'ultimo giorno di scuola.
Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “bisogna chiedere al Governo di trovare le risorse per garantire la ripresa a settembre delle lezioni con una diversa gestione degli organici: dalle classi pollaio al distanziamento per classe, con migliaia di insegnanti e collaboratori scolastici in più nelle sedi abbandonate in questi ultimi 15 anni per via del dimensionamento selvaggio dettato dalla politica dei tagli. Quando eravamo a corto di posti letto negli ospedali, abbiamo aperto ospedali da campo e semplificato le procedure di reclutamento con un piano straordinario, di certo, non abbiamo pensato di non curare i malati. Così dobbiamo dare nella scuola, più posti, più classi, più personale e più sicurezza. La spesa di oggi sarà l’investimento di domani anche in termini di risultati di apprendimento”.
Ecco le domande poste dal compitato tecnico scientifico: Come i sindacati vedono il prossimo anno scolastico? Quali sono le loro proposte data l’esperienza di questo periodo? Come ripartire in sicurezza? Come inquadrare gli aspetti di sicurezza sul lavoro?
Secondo il documento presentato da Gian Mauro Nonnis, vicepresidente nazionale Anief, per rispondere, il sindacato si rifà alle bozze dei protocolli presentati dal M.I., contenente 13 punti tra i quali spiccano:
- Informazione da parte di D.S. sugli obblighi e sugli impegni rivolti a tutto il personale, alle famiglie e agli studenti
- Modalità di ingresso ed uscita dai locali scolastici con specifici protocolli interni affidati anche al confronto con le parti sindacali
- Percorsi di mobilità all’interno dell’istituto scolastico
- Pulizia e sanificazione dei locali e delle attrezzature
- Obbligo dei D.P.I. all’interno dei locali scolastici
- Organizzazione delle attività del personale
- Valutazione dello stress e supporto psicologico
- Protocolli sanitari per la gestione di persone sintomatiche
- Nomina del Medico Competente e sorveglianza sanitaria
- Costituzione di una commissione per il monitoraggio dell’applicazione dei protocolli
Le criticità emerse dalla bozza di protocollo pervenuta, nonché le tematiche su cui l’ANIEF ha avanzato una proposta scritta, sono molteplici, tra le quali: visto l’elevato numero di scuole in reggenza escludere ogni responsabilità penale per le inadempienze, relative al contagio da Covid, non direttamente riconducibili a condotte del Dirigente Scolastico; poter godere di un presidio stabile di autorità: il personale dirigente e il personale scolastico non hanno l’autorità di impedire l’ingresso o la permanenza nei locali dell’istituto dei soggetti sintomatici; la creazione di un protocollo che coinvolga tutto il SPP non soltanto l’RSPP che per motivi di servizio è difficilmente disponibile ad un intervento tempestivo; il coordinamento di autisti e accompagnatori per i quali devono essere individuati piazzole ed orari di fermata; la partecipazione di tutte le sigle sindacali alla contrattazione interna di istituto; le funzioni di controllo dei parametri biomedici non possono essere esercitate dal personale dipendente senza precisa autorizzazione degli interessati.
Inoltre questa operazione prevede un accorciamento delle distanze che può avere effetti sulla salute del operatore: limitare le attività funzionali all’insegnamento alle sole modalità telematiche; il personale ATA deve essere sollevato da ogni incarico di sanificazione, il riattamento dei locali infatti prevedono operazioni che nessun caso sono di competenza del personale della scuola; la fornitura e la manutenzione dei DPI deve essere a carico del ministero; occorre stabilire le distanze di sicurezza in base al tipo di attività da svolgere e all’uso dei locali (laboratori, palestre, aule didattiche, mense); in caso di riavvio dell’anno scolastico in modalità emergenziale si ritiene necessaria la contrattualizzazione delle modalità di lavoro a distanza sia per il personale docente che per il personale ata, modalità che hanno trasformato il personale coinvolto in videoterminalisti con carichi orario ben oltre le 20 ore settimanali, limite massimo consentito dal D. Lgs. 81/08 TU sulla sicurezza in materia di esposizione ai VDT. Ancor: inserire tra le attività in SW anche l'attività di formazione obbligatoria di cui all'articolo 37 del TU sulla sicurezza: buona parte della formazione in materia non prevede addestramento ne necessita di presenza fisica degli interessati; è necessaria e urgente l’apertura di una specifica sessione negoziale per la contrattualizzazione, anche nel comparto scuola, dell’RLST, attualmente il CCNL non prevede questa figura così come individuata dall’art 48 del D.Lgs. 81 del 2008 TU sulla sicurezza restando in vigore il vecchio CCNQ del 1 luglio 1996 siglato a valle del D.Lgs 626/94 non più in uso; deve essere obbligatoria, in periodo di pandemia, l’individuazione del MC, in periodo di pandemia gli istituti scolastici sono degni di sorveglianza sanitaria pertanto obbligati ad avere il medico competente, i costi legati alla professionalità di questa figura devono essere a carico del ministero e non del singolo istituto; le commissioni di cui al punto 12 devono vedere la partecipazione attiva delle organizzazioni ed associazioni sindacali maggiormente rappresentative e dovrebbero essere di tipo prefettizio.
Gian Mauro Nonnis, individuato quale capo delegazione di cui erano membri anche Vito Lo Scrudato e Cristina Dal Pino, ha fatto presente che, “senza un dato oggettivo da parte della amministrazione sulle misure di distanziamento fisico minimo e di regole certe che renda minimo il margine per le interpretazioni e le cedevolezze, tutto l’impianto di programmazione di cui al protocollo potrebbe andare in crisi”.
“Vista l’incertezza dell’andamento della pandemia nei prossimi mesi, nonostante l’andamento in decrescita delle ultime settimane frutto del blocco totale delle attività non indifferibili dei mesi precedenti, ci si aspettava una rosa di azioni” ha commentato Marcello Pacifico, “con lo sblocco delle attività e la libera circolazione delle persone sono plausibili almeno tre scenari per i quali prospettare tre livelli di intervento distinti: il primo, il peggiore, relativo a una recrudescenza della pandemia con un protocollo severo per la riapertura della scuola in condizioni di sicurezza, il secondo, nel quale il virus compare come latente e al quale deve fare seguito un protocollo locale al pari di quelli per la circoscrizione di altre forme virali aggressive come avviene, per esempio, per i ceppi della meningite, un terzo nel quale il virus non ricompaia nell’immediato e ci sia il tempo di programmare gli interventi per il futuro, tra l’altro” prosegue il presidente dell’Anief“tali protocolli potrebbero essere utili anche per altri tipi di contagio”.