Il nuovo incontro è finito con gli stessi dubbi e le stesse perplessità dell’ultimo incontro di gennaio, prima della pandemia. La proposta dell’Aran continua ad essere irricevibile. Includere i docenti nel contingente minimo non trova spiegazione ne urgenza. “Poichè i docenti che scioperano non possono essere sostituiti nella didattica – osserva Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief – i docenti individuati nel contingente minimo avrebbero un ruolo di mera sorveglianza degli alunni. Non si capisce allora la necessità di questa scelta che avrebbe come effetto solo la compressione del diritto di sciopero per una categoria di lavoratori, i docenti”
Nell’incontro di oggi l’Aran ha riproposto gli stessi punti fermi, irricevibili, dell’ultima riunione tenutasi il 16 di gennaio. All’incontro erano presenti i segretari generali Stefano Cavallini e Marco Giordano per l’Anief e il vicepresidente nazionale Anief Gian Mauro Nonnis per la confederazione Cisal.
La prima criticità riguarda il permanere della figura del docente nel contingente minimo per garantire la sola vigilanza agli alunni durante il tempo scuola. Tale situazione continua a persistere come da indicazione della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Ciò che rende la proposta Aran irricevibile è la considerazione che tale richiesta da parte della Commissione si basa su considerazioni non oggettive e non basata su dati incontrovertibili. Già nei precedenti incontri, richiedendolo di nuovo oggi, l’Anief aveva chiesto i dati sui precedenti scioperi che avrebbero potuto convincere il tavolo della bontà dell’indicazione della Commissione. È seguito un silenzio imbarazzante e assordante.
“Aggiornare un accordo vecchio di 20 anni è auspicabile – interviene Marco Giordano – È giusto aggiornare la nomenclatura visto che non esistono più certi termini come “preside” nella scuola ed è giusto estendere le regole anche ai comparti del settore Conoscenza come Università, Ricerca e Afam visto che il comparto ormai è unico. Per 20 anni e più – conclude Marco Giordano – si è considerato come essenziale la non interruzione del pubblico servizio in sicurezza, quindi l’apertura e la chiusura della scuola e la sorveglianza degli alunni. Ora non si capisce cosa è cambiato”
La proposta Aran inoltre tende a decentralizzare, a livello di singola istituzione scolastica, l’individuazione del contingente minimo attraverso un protocollo di intesa tra il Dirigente Scolastico e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali rappresentative.
“Se si decentralizza l’individuazione del contingente minimo partendo dalla giusta considerazione che ogni scuola ha una sua peculiarità e singolarità – osserva Stefano Cavallini – allora perché non includere le Rsu nella stesura del protocollo di intesa? Inoltre il contingente minimo è materia di contrattazione di istituto ai sensi dell’art.22 del CCNL 2016/18 vigente, allora perché – conclude Stefano Cavallini – depotenziare le Rsu escludendole e il tavolo di contrattazione facendo diventare una materia da contrattuale a semplice materia di protocollo d’intesa non vincolante per il Dirigente Scolastico? Così non si fa altro che rendere ancora più misero il potere contrattuale dei rappresentanti dei lavoratori in un ambito fondamentale come lo sciopero”.
Confermata anche la limitazione di non poter indire lo sciopero da parte dei soggetti accreditati all’inizio dell’anno scolastico e in prossimità delle sospensioni delle attività didattiche nei periodi pasquali e natalizi. Tale indicazione, chiesta sempre dalla Commissione di garanzia, è stata motivata dal fatto che durante i pregressi scioperi indetti in questi periodi, le scuole non svolgevano le proprie attività poiché gli alunni disertavano in quanto timorosi di trovare una massiccia adesione da parte dei docenti. Ovviamente anche tale spiegazione si basa su considerazioni e non è stato fornito dall’Aran nessun dato a riguardo.
“Sicuramente la informazione alle famiglie da parte delle istituzioni scolastiche deve essere migliorata. Ma non possiamo basare la firma di un regolamento così importante che comporta anche delle limitazioni al diritto di indire lo sciopero oltre che una considerevole compressione al diritto a partecipare allo sciopero per i docenti – conclude Marcello Pacifico – sulla base di un atto di fede e senza dati su cui riflettere. L’Anief continuerà a opporsi a una ulteriore compressione di questi diritti e firmerà solamente se l’Aran e il Ministero ci convinceranno del contrario con motivazioni basate su dati reali”.