C'è ancora tempo per riaprire dopo il 20 novembre nel caso di una risposta positiva del governo eritreo dopo la richiesta di ANIEF di non chiudere definitivamente l'istituto
I fatti che hanno portato alla chiusura temporale della scuola iniziano il 25 marzo 2020, quando il Direttore dell’Ufficio di Presidenza dello Stato Eritreo comunicava alla Dirigente Scolastica della scuola italiana di Asmara il recesso dell’accordo bilaterale tra Italia ed Eritrea sulla scuola e la revoca della licenza ad operare.
Da quella data, il Governo Italiano ha provato in vari modi, tra cui una lettera del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ad aprire una trattativa diplomatica con il governo eritreo al fine di risolvere positivamente la questione. Come si legge nel decreto di chiusura temporanea, nessuno dei tentativi portati avanti dal governo italiano ha avuto successo.
Il governo eritreo, si legge nel decreto, non ha mai risposto alle sollecitazioni italiane e ha proseguito nell’opera di acquisizione dei locali che ospitano la scuola, ha posto i sigilli a tutte le aule e ai locali della scuola, ha indirizzato gli studenti che frequentavano la scuola italiana ad iscriversi presso le scuole eritree, ha revocato il visto d’ingresso ai docenti e al personale italiano. Nel frattempo al fine di ricollocare presso altre sedi all’estero il personale scolastico, il MAECI ha revisionato il contingente, congelando presso la scuola di Asmara 11 posti di docenti, il posto di DGSA e il posto di DS, per un totale di 13 posti.
Se entro il 30 novembre 2020 non interverranno fatti nuovi, i 13 posti di Asmara attualmente congelati verranno eliminati dal contingente 2020/21 e un numero pari di nuovi posti verranno istituiti nel contingente 2021/22.
Il decreto dell’ambasciata italiana del 31 agosto dispone la chiusura temporanea della scuola dal 1° settembre 2020 al 30 novembre 2020, esattamente due mesi. Trascorsi questi due mesi, se non ci saranno novità positive, interverrà un ulteriore decreto interministeriale che metterà la definitiva parola fine alla prestigiosa storia della scuola italiana di Asmara, istituita circa 120 anni fa. La scuola italiana di Asmara, che è sopravvissuta a due conflitti mondiali, al lunghissimo conflitto tra l’Eritrea e l’Etiopia per la definizione dei confini dei due Stati, e ad altre drammatiche situazioni, oggi chiude, potrebbe cessare di esistere.
La posizione di Anief
Anief in questa vicenda si è spesa molto nel tentativo di sollecitare interventi efficaci che potessero evitare la chiusura della scuola, consapevole del valore in termini di promozione della nostra lingua e della nostra cultura che rivestono tutte le nostre scuole all’estero che, nel caso particolare di Asmara, ha un significato ancora più importante, sia per il suo valore storico sia in termini di politica cultuale, di bilaterali e di cooperazione tra l’Italia e i Paesi del Corno d’Africa. La vicenda di Asmara deve portare a rivisitare la nostra politica culturale all’estero, considerata in passato come la Cenerentola della nostra politica estera nel complesso. Va registrato in questa vicenda l’atteggiamento ostile e il muro di silenzio che il governo eritreo ha opposto a ogni iniziativa del governo Italiano, che però ora deve continuare a dimostrare discontinuità col passato per rilanciare la politica italiana nel Corno d’Africa.
“Siamo di fronte - afferma Il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico - ad un punto di svolta, oggi abbiamo preso atto di quanto deciso da uno Stato sovrano domani dobbiamo convivere lo stesso Paese dell'opportunità di una presenza culturale in questo Paese". Da dodici anni, anche nel settore della promozione della nostra cultura e della nostra lingua all’estero, abbiamo prodotto soltanto tagli e riforme incomplete se non deleterie come quella promossa dal D.lgs 64/17.
“Il Governo Italiano - afferma Salvatore Fina, delegato del settore esteri dell’Anief – non deve considerare la partita di Asmara chiusa, in questi due mesi deve riuscire a portare al tavolo della trattativa diplomatica il governo eritreo alla ricerca di una soluzione positiva”.
Anief torna a chiedere investimenti importanti in questo settore, attraverso l’apertura di nuove scuole e l’aumento del numero di unità di personale scolastico che opera all’estero, nonché una profonda revisione del famigerato D.lgs 64/17.