Con qualche settimana di anticipo rispetto al passato, arrivano le disposizioni per l’accesso al pensionamento dei dipendenti della scuola, con gli effetto dal 1° settembre 2021: il ministero dell’Istruzione, con la nota n. 30103 del 13 novembre, ha reso noto le modalità e i requisiti per la presentazione delle domande di cessazione del servizio, sulla base del D.M. n. 159 del 12 novembre 2020. Prima di tutto, la novità è che per andare in pensione dal 1° settembre 2021 il personale della scuola potrà presentare domanda esclusivamente online entro il 7 dicembre 2020. La scadenza per i dirigenti scolastici rimane invece fissata al 28 febbraio 2021. Stime attendibili indicano almeno 50 mila docenti e amministrativi che faranno domanda, anche perché con il 2021 diremo addio a Quota 100.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i requisiti chiesti per lasciare il lavoro rimangono troppo alti e penalizzano chi aderisce all’anticipo. I contributi versati e riconosciuti non possono essere tagliati come il grano. Per noi rimane fondamentale approvare una finestra d’accesso specifica per chi lavora Scuola, perché docenti e personale possano lasciare il lavoro a 61 anni senza decurtazioni. Continuiamo a pensare che il rischio biologico di chi opera nella scuola va preso in considerazione, anche ai fini di un assegno ad hoc in busta paga. Non è più possibile continuare ad ignorare che i nostri insegnanti, che sono anche tra i più vecchi dell’area Ocse, debbano lasciare il lavoro a 67 anni compiuti, ignorando disturbi e patologie da stress che si registrano in nessun altro comparto professionale. Abbiamo oltre 200 mila insegnanti e diverse decine di migliaia di Ata over 55, che l’Inps sino alla scorsa primavera collocava tra i ‘fragili’, per i quali non esistono norme di protezione, né via d’uscita anticipate per lasciare il lavoro: è ora di voltare pagina, collocandoli nelle professionalità a rischio e che quindi vanno tutelate anche con un’uscita dal lavoro anticipata senza tagli all’assegno di quiescenza”.
I docenti e tutto il personale intenzionato ad andare in pensione segni a penna rossa il 7 dicembre, è la data ultima per formulare una serie di domande: la cessazione per dimissioni volontarie dal servizio; la permanenza in servizio per raggiugere il minimo di anni contributivi; la revoca delle istanze già presentate; chi avendo i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), e non avendo ancora compiuto il 65° anno di età, chiede la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale con contestuale attribuzione del trattamento pensionistico.
DUE ISTANZE POLIS
La domanda potrà essere formulata avvalendosi di due istanze Polis che saranno attive contemporaneamente.
La prima conterrà le tipologie con le domande di cessazione ordinarie: domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2019; domanda di cessazione con riconoscimento dei requisiti maturati entro il 31 dicembre 2021; domanda di cessazione dal servizio in assenza delle condizioni per la maturazione del diritto a pensione; domanda di cessazione dal servizio del personale già trattenuto in servizio negli anni precedenti.
La seconda istanza conterrà, esclusivamente la domanda di cessazione dal servizio per raggiungimento dei requisiti previsti dall’art. 14, D.L. 28 gennaio 2019, n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n.26 (quota 100). Qualora fossero presentate entrambe le istanze di dimissioni volontarie finalizzate sia alla pensione anticipata che alla pensione quota cento, quest’ultima verrà considerata in subordine alla prima istanza.
I dipendenti devono anche esprimere l’opzione per la cessazione dal servizio, ovvero per la permanenza a tempo pieno, nel caso fossero accertate circostanze ostative alla concessione del part-time (superamento del limite percentuale stabilito o situazioni di esubero nel profilo o propria classe di concorso). Si specifica anche che le domande di trattenimento in servizio per raggiungere il minimo contributivo continuano ad essere presentate in forma cartacea sempre entro il termine del 7 dicembre 2020.
CHI TRATTERÀ LA DOMANDA
Nella circolare del ministero dell’Istruzione si specifica che l’accertamento del diritto al trattamento pensionistico sarà effettuato da parte delle sedi competenti dell’INPS sulla base dei dati presenti sul conto assicurativo individuale ed esclusivamente con riferimento alla tipologia di pensione indicata nelle istanze di cessazione, entro il termine ultimo del 24 maggio 2021.
Dopo l’accertamento del diritto, il personale interessato potrà inviare domanda di pensione direttamente all’INPS, esclusivamente attraverso le seguenti modalità: presentazione della domanda on-line accedendo al sito dell’Istituto, previa registrazione; presentazione della domanda tramite Contact Center Integrato (n. 803164); presentazione telematica della domanda attraverso l’assistenza gratuita del Patronato.
I DIRIGENTI SCOLASTICI E IL PERSONALE ATA
I Dirigenti Scolastici, il personale docente, educativo ed A.T.A. di ruolo, ivi compresi gli insegnanti di religione utilizzano, esclusivamente, la procedura web POLIS “istanze on line”, relativa alle domande di cessazione, disponibile sul sito internet del Ministero. Al personale in servizio all’estero è consentito presentare l’istanza anche con modalità cartacea. Il personale delle province di Trento, Bolzano ed Aosta, presenta le domande in formato cartaceo direttamente alla sede scolastica di servizio/titolarità, che provvederà ad inoltrarle ai competenti Uffici territoriali.
IL COMMENTO DEL SINDACATO
Anief ricorda che il docente italiano mediamente continua a lasciare il lavoro oltre i 65 anni, così come imposto dall’ultima scellerata riforma previdenziale Monti-Fornero che ha fatto seguito a quella altrettanto inaccettabile ideata qualche anno prima dal ministro Giuliano Amato. Tra volere e potere, infatti, ci si sono messe le norme restrittive approvate negli ultimi lustri: norme che oggi non fanno altro che alzare ancora di più l’età anagrafica dei docenti, tra le più alte al mondo. Ecco perché l’insegnamento e il lavoro a scuola in generale deve assolutamente essere collocato tra le professioni gravose.
PER APPROFONDIMENTI:
Decreto Legge N. 126/2019: sbloccati i posti “Quota 100”
Lavori gravosi, entro gennaio commissione tecnica al lavoro
Nel 2020 rimangono Quota 100, Opzione Donna e Ape Social: in arrivo Quota 41
Pensioni, Anief: tornare ai parametri preesistenti alla riforma Fornero