Continuano le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione retributiva posta in essere a discapito dei lavoratori precari della scuola cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante tanti anni di servizio con contratti a termine. Presso il Tribunale di Roma, su ricorso patrocinato dai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo, stavolta è un precario con 10 anni di servizio a tempo determinato a ottenere il giusto risarcimento economico. Marcello Pacifico (Anief): Le norme interne contrastanti con l'accordo quadro eurounitario vanno disapplicate, bisogna risolvere in contrattazione un'ingiustizia che si protrae ormai da 20 anni.
Il Giudice del lavoro di Roma non ha dubbi, infatti, sull'evidente discriminazione posta in essere a livello retributivo a discapito dei lavoratori precari della scuola italiana e tiene a precisare in sentenza che “il divieto di discriminazione è posto anch'esso in chiave antiabusiva dello strumento del contratto a termine e quindi va applicato anche ad una delle più significative condizioni di impiego, il trattamento retributivo progressivamente collegato all'anzianità di lavoro, perché altrimenti verrebbe pregiudicato il principale effetto utile del precetto di parità sancito dalla direttiva, che è quello di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato e impedire che tale tipo di contratto venga utilizzato per privare i lavoratori coinvolti dei diritti riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato”. Ministero condannato, dunque, “a pagare al ricorrente le differenze retributive conseguentemente maturate in virtù del pieno riconoscimento dell’anzianità professionale per i servizi d’insegnamento prestati con contratti a tempo determinato, come se il rapporto fosse stato costituito a tempo indeterminato” e “a rifondere alla parte ricorrente le spese processuali, liquidate in € 1800,00 oltre IVA, CPA e rimborso delle spese forfettarie”.
“I lavoratori precari della scuola subiscono un'ingiustificata e ingiustificabile disparità di trattamento retributivo rispetto ai colleghi di ruolo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e, come confermato dalle sentenze della Suprema Corte di Cassazione, ai sensi degli artt. 11 e 117, primo comma, della Costituzione, il giudice nazionale e, prima ancora, l'amministrazione hanno il potere-dovere di dare immediata applicazione alle norme dell'Unione europea provviste di effetto diretto, anche riguardo la retribuzione. Ai tavoli della contrattazione questa ingiustizia che si protrae da 20 anni deve essere definitivamente risolta e la nostra rappresentatività ci darà modo, finalmente, di farlo”. L'Anief ricorda a tutti i lavoratori precari della scuola che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto agli scatti di anzianità commisurati agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere il corretto inquadramento stipendiale anche per gli stipendi futuri.
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