Sono ormai inarrestabili le vittorie Anief sul diritto alla ricostruzione integrale e immediata della carriera computando tutto il servizio svolto durante il precariato, con conseguente diritto al risarcimento di quanto mai riconosciuto. Dai Tribunali del Lavoro di Bari, Cosenza e Reggio Emilia, infatti, arrivano altre tre nuove sentenze di pieno accoglimento che dichiarano illegittime le ricostruzioni di carriera dei lavoratori della scuola che non riconoscono immediatamente tutto il precariato. Ancora possibile agire in tribunale per rivendicare l'integrale ricostruzione di carriera computando tutto il servizio svolto a termine
I legali dell’associazione sindacale Anief Fabio Ganci e Walter Miceli avvalendosi, sul territorio, del prezioso supporto degli Avvocati Michele Ursini (per il Tribunale di Bari), Ida Mendicino e Donatella Longo (per Tribunale di Cosenza) e Irene Lo Bue (per Tribunale di Reggio Emilia), ottengono la conferma che il periodo preruolo va computato per intero nella ricostruzione di carriera. Il Tribunale del Lavoro di Bari, infatti, tiene a precisare che “l'applicabilità alla fattispecie della clausola 4 dell'Accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato allegato alla direttiva 1999/70/CE non può essere esclusa per il fatto che il rapporto dedotto in giudizio abbia ormai acquisito stabilità attraverso la definitiva immissione in ruolo, perché la Corte di Giustizia ha da tempo chiarito che la disposizione non cessa di spiegare effetti una volta che il lavoratore abbia acquistato lo status di dipendente a tempo indeterminato. Della clausola 4, infatti, non può essere fornita un'interpretazione restrittiva poiché l'esigenza di vietare discriminazioni dei lavoratori a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato viene in rilievo anche qualora il rapporto a termine, seppure non più in essere, venga fatto valere ai fini dell'anzianità di servizio”. Proprio l'anzianità di servizio preruolo, infatti, riconosciuta al lavoratore con il decreto di ricostruzione di carriera, viene computata solo parzialmente e questo continua a contrastare con la norma comunitaria.
I tre lavoratori, che si sono affidati con fiducia ai legali Anief per la tutela dei loro diritti, hanno ottenuto finalmente giustizia con la condanna del Ministero a riconoscere loro “le differenze retributive corrispondenti ai suddetti incrementi stipendiali dovuti (maturati e non corrisposti) in virtù del pieno riconoscimento dell’anzianità professionale per i servizi d’insegnamento prestati con contratti a tempo determinato”; il Tribunale del Lavoro di Bari quantifica tali differenze mai corrisposte in “Euro 10.133,25, oltre interessi e rivalutazione, tra loro non cumulati, dal dovuto al soddisfo”, mentre il Tribunale di Reggio Emilia riconosce le differenze retributive pari a “euro 6.601,84 oltre interessi legali dal dovuto al saldo”. I tre tribunali, inoltre, condannano il Ministero dell'Istruzione anche al pagamento delle spese di soccombenza per un totale che supera i 10.000 Euro oltre spese generali del 15%, iva e cpa. L'Anief ricorda a tutti gli interessati che è ancora possibile agire in tribunale per rivendicare l'integrale ricostruzione di carriera computando tutto il servizio svolto a termine.
Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi promossi dall'Anief, clicca qui.